Le parole di Veronesi

  
Umberto Veronesi

Umberto Veronesi

‘Enciclopedia medica di recentissima pubblicazione redatta dalla Fondazione Veronesi e distribuita dal Corriere della Sera contiene una definizione della voce "OMOSESSUALIT’" particolarmente scorretta perché slegata dalla realtà e non scientificamente provata.

Arcigay ha ritenuto importante inviare al prof. Veronesi e al dott. Mieli una nota al riguardo, inviata il 14 giugno. Il prof. Veronesi ha risposto il 3 luglio, dichiarandosi ‘accordo con Arcigay e scusandosi per ‘accaduto. Significativamente, il giorno successivo – 4 luglio – Veronesi ha fatto una dichiarazione pubblica sulle adozioni gay non pericolose per i bambini.

Pubblichiamo qui di seguito la lettera di Arcigay, la risposta di Veronesi, la sua dichiarazione alle agenzie in favore delle adozioni omosessuali e, successivamente, ‘estratto della definizione criticata.

Enciclopedia medica

Enciclopedia medica


Al’attenzione di
prof. Umberto Veronesi, Fondazione Umberto Veronesi
dott. Paolo Mieli, Direttore Corriere della Sera

Oggetto: voce ‘Omosessualità’ nella Vostra Enciclopedia medica (volume n. 6, facente parte del Dizionario medico, distribuito nel gennaio 2006 con la rivista “OK – La salute prima di tutto”)

Gentilissimi,
In questi mesi abbiamo ricevuto molte segnalazioni in merito alla Vostra pubblicazione di cui in oggetto da parte di nostri soci e socie stupiti per il modo in cui è stata trattata la tematica dell’‘omosessualità’.

Siamo d’accordo con loro nel criticare l’approccio adottato, che non possiamo che definire datato, disancorato dalla realtà, certamente non scientifico.

Troviamo sconcertante che istituzioni come le Vostre, di cui apprezziamo grandemente l’operato, veicolino e di fatto legittimino, al giorno d’oggi, messaggi come i seguenti:

• “[gli omosessuali] tendono a moltiplicare gli atti sessuali con caratteri assolutamente occasionali [!]”;

• “[…] soggetti esclusivamente omosessuali provano indifferenza o repulsione [?] per ‘altro sesso e ricercano e raggiungono ‘eccitazione sessuale solo con individui dello stesso sesso, conseguendo ‘orgasmo con tecniche differenti [!]”;

• “[…] soggetti [omosessuali] astinenti [?] riescono a controllare il loro istinto almeno sul piano comportamentale, pur abbandonandosi eventualmente a fantasie erotiche di tipo omosessuale”;

• “[…] Nelle coppie omosessuali è classico distinguere un soggetto attivo con ruolo maschile e uno passivo con ruolo femminile [?], ma la distinzione è superficiale e non sempre valida [?] […] I tipi di coppia più frequenti nella omosessualità maschile, ma che si ritrovano meno nettamente anche in quella femminile, sono quelli del soggetto con direttive erotiche maschili, che ne ama un altro con le stesse direttive, ma con caratteri fisici femminili [?]”;

• “[…] l’omosessualità può essere occasionale (omosessualità da situazione) come si verifica in carceri, caserme, collegi, seminari, campi di concentramento; in questo caso il comportamento anormale [!] legato a circostanze ambientali, talora in associazione ad altri fattori (personalità ancora immatura del’adolescente, ebbrezza alcolica ecc.). Al’infuori di queste situazioni il soggetto ridiventa eterosessuale [?] pur potendo mantenere una bisessualità, che in tal caso forse pre-esisteva [?]”;

• “l’omosessualità nevrotica è quella soprattutto di soggetti timidi, emotivi, insicuri, che hanno eventualmente provato degli scacchi nei rapporti fisici o sentimentali con ‘altro sesso [?]”.

Riteniamo grave che temi assolutamente trasversali, quali l’astinenza sessuale, la sessualità svincolata dalla procreazione, l’influenza dell’ambiente sui comportamenti sessuali e la fantasia nel rapporto sessuale, vengano declinati solo in termini omosessuali, finendo così per determinare una sorta di carattere intrinsecamente ‘anomalo’ e ‘disequilibrato’ di tale orientamento sessuale.
L’omosessualità viene così ad essere, secondo gli autori, il ‘patologico’ da spiegare (e curare).
A conferma di ciò, evidente è la disparità di trattamento in fatto di spazio dedicato alla spiegazione scientifica riservata all’eterosessualità, che viene infatti definita in sole tre righe (corredate da una fotografia alquanto semplicistica): “Attrazione sessuale per un soggetto del sesso opposto; ad essa si contrappone ‘omosessualità. ‘eterosessualità è ‘unica forma di sessualità efficace a scopo riproduttivo, e pertanto è considerata normale in senso biologico” — ovvero 225 battute vs. 5.239.

Altrettanto inammissibile è secondo noi la confusione, pervasiva in tutto il discorso, tra orientamento sessuale, identità di genere e ruolo sessuale.

Assolutamente parziale appare, infine, l’interpretazione data alla nota vicenda della derubricazione dell’omosessualità all’interno del DMS (“Nel 1973 l’American Psychiatric Association eliminò l’omosessualità dalle categorie diagnostiche di disturbo mentale poiché non in tutte le culture e subculture viene considerato un aspetto patologico”), ancor più partigiana vista peraltro la totale assenza di riferimenti alla fondamentale posizione in materia della principale autorità sanitaria mondiale — l’OMS — che il 17 maggio 1991 ha dichiarato: “’omosessualità è una variante naturale del comportamento umano”.

Per tutti questi motivi, e considerando soltanto la voce ‘omosessualità’, noi crediamo che il Vostro Dizionario medico non abbia adempiuto alla sua funzione di diffusione della cultura scientifica, ma che abbia invece avallato alcune specifiche idee che, pur facendo parte del dibattito esistente, non lo rappresentano né in toto né nelle sue conclusioni ufficiali attuali — al contrario, una serie di organizzazioni scientifiche di assoluto rilievo, come ad esempio l’American Psychological Association, le considera illegittime, deontologicamente discutibili e psicologicamente dannose.

Siamo molto dispiaciuti per l’accaduto, che immaginiamo essere frutto di un incidente e non certo espressione dalle Vostre opinioni in merito. Tuttavia, data l’ampia diffusione della pubblicazione, Vi invitiamo a ragionare sulle iniziative da intraprendere insieme per dare adeguata pubblicizzazione ad una presa di distanza della Fondazione Veronesi e del Corriere della Sera dai contenuti in oggetto.

Confidando in una Vostra risposta positiva, vi invio i miei più
Cordiali saluti

Sergio Lo Giudice
Presidente nazionale Arcigay


La risposta di Umbero Veronesi

Caro Presidente.
ricevo la Sua lettera del 14 giugno e voglio ringraziarLa per quanto mi fa partecipe. Le lettere di segnalazione o lamentele scritte dai vostri associati hanno ragione d’essere.

Ho riletto con attenzione le definizioni riportate sull’Enciclopedia Medica alla voce “Omosessualità” e non mi posso che trovare d’accordo con quanto da Lei espresso. Alcune citazioni riportate mancano della scientificità necessaria quando si riporta di salute in un testo divulgativo che deve invece caratterizzarsi per la chiarezza, per la veridicità e l’obiettività. Alcuni concetti necessitavano di più ampie discussioni, affinché non si generassero confusioni, disorientamento, e non fossero riportate opinioni, più che definizioni, datate com’è accaduto.

Mi scuso con Lei e con tutti gli Associati se quanto apparso sul testo possa avere leso o arrecato danno alle vostre persone. Sarà nostra premura prendere le misure necessarie affinché in futuro non debbano verificarsi simili situazioni.

Con la più viva cordialità, creda nella mia stima.
Suo, Umberto Veronesi


Veronesi: adozioni gay non pericolose per bambini

Milano, 4 luglio 2006 – "Io sono convinto che tutte le donne abbiano diritto alla maternità, qualsiasi sia il loro orientamento sessuale".
A parlare è Umberto Veronesi, noto oncologo, fondatore e direttore scientifico dello Ieo, ‘Istituto oncologico europeo di Milano, che nella sua rubrica sul settimanale Grazie, difende il diritto alla maternità e alla paternità delle coppie omossessuali.

Per Veronesi "noi siamo iscritti in un disegno biologico che porta naturalmente alla procreazione, così come alla morte. Avere un figlio, desiderarlo, fa parte del nostro Dna. E non dobbiamo scandalizzarci se una donna cerca in tutti i modi di diventare madre, anche se è omosessuale. Fa parte della sua natura". Ricordando come gli altri paesi ‘Europa siano già avanti sulla strada della legalizzazione dei diritti delel coppie gay, dal matrimonio alla possibilita di adottare bambini, fino alla procreazione assistita per le donne sole, Veronesi si rammarica che tutto questo in Italia "sia invece ancora un tabù".

Riguardo poi al’educazione dei figli di coppie omosessuali, per Veronesi "è troppo semplicistico ritenere che un bambino, per crescere in modo equilibrato, abbia bisogno della presenza di un padre e di una madre di sesso diverso". "Nessuna ricerca scientifica – aggiunge Veronesi – dimostra che essere figli di omosessuali è pericoloso per ‘acquisizione della propria identità di genere. La verità è che la società ha bisogno di tempo per adattarsi ai cambiamenti: basti pensare a quello che è successo 30 anni fa ai figli dei separati, che si sentivano a disagio e cercavano di nascondere la loro realtà. Adesso, invece, essere figli di separati è quasi normale". Il direttore scientifico dello Ieo fa quindi un appello affinchè si consideri "con lucidità la presenza dei bambini delle coppie omosessuali, che anche in Italia ci sono. Fare finta che non esistano, questo sì va contro il senso della ragione


Dal recentissimo Dizionario Medico pubblicato dal Corriere della Sera e redatto dalla Fondazione Veronesi

 

OMOSESSUALIT’

Attrazione erotica esclusiva o preferenziale per soggetti del medesimo sesso. Alcuni soggetti tendono a creare un legame stabile, anche sentimentale, con il partner, con impegno talora di fedeltà, coabitazione ecc.; ciò non si verifica in altri soggetti, che tendono a moltiplicare gli atti sessuali con caratteri assolutamente occasionali. In base al comportamento si distinguono: soggetti esclusivamente omosessuali, che provano indifferenza o repulsione per ‘altro sesso, e ricercano e raggiungono ‘eccitazione sessuale solo con individui dello stesso sesso, conseguendo ‘orgasmo con tecniche differenti; soggetti con comportamento bisessuale, che hanno la possibilità di ottenere ‘eccitamento sessuale fino a raggiungere l’orgasmo con un partner del medesimo sesso o di quello opposto (generalmente però si ha la prevalenza della componente omosessuale o di quella eterosessuale ); soggetti astinenti, che riescono a controllare il loro istinto almeno sul piano comportamentale, pur abbandonandosi eventualmente a fantasie erotiche di tipo omosessuale.
Nelle varie edizioni del DSM-IV (Vedi PSICHIATRIA) si può osservare una progressiva depatologizzazione del fenomeno, comprese le forme egodistoniche: infatti, nel 1973 IAmerican Psychiatric Association eliminò l’o. dalle categorie diagnostiche di disturbo mentale poiché non in tutte le culture e subculture viene considerato un aspetto patologico. Brown (1995) esclude da criteri clinici significativi il soggetto che presenta un orientamento di genere verso il proprio sesso in assenza di disfunzione e!o persistente e marcato disagio.
Nelle coppie omosessuali è classico distinguere un soggetto attivo con ruolo maschile e uno passivo con ruolo femminile, ma la distinzione è superficiale e non sempre valida; piuttosto, sia nella o. maschile sia in quella femminile I"erotismo del soggetto maschile sarebbe caratterizzato da direttive di "conquista", quello del’elemento femminile dalla "dedizione". I tipi di coppia più frequenti nella o. maschile, ma che si ritrovano meno nettamente anche in quella femminile, sono quelli del soggetto con direttive erotiche maschili, che ne ama un altro con le stesse direttive, ma con caratteri fisici femminili, oppure del soggetto con direttive erotiche maschili che ne ama uno con direttive femminili, oppure del soggetto con direttive femminili che ne ama un altro con direttive e corpo virili.
L o. può essere favorita dalI’androginia (presenza nel’uomo di caratteri fisici femminili) e dalla ginandria (presenza nella donna di caratteri fisici maschili). Alcuni studi suggeriscono che fattori di tipo biologico possono avere un ruolo nel’insorgenza del’o. basandosi, in particolare, su teorie genetiche, costituzionali, endocrinologiche ed etologiche. È stato, ad esempio, ipotizzato che il tasso di androgeni sia più basso nel SNC dei maschi omosessuali. Inoltre, è stata osservata u’incidenza più elevata tra gemelli omozigoti rispetto ai dizigoti.
L’o. può essere occasionale (o. da situazione) come si verifica in carceri, caserme, collegi, seminari, campi di concentramento; in questo caso il comportamento anormale è legato a circostanze ambientali, talora in associazione ad altri fattori (personalità ancora immatura del’adolescente, ebbrezza alcolica ecc.). AlI’infuori di queste situazioni il soggetto ridiventa eterosessuale, pur potendo mantenere una bisessualità, che in tal caso forse preesisteva. Vi è poi una o. genuina (o costituzionale) in cui la psicosessualità è del tutto invertita (inversione sessuale): questi soggetti hanno un comportamento esclusivamente omosessuale.
Vi sono poi una o. nevrotica, che è quella soprattutto di soggetti timidi, emotivi, insicuri, che hanno eventualmente provato degli scacchi nei rapporti fisici o sentimentali con ‘altro sesso, ed infine una o. psicotica, in cui il comportamento omosessuale non è che un sintomo della malattia mentale (schizofrenici, idioti, dementi senili). La psicoanalisi distingue una o. latente e una manifesta. La o. latente sarebbe normale e presente in ogni persona adulta quale strascico e ricordo della giovanile fissazione amorosa su di un oggetto dello stesso sesso. In tal senso ‘o. è da collegarsi generalmente al complesso edipico. Nel caso di una figura genitoriale estremamente autoritaria che non permetta ‘identificazione con un individuo dello stesso sesso, avverrebbe talvolta, per esempio nel caso del maschio, una assunzione delle caratteristiche femminili che permettano una conquista indiretta del’amore del padre.
Originariamente Freud non considerava ‘o. una malattia mentale, ma una variante della funzione sessuale prodotta da un certo arresto dello sviluppo sessuale con mancato superamento della fase edipica: il comportamento omosessuale era caratterizzato dalla presenza di u’intensa attrazione per la madre associala a una distante figura patema, da una regressione alla fase narcisistica dello sviluppo e dal desiderio di identificazione del ragazzo con ‘oggetto negato (la madre). Nel’o. femminile, secondo Freud, la causa sarebbe da ricercare nel complesso di castrazione in associazione a conflitti edipici non
risolti. L’o. latente viene spesso sublimata.

ETEROSESSUALIT’

Attrazione sessuale per un soggetto del sesso opposto; ad essa si contrappone I’omosessualità. ‘eterosessualità è ‘unica forma di sessualità efficace a scopo riproduttivo, e pertanto è considerata
normale in senso biologico. ‘eterosessualità è ‘attrazione e quindi la preferenza sessuale verso individui del’altro sesso.


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