Night & Gay

  

Per l’ultimo appuntamento con “Night & Gay”, il ciclo di film dedicato alle tematiche omosessuali in onda su Studio Universal (Sky) tutti i venerdì di luglio in seconda serata, la TV del cinema da chi fa cinema presenta, venerdì 28 luglio a partire dalle 23.00, una intera notte dedicata all’eccentrico mondo delle Drag Queens con 4 film e 1 Focus esclusivo realizzato dal Canale.

Ecco i titoli della maratona

Ore 23.00
“Piume di struzzo” (USA 1996) di M. Nichols con R. Williams e G. Hackman

Ore 01.00
Focus “Paris is Burning”, con un’intervista esclusiva alla regista del film Jennie Livingston.

01.07
“Paris is Burning” (USA 1990) di Jennie Livingston

02.25
“Stonewall” (USA 1995) di Nigel Finch con Guillermo Díaz , Fred Weller, Duane Boutte e Bruce MacVittie

04.05
“A Wong Foo, grazie di tutto! Julie Newmar” (USA 1995) di B. Kidron con W. Snipes e P. Swayze

Paris is burning

è un film-documentario sulle tracce del Voguing, il ballo divenuto tendenza nelle discoteche di tutto il mondo all’inizio degli anni ’90 grazie alla canzone “Vogue” di Madonna. Percepito come nulla di più di una serie di movenze ispirate alle pose delle riviste di moda, il fenomeno del voguing trova invece le sue radici nei complessi rituali delle comunità gay/drag latine e afro americane della New York degli anni ’80. Quando il film ha iniziato ad avere successo, o quando Madonna ha fatto il video di Vogue, praticamente il cerchio si è chiuso. “Tutto è partito con una sottocultura che scimmiottava la cultura dominante e questa a sua volta è finita con l’ispirarsi alla cultura alternativa” dichiara la Livingston nell’intervista rilasciata a Studio Universal che verrà trasmessa prima del film. Le drag queens di Paris is burning aspirano a replicare il mondo dei potenti così come li vedono nei film, in televisione, sulle riviste patinate. Nelle loro sale da ballo arrivano vestite con gli abiti che rappresentano forza, successo, sensualità, secondo gli stereotipi blindati di un’identità sessuale certa e sicura. La telecamera le segue, donne eleganti e alla moda strette nei loro abiti replicati dagli stilisti più famosi mentre ancheggiano come modelle sulle passerelle di una sfilata o mentre impersonano uno studente di college, o un militare impettito, un aristocratico pronto per una crociera o per la caccia alla volpe o ancora un elegantissimo business man di Wall Street.
Girato tra il 1987 ed il 1989 Il film, sostanzialmente sconosciuto in Italia, ha vinto dopo l’uscita negli Stati Uniti un importante numero di riconoscimenti tra i quali il Teddy del Festival di Berlino come miglior documentario, il Gran Premio della Giuria del Sundance Film Festival, il Golden Space Needle del festival di Seattle e, forse ancora più significativo, il Premio del pubblico al Festival Internazionale di Cinema gay e lesbico di San Francisco. Il successo di critica e di pubblico della pellicola sembra tuttavia compensato da un destino tragico che accomuna gran parte dei suoi interpreti: Angie Xtravaganza, la Drag Queen più famosa, muore di AIDS a ventisette anni, la sua “figlia” adottiva Venus viene trovata strangolata in un motel durante le riprese, altri tre muoiono per cause naturali ma sempre giovanissimi.

A Wong Foo, grazie di tutto!

Julie Newmar, celebra le Drag Queens portando in primo piano la storia di 3 di loro che, nominate “Drag Queens” di New York, partono alla volta di Los Angeles per partecipare al concorso per il titolo nazionale, sulla loro Cadillac del 1967. Noxeema Jackson (W. Snipes), Vida Boheme (P. Swayze) e Chi Chi Rodriguez (J. Leguizamo), munite di un insolito portafortuna, una cartolina firmata da questa Newmar (protagonista della serie televisiva Barman), diventata per sottili e misteriose ragioni una sorta di idolo per i gay, si ritroveranno a fare amicizia con un gruppo di donne in una cittadina del West Virginia e a dare a tutte una lezione di tolleranza. Secondo film americano della britannica B. Kidron che, su sceneggiatura di Douglas Carter Beane (in parte simile al’australiano Priscilla, la regina del deserto, 1994), mette in scena una fiaba comica alla Capra. La costumista Marlene Stewart contribuisce alla bella sequenza in rosso della festa delle fragole.

Stonewall

Lo Stonewall è un locale “alternativo” di Greenwich Village a New York, frequentato da transessuali, che alla fine degli anni ‘60 divenne un simbolo del movimento gay, allora non ancora pienamente riconosciuto. Nel’estate del 1968, il giovane Matty Dean (Fred Weller), ragazzo omosessuale proveniente dalla provincia, giunge a New York e si introduce nel locale dove, durante un controllo brutale della polizia, prende le difese del travestito portoricano La Miranda (interpretato da Guillermo Díaz) e finisce con lui in prigione. A pagare per loro la cauzione è Bostonia (Duane Boutte), altro omosessuale che amoreggia segretamente col proprietario del locale, il mafioso Skinni Vinnie (Bruce MacVittie). Matty, iniziata una relazione con La Miranda, viene poi a contatto con un gruppo di omosessuali, che intendono sensibilizzare ‘opinione pubblica sulla discriminazione di cui sono oggetto. In questo contesto vivono le storie di alcuni personaggi: il travestito aggressivo, l’omosessuale indeciso, la coppia dichiarata e felice. Prodotto dalla BBC e diretto da Finch nel 1995, poco prima di morire di Aids, è diventato un Film culto del movimento vincendo il premio del pubblico sia al London Film Festival che al San Francisco International Lesbian & Gay Film Festival.

Piume di struzzo

Considerato il remake del celebre Cage Aux Folles, meglio conosciuto col titolo italiano de Il Vizietto del 1978, racconta di Armand e Albert — interpretati da Robin Williams e Nathan Lane – , una felice coppia di omosessuali sposati, proprietari di un locale notturno per gay, che si trova in difficoltà il giorno in cui il figlio di uno dei due, avuto da un matrimonio precedente, annuncia di volersi sposare la figlia di un politico ultraconservatore – che ha il volto di Gene Hackman – , famoso per le sue campagne sulla moralizzazione della società. Per dare il suo consenso a questo matrimonio, il padre della sposa vuole prima conoscere la famiglia del futuro genero per accertarsi che risponda alla sua personale concezione della morale. Pur con riluttanza, il padre del ragazzo acconsente per una sera a vestire i panni del buon padre di famiglia, trasformando il suo stravagante appartamento in un interno borghese. Ad interpretare la parte della moglie viene chiamata la madre del ragazzo. Quando ques’ultima però non riesce a presentarsi in tempo al’appuntamento, spetta al compagno di Armand, Albert, vestire i panni della futura suocera. Ai numerosi ostacoli che la coppia gay deve superare nel corso della difficile serata per non destare i sospetti della famiglia della sposa, si aggiunge il pericolo di un reporter che rischia di far scoppiare uno scandalo dopo aver pedinato ‘uomo politico.


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