Banfi: Difendo i gay e sono a favore dei PACS

  

ROMA – Lino Banfi porta una camicia da turista a Miami, con un trionfo di foglie verdi, chiede scusa alla bella ragazza bruna con cui sta parlando, e risponde al telefonino: "Sì Lucia, non ti preoccupare, Aurora sta bene: si è sposata". Non sa ancora che a Barcellona la figlia non ha trovato un marito, ma una moglie.

A 70 anni, dopo Difetto di famiglia con Manfredi, l’attore torna a esplorare ‘omosessualità, raccontando in Piccoli padri, il film per RaiUno di Lodovico Gasparini, la storia di un padre, vedovo, pugliese doc, assaggiatore di olio ‘oliva, che scopre di avere una figlia lesbica. ‘idea è sua, Paola Pascolini (che lo conosce come le sue tasche e gli ha costruito il ruolo di Nonno Libero nel Medico in famiglia), firma la sceneggiatura con Fabio Leoni e Giancarlo Russo.

Mai così umano, credibile, Banfi spiega perché ha scelto un argomento che farà discutere. "Quando giravo Difetto di famiglia con Manfredi qualcuno mi chiese: come reagiresti se scoprissi che tuo fratello è omosessuale? Ricordo la risposta: "Non farei una festa da ballo, ma se avesse bisogno di me ‘aiuterei, perché ‘amore per un fratello è più importante dei pregiudizi". Ho immaginato che avrei fatto se avessi avuto una figlia omosessuale, e ho scritto una ventina di pagine. Ne ho parlato con la Pascolini, che ha sviluppato la storia con gli sceneggiatori, ed è nato il film. Ci tengo tanto che lo coproduco con Carlo Bixio". Ha avuto qualche problema quando lo ha proposto in Rai? "Per la verità pensavo di trovare degli ostacoli, invece ‘hanno accolto subito con entusiasmo. ‘altronde la tv dovrebbe raccontare i cambiamenti della società, mi auguro che il direttore di Raifiction Saccà lo mandi in onda presto".

Perché "Piccoli padri"? "Perché spesso i padri diventano piccoli quando non capiscono i figli, anche se Riccardo, il personaggio che interpreto, nel suo viaggio di conoscenza, si rivelerà un "piccolo grande padre". Solo quando avrà conosciuto davvero la figlia, scoprirà co’è ‘amore. Abbiamo girato scene intense con mia figlia Rosanna, credo sia liberatorio per lei, può gridarmi cose che non avrebbe il coraggio di dirmi. Il protagonista ha le mie radici, è un omaggio a mio padre. Il presidente della regione Puglia, Nichi Vendola, ci ha dato una grande mano". Cosa racconta il film? "La storia di un uomo semplice, che vive con la sorella (Lucia Sardo): sulle tracce della figlia, a Barcellona, incontra quella che crede sia u’amica della ragazza, Rosario (Mapi Galan), divorziata con una bambina. Invece si amano e formano una famiglia. In Spagna si può".

Banfi, Zapatero non abita in Italia. Ha messo in conto le critiche dei cattolici, proprio lei che è un attore formato famiglia? "Ci ho pensato sì, il tema è delicato. Sto attento a ogni sfumatura, alle parole, perché non voglio offendere nessuno: né i cattolici, né gli omosessuali. Ho corretto una battuta che dice mia sorella: "Quando a una famiglia capita una disgrazia come questa…". Ma quale disgrazia, "una cosa così". Sono certo che il pubblico capirà lo spirito di questa commedia al’italiana con un tocco alla Almodovar… ‘altronde sono amato dai cattolici e dal mondo gay". Dai tempi del’avanspettacolo. "Lo sa che venivano tutti a confidarsi da me? Riesco a dare serenità, so ascoltare. Ai tempi di Stasera Lino, un ballerino mi confessò che si era innamorato di me. A parte il primo momento di stupore, non sono mai stato una bellezza, mi fece piacere".

‘ favorevole ai Pacs? "La società è cambiata, i Pacs devono valere anche per due pensionate che vivono insieme per arrivare alla fine del mese. Si dovrebbero riunire giuristi, notai, commercialisti per studiare un modo di tutelare le coppie di qualsiasi tipo. ‘è una scena del film che ancora mi commuove: quando mia figlia viene accoltellata dal’ex marito della compagna, in rianimazione è ammesso solo un parente. ‘istinto grido: "Entro io, sono il padre!", ma poi capisco che Aurora vuole vedere Rosario, e mi tiro indietro. Un atto ‘amore estremo". Bello. Ma è aperto a tutte le novità? "Sono sincero, quando si parla, da parte di una coppia gay, di adottare i bambini, mi blocco. Non so, ho tanti dubbi, anche se i piccoli sono i primi a vivere le cose con naturalezza. ‘ho capito quando Virginia, mia nipote, ha visto alcune scene del film".


ROSANNA BANFI: "’IMBARAZZO ‘ PRENDERLO A PAROLACCE"

La figlia di Lino, Rosanna, reciterà accanto al padre per il film di Rai1: La verità è che ‘omosessualità femminile è un tabù. Da ragazzina pensavo che "lesbica" fosse una parolaccia

Rosanna Banfi

Rosanna Banfi

ROMA – Rosanna Banfi è una donna minuta di 43 anni, grandi occhi azzurri, due figli: Virginia, 13 anni e Pietro, di 8. Ha spiegato il suo ruolo ai ragazzi con semplicità: "Vedete, questa è la nuova moglie di mamma, nel film io e Mapi ci vogliamo bene, stiamo insieme. Per loro è tutto più naturale, sorridevano, si scandalizzano quelli del’età di papà". ‘ apparsa col padre nella serie Il vigile urbano e nel Medico in famiglia: adesso, col ruolo di Aurora, innamorata della spagnola Rosario, rompe un tabù.

"Non vedevo ‘ora, è la prima volta che ho la possibilità di tirare fuori qualcosa, mi hanno sempre affidato parti di ragazze perbenino, assistente sociale o "moglie borghese tu mi stufi", a me, che non ho nessuna puzza sotto il naso. ‘argomento dei Pacs è molto sentito" continua la Banfi "ed è giusto continuare a parlarne. La verità è che ‘omosessualità femminile è un tabù. Da ragazzina pensavo che "lesbica" fosse una parolaccia, invece è una definizione. Affrontiamo questa storia ‘amore con una commedia allegra, nello stile degli autori spagnoli, e sfatiamo i luoghi comuni, anche quello per cui le donne omosessuali hanno u’aria da maschio: in Piccoli padri né io né Mapi siamo virili".

Co’è il rapporto con suo padre sul set? "Abbiamo già girato un paio di litigate grosse, mi aspetta la scena in cui gli dirò "stronzo". La cosa che mi ha più colpito non è fare la lesbica, ma dirgli una parolaccia. Ho un p’ ‘ansia al’idea di riuscire a dirglielo in faccia, come quella scena in cui Nanni Moretti dà lo schiaffo al padre… Ma insultarlo in pubblico rafforza la verità della storia". ‘avrà contestato. "Eccome. Ci ho litigato tanto ma sono rimasta sempre a casa, a 16 anni era una lite continua: non mi voleva far uscire, faceva mille domande. E oggi che ho una figlia adolescente, anc’io ho paura di tante cose, ma diverse: Internet, le chat, le pasticche di ecstasy; io al massimo bevevo due Martini a una festa".


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