Indignati dalle offese razziste di Calderoli

  
Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato

Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato

“E’ indegno di un Paese civile che il vice presidente del Senato continui ad usare espressioni offensive ed argomentazioni di tipo razzista nei confronti di gay e lesbiche. Chiediamo a Franco Marini, presidente dell’assemblea di Palazzo Madama, di richiamare il suo vice ad un comportamento consono alla sua carica”.

Il presidente di Arcigay Sergio Lo Giudice esprime così l’indignazione dell’associazione per i nuovi insulti mossi da Roberto Calderoli a proposito del diritto d’asilo ai gay perseguitati.

“Calderoli non è nuovo ad insulti simili — ricorda Lo Giudice — frutto di quel desiderio morboso di attaccare i gay tipico dell’omosessualità repressa. Ma l’Italia non può accettare che, a differenza che nel resto d’Europa, diventi normale utilizzare contro gay e lesbiche parole mosse dall’omofobia, quel sentimento di paura e disprezzo che, secondo la Risoluzione del Parlamento Europeo del 18 gennaio 2006 è da considerarsi “analoga a razzismo, xenofobia, antisemitismo e sessismo”.

“Riguardo la necessità di dare rifugio a gay, lesbiche e transessuali perseguitati nel mondo — spiega il presidente di Arcigay – la questione posta da Calderoli col suo consueto tono da operetta è grave ed urgente: ribadiamo la necessità che l’Italia assuma un ruolo attivo per la promozione del rispetto dei diritti umani nel mondo; per ‘abolizione della pena di morte per sodomia, presente ancora oggi in Iran, Arabia Saudita, Afghanistan, Pakistan, Emirati Arabi, Yemen e in alcune regioni della Nigeria; per la depenalizzazione del reato di omosessualità e transessualità presente nelle legislazione di più di settanta paesi."

"È necessario che si giunga al più presto ad un’organica legge sul diritto d’asilo che comprenda anche l’accoglienza di donne e uomini perseguitati nel mondo a causa del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere.

"Secondo la Convenzione di Ginevra, va riconosciuto lo status di rifugiati a tutte le "persone che hanno la fondata paura di essere perseguitati per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un particolare gruppo sociale o politico", definizione che comprende appieno, come sottolineato anche da Amnesty International, gay, lesbiche e transessuali."


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