Gender Bender squarcia il velo sulle identità. Anche quelle politiche

  

"Gender Bender quest’anno ha assunto una funzione in più: il festival internazionale nato per riflettere sul tema delle identità di genere sessuale è diventato l’occasione per un confronto sui temi etici fra le identità politiche presenti nel centrosinistra. Non si perda l’opportunità di affrontare finalmente la delicata questione del rapporto fra convinzioni religiose e filosofiche personali e laicità della politica”.

È questa la valutazione di Sergio Lo Giudice, presidente nazionale di Arcigay, sulle polemiche che stanno accompagnando la quarta edizione del festival internazionale promosso dal Cassero, il comitato Arcigay di Bologna, e diretto da Daniele Del Pozzo.

“Il grande Amartya Sen, premio Nobel per l’economia indiano — spiega Lo Giudice — ci ha ammoniti a non soffocare ‘l’inaggirabile natura plurale delle nostre identità’ se vogliano costruire un mondo fondato sulla convivenza pacifica ed evitare scontri di civiltà. Lo scontro su Gender Bender è sintomatico di questo processo più generale: ad un evento che si interroga sulla pluralità delle identità di genere e di orientamento sessuale si contrappone un modello fisso ed immutabile di ‘normalità’. Siamo all’ennesimo capitolo della contrapposizione storica fra la libertà dell’uomo e l’imposizione di un sistema di norme presentate come eternamente ‘vere’ e perciò autoritarie ed oppressive”.

“Appare chiaro a molti come la violenta bordata sferrata dalla Curia di Bologna non fosse solo contro gay, lesbiche e trans, ma anche e soprattutto contro i cattolici impegnati in politica nel centrosinistra: sono loro i veri imputati di trasgressione alla norma vaticana, che li chiama ad essere artefici di una subordinazione della sfera civile e politica ai suoi principi dottrinali”.

“C’è un solo modo per impedire che ogni starnuto in via Altabella, sede della curia bolognese, crei un temporale nel centrosinistra: le forze laiche e cattoliche dello schieramento progressista si confrontino fino in fondo, e prima di procedere a rimescolamenti del quadro politico, sulla difesa dei diritti umani e civili, sull’etica sessuale e familiare e, in particolare, sui diritti delle persone omosessuali e transgender. L’autonomia e la forza del centrosinistra italiano si misureranno anche dalla chiarezza con cui saprà rispondere con una sola e ferma voce alle ingerenze curiali nella politica, secondo l’insegnamento che fu, tra gli altri, di Sturzo e De Gasperi”.


VISITA IL SITO DELLA 4° EDIZIONE DEL
GENDER BENDER FESTIVAL
"NATA LIBERA"
lunedì 30 ottobre – sabato 4 novembre 2006
www.genderbender.it


La polemica della curia bolognese

Da Gay.tv

Balkan Erotic Epic

Balkan Erotic Epic

BOLOGNA – A Bologna dal 30 ottobre a sabato 4 novembre la quarta edizione di’Gender Bende’. Anche quest’anno il festival internazionale dedicato alle rappresentazioni del corpo, delle identità di genere e di orientamento sessuale non passerà inosservato. si legge su Bologna Sette, inserto domenicale di ‘Avvenire. La Curia di Bologna se la prende con Comune, Provincia e Regione Emilia-Romagna i cui assessorati alla Cultura contribuiscono a finanziare il festival. Un duro attacco contro "’invasione barbarica che oltraggia la fede e la ragione dei bolognesi" di cui aveva già dato un anticipo monsignor Ernesto Vecchi (lo stesso che qualche mese fa aveva commentato il pestaggio di due omosessuali dicendo che "La violenza e la trasgressione sono cugine"), secondo il quale "il tentativo di mescolare identità sessuali stravolge le leggi naturali, ciò che è stato creato da Dio".

"Solo la censura, il pregiudizio e ‘intolleranza rischiano di riportarci al tempo dei barbari". Il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, replica così alle parole della curia, che ha commentato così alcuni dei prodotti proposti dal Festival.’Un video con un attore che esplora, attraverso ‘autostimolazione, le possibilità del piacere, della soddisfazione erotica. Un artista che appare in scena nudo indossando solo gli auricolari. U’altra che lavora sul concetto di animalità, inteso come istinto latente e complementare della natura umana. Una’piec’ dove sulla scena si muovono e recitano una donna nuda e un uomo in abiti femminili dal’identità fluttuante sotto gli occhi di un gruppo di bambole a grandezza naturale vestite da adolescenti".

"Le 12 pellicole che saranno proiettate in 6 giorni di eventi sono già passate per molti altri festival ufficiali tra cui quello di Cannes — fa notare Franco Grillini – Come mai le curie locali non hanno protestato? Sono forse meno sensibili di quella bolognese alla morale? La sproporzione dell’attacco — continua il deputato Ds – si spiega forse con le vicende locali e nazionali che riguardano l’avvicendamento all’interno della Cei dove dal 2007 lascerà l’incarico l’attuale presidente Ruini. Non è che per caso qualcuno da Bologna ha voglia di farsi notare?"

Anche Marco Follini, leader del neopartito”Italia di Mezz’ ha commentato la decisione di Cofferati di ospitare il Festival gay a Bologna: "Sono contrario ai matrimoni gay perchè per me il matrimonio è u’altra cosa. Ritengo però che ospitare il Festival gay a Bologna sia un atto di civiltà. Diverso è invece dare soldi pubblici ad un azione di parte."


Comunicato Stampa di Arcigay Il Cassero – Bologna

Paolo Poli

Paolo Poli

Ancora una volta la curia si lancia con tutta la veemenza di cui è capace contro ‘azione culturale che il Cassero svolge ormai da 25 anni, ossia da ben prima che ‘attuale vescovo di Bologna si insediasse. Se fosse più attento alla vita cittadina, il vescovo saprebbe che il Cassero, associazione che produce ed in parte finanzia Gender Bender, promuove cultura omosessuale anche di carattere sovranazionale come gli eventi di Gender Bender dimostrano senza ombra di dubbio.

Ci chiediamo perché e soprattutto in base a quale diritto il vescovo si senta in dovere di dire come la pubblica amministrazione debba spendere il denaro pubblico, cosa è cultura e cosa non lo è a suo insindacabile giudizio.

Una volta per tutte il vescovo svolga la sua funzione pastorale nei limiti che gli sono propri, si occupi di educare i propri fedeli a non andare ai festival culturali che evidenziano quanto sia variegato il mondo della cultura così che resteranno tutti colmi dello stesso pregiudizio e della stessa incompetenza dimostrata dalla curia.

Siamo rimasti veramente colpiti dalla violenza di questo attaccototalmente ingiustificato che arriva, per giunta, da una istituzione che fruisce a piene mani di milioni di euro di finanziamento pubblico che a vario titolo giunge nelle casse della chiesa cattolica.

Per Arcigay Il Cassero
Sandro Mattioli


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