W la RAI e “Il padre delle spose”

  
Lino Banfi ne'Il padre delle spos'

Lino Banfi ne’Il padre delle spos’

"Viva la Rai quando assolve con coraggio il suo ruolo di servizio pubblico e non evita di indagare e far riflettere su temi sociali rilevanti qual è il riconoscimento della pari dignità e dei pari diritti dell’amore omosessuale”.

Sergio Lo Giudice, presidente nazionale di Arcigay, esprime la contentezza dell’associazione per la trasmissione del film "IL PADRE DELLE SPOSE" che, in modo delicato, mostrerà agli italiani l’autenticità di una relazione d’amore fra due donne.

Il film per la tv di Lodovico Gasparini con Lino e Rosanna Banfi, andrà in onda lunedì 20 novembre 2006 su Rai Uno in prima serata nonostante la campagna di boicottaggio promossa da alcune organizzazioni religiose integraliste.

“Bene ha fatto la Tv di Stato a non cedere alle pressioni di chi vorrebbe mantenere il Paese con gli occhi chiusi di fronte ad una realtà diffusa e ormai legittimata in tutta Europa. In questi casi — conclude Lo Giudice — viene voglia di intonare la canzone di Renato Zero. ‘Viva la Rai, ci fa crescere sani!’”.


Da "repubblica.it" del 18 novembre 2006 – di CLOTILDE VELTRI

I cattolici della Rete contro Banfi: "Oscurate la fiction omosessuale"
Email e siti per dire no al programma: "Scrivete alla Rai". ‘ protesta contro il telefilm in onda il 20 novembre su Rai Uno. ‘attore fa il padre di una lesbica sposata, in Spagna, con la compagna

Lino Banfi

Lino Banfi

Lino Banfi, nei panni del padre di una ragazza lesbica che si sposa con la sua compagna, non è tollerabile. Perché la fiction verrà trasmessa sulla Rai in prima serata, perché la vedranno i bambini che, dio solo sa, cosa potranno pensare. "Noi questo non lo possiamo permettere…Per questo propongo di tempestare la Rai con emails di protesta, chiedendo lo spostamento in seconda serata (quantomeno!) della fiction…". ‘ questo, in sostanza, il senso della protesta che sta motando nei siti internet di area cattolica. La polemica riguarda, appunto, il telefilm prodotto dalla tv pubblica, protagonista il "nonno Libero" nazionale, alias Lino Banfi, la cui messa in onda è prevista per lunedì 20 novembre su RaiUno.

La trama è semplice: Riccardo (Banfi) è un agricoltore del sud di sani principi che va a trovare la figlia in Spagna e scopre che la ragazza è lesbica. Non solo: è sposata con la sua compagna. Dopo varie peripezie e diffidenze ‘uomo accoglierà di buon grado ‘omosessualità della ragazza, facendo prevalere ‘affetto sul pregiudizio. Ce ‘è abbastanza per far scattare la censura da parte dei cattolici che non apprezzano ‘apertura della Rai al mondo gay.

Soprattutto se il programma coinvolge un attore popolare e familiare come Banfi. Soprattutto se in prima serata, quindi in fascia protetta. La campagna contro la fiction si combatte a suon di email e di blog. Le prime chiedono ai destinatari di unirsi alla crociata per far slittare la programmazione o, addirittura, per annullarla.

Perché già nonno Libero aveva esagerato inneggiando – nella fiction "Un medico in famiglia" – "alle famiglie’aperte e allegr’, dove regna ‘allegria, la mancanza della mamma è surrogata da nonni e tate premurose, dove il padre si sposa la zia e insieme spariscono per lunghi mesi, lasciando la famiglia nelle mani di questo instancabile nonno, che denigra la scuola libera, inneggia al sindacato come risolutore di tutti i mali e si sposa la consuocera borghese per redimerla".

Il limite, secondo il sito Culturacattolica.it, sarebbe già stato abbondantemente superato, se non fosse che Banfi adesso obbliga i pubblico ad accogliere con simpatia il matrimonio tra due lesbiche. Prosegue il sito: "Nonno Libero, si lancia in u’altra operazione di’marketing cultural’, con la prossima fiction in onda su Rai Uno, il 20 novembre, in prima serata, dal titolo "Il padre delle spose".

Perché, si legge ancora: "Una cosa è accogliere la figlia lesbica e u’altra è dire che il matrimonio tra due omosessuali e due eterosessuali è la medesima cosa. Io voglio protestare, perché questo continuo far passare in televisione ‘idea, che tutte le unioni possono essere equiparate, è una forzatura innaturale. Non sospenderanno certo la fiction per le nostre proteste, ma far sentire la nostra voce, chiedere lo spostamento in seconda serata e magari disdire il canone Rai potrebbe essere utile".

‘anatema è assicurato. Ma restare a guardare passivamente non basta. Bisogna scrivere alla Rai, protestare, farsi sentire. Ecco quindi che i difensori della morale cattolica chiedono di inviare messaggi alla Rai in cui si invita a far slittare il programma o a depennarlo.

La crociata ovviamente ha immediatamente scatenato le contromosse dei laici della Rete innescando una vera e propria rincorsa al messaggio alla Rai. Il blog Pennarossa ha promosso una campagna per sostenere Banfi e la sua fiction politically correct. Lo stesso ha fatto Ivan Scalfarotto, già candidato della società civile alle primarie del’Unione, oggi autore di un blog.


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