La sorpresa del TorinoPride2007

  
Lo stand di Arcigay Ottavio Mai al Torino Pride 2007

Lo stand di Arcigay Ottavio Mai al Torino Pride 2007

Nonostante una massima popolare reciti che: “i fatti succedono perchè le notizie vengono pubblicate” il 30 giugno a Torino non si è avuto questa impressione. Nonostante lo sciopero dei giornalisti coincidesse con un evento che, per sua natura, è fatto apposta per creare la notizia non ha impedito a migliaia di attivisti gay e famiglie di scendere in piazza ed essere orgogliosi della propria identità sessuale.

Gli organizzatori hanno deciso di far svolgere comunque il Pride per tener fede all’impegno preso con la città e per rendere onore all’enorme sforzo dei volontari che sta sempre dietro all’organizzazione di questi grandi eventi. Lo sciopero dei giornalisti, con i quali noi solidarizziamo, non farà parlare della bella giornata di allegria che si è svolta.

Dopotutto noi gay ci siamo abituati. Quante volte abbiamo sentito la politica parlare del Roma Pride nei giorni seguenti il suo svolgimento? Quante volte abbiamo sentito invece i canti gregoriani dei professionisti delle prediche parlare, per dirla con le parole di Aurelio Mancuso, della più grande manifestazione omofobica nella storia della democrazia italiana? Per far contenti i porporati si ripartiscono tesoretti mentre per noi nulla. Solo silenzi. A Torino non c’è da illudersi sarebbe accaduto la stessa cosa di quella accaduta a Roma! Al più sarebbe stato una manifestazione ad appannaggio della stampa locale.

Ma dopo tutto vorremmo non essere più abituati a tutto questo. Ai silenzi assordanti che caratterizzano la politica e l’informazione su certi temi. Siamo Italiani. E siamo omosessuali. E, come dice una battuta del film Mambo Italiano, non c’è cosa peggiore che essere gay ed italiani.

Su l’Espresso di questa settimana una bella vignetta di Altan vuol diffondere l’ottimismo: Voi omosessuali siete gli unici ad essere orgogliosi di qualche cosa.


Da "La Stampa del 2 luglio 2007

TORINO PRIDE 2007: HA VINTO LA CITT'
Christian Ballarin del Coordinamento Torino Pride commenta il "successo inaspettato" della manifestazione di sabato scorso e sottolinea la partecipazione della città

E poi è arrivato il Torino Pride 2007, un po’ sottovoce, senza la pubblicità dello scorso anno, senza corteo ma con una piazza, la piazza dei diritti, ed è stato un successo inaspettato anche questa volta. Ci sarà un motivo per il quale le persone di questa città rispondono così bene a iniziative che, oltre al divertimento, alla musica e alla cultura, mettono al centro i diritti e le rivendicazioni politiche. Agli altri Pride solitamente partecipano in maggioranza gay, lesbiche, transessuali, ma a Torino è successo che a un certo punto non sapevi più chi era cosa e a che titolo era lì. Questo dà un valore diverso al nostro Pride, questo ci riempie veramente d’orgoglio, l’orgoglio di aver contribuito a costruire un tessuto sociale, una miscellanea di identità e di intenti che sa arricchire ed includere, prima che giudicare e dividere. Questa è la mia città ideale: un luogo denso di vite, pulsante di passioni, in cui chiunque può perlomeno provare ad essere se stesso, in cui ci si interroga sul perché delle cose: sul perché per una donna islamica può essere importante il velo, perché i centri sociali rivendicano spazi di aggregazione, perché una società al plurale è così difficile ma così bella.

Piazza Castello sabato era gremita da famiglie, ragazzetti, pensionati, turisti, fidanzati, cittadini immigrati, insomma tutto ciò che sta dentro ad un sabato pomeriggio in centro, con la differenza che tutti si sono fermati agli stand delle varie associazioni, hanno ascoltato la musica, applaudito le drag queen, hanno saputo accogliere una piazza «diversa», si sono mischiati, contaminati portando se stessi. Quando le battaglie del movimento Glbt (gay, lesbico, bisessuale, transgender) finalmente potranno vedere l’alba di un nuovo giorno sarà grazie a persone così. Sarà grazie a chi ha capito che i diritti non sono esclusiva di alcuni ma garanzia per tutti, sarà grazie alle associazioni che sono venute in piazza con noi, dalla Cgil all’Asai, dalla Uil al comitato Tutti diversi Tutti uguali, dalle associazioni delle donne a quelle degli studenti, da Libera all’Arci, da Amnesty Int. ai pionieri della Croce Rossa, sarà grazie ai volontari che hanno lavorato, a Marina Paganotto, ai Fratelli Sberlicchio, ai dj che hanno suonato per noi, alle Assessore alle Pari opportunità di Comune, Provincia e Regione, sarà grazie a tutte e tutti quelli che credono che per costruire una città ideale si può partire da una piazza in un’assolata giornata di giugno e sperare che possa esserci un seguito.


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