Un programma rabbioso e arrogante da Clerical Party

  

La chiesa non perde tempo. Dopo l'assemblea di Piazza San Pietro del Clerical Party, mascherata da raduno pro solidarietà al Papa, Bagnasco oggi ha ribadito le solite posizioni della gerarchia: no a leggi sulle unioni civili, no alla tutela per le persone lgbt contro le discriminazioni, ri-messa in discussione della legge sull'aborto, no al divorzio breve e via delirando.

Si è trattato di un manifesto politico da Clerical Party livido di odio nei confronti della libertà delle persone, della modernità, della vita concreta di milioni di cittadine e di cittadini italiani. Bagnasco sa molto bene cosa sta scritto all'interno del rapporto Eurispes: in un anno la fiducia e la simpatia degli italiani rispetto alla chiesa è crollata di ben l'11 punti passando dal 60,7 al 49,7%. Deve esser stato tremendo per lui rendersi conto che quello che noi andiamo dicendo da tempo è vero: la chiesa-partito imposta da Ruini e soci ha fatto perdere di credibilità all'intera istituzione, soprattutto fra le giovani generazioni

D'altronde le piazze saranno pur riempite dagli eserciti delle associazioni ecclesiali ma le chiese sono comunque vuote. Questo perchè da tempo è iniziata la fuga da una religione che non è più in grado di interpretare il messaggio cristiano ma è percepita solo come un esercizio del potere .

Non è una novità che Bagnasco attacchi frontalmente la dignità delle persone lgbt usando parole d'odio, indegne, razziste e antiscientifiche. Ha solamente rotto la tregua che durava dal Roma Pride 2007. Evidentemente si sente perso e ha paura perché sa che più gli omosessuali saranno visibili e felici e più la chiesa avrà difficoltà a nascondere la cruda verità: una moltitudine di vescovi, preti, laici e cattolici nascosti e invidiosi di non poter vivere alla luce del sole il loro orientamento sessuale.

Noi continueremo la nostra battaglia per dar voce all'Italia popolare, onesta, libera, civile e democratica. Un'Italia che non sopporta più queste mummie avvizzite dalla paura di perdere il potere. Potere che in parte continuano a mantenere solo grazie al fatto che la società italiana, attraverso le tasse, paga un tributo di quasi 4 miliardi d'euro l'anno.

L'appuntamento per noi è il 15 marzo, con LiberaItalia, che darà voce al popolo italiano sovrano.

Aurelio Mancuso

presidente nazionale Arcigay


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