Abbattiamo il muro!

  

Questa piazza è pronta a far sentire alla nazione il suo urlo indignato per gli omicidi, violenze, stupri, aggressioni, discriminazioni che tutti i giorni dobbiamo subire?
Sì io credo che sia pronta!!!

E’ anche pronta a rispondere adeguatamente al ministro Carfagna, che dopo aver negato che vi sia un’emergenza omofobia, l’altro giorno ha cancellato i finanziamenti previsti dalla precedente ministra Barbara Pollastrini per la prima ricerca nazionale dell’Istat sulle discriminazioni ai danni delle persone lgbt. Che dire? Vergona Crudelia Carfagna!!!

E’ sicuramente pronta a ricordare ora, con un minuto di silenzio i 14 omicidi di persone trans, gay e lesbiche degli ultimi due anni. Le migliaia di angherie a cui siamo stati sottoposti!

Ma questa piazza e tutto il popolo lbgt italiano non si fermano davanti al dolore, alla sfiducia, alla sopraffazione. Noi dobbiamo compiere un’opera talmente grande che non ci spaventerete mai!
Mai ci farete arretrare, mai ci indurrete a tornare nella clandestinità, al vostro silenzio!
Ed è per questo che ti chiedo popolo lesbico, gay, trans, transgender, libertario che sei qui oggi, di far sentire la tua voce!

Noi siamo un uragano d’amore che travolgerà i paurosi e rinsecchiti gerarchi cattolici, la timorosa e complice classe politica di questo paese, la sudditante intellighenzia che non ha mosso un ditto in nostro aiuto!

Siamo qui per dire che il tempo della nostra gentilezza è finito! Che sappiamo cosa fare! Riprendiamo le nostre vite, i nostri corpi, le nostre idee e le mettiamo al servizio di un nuovo inizio.
Basta con le cautele, basta con le deleghe, basta con le finezze e le divisioni ideologiche: la saggezza dell’amore lgbt deve pervadere tutto il paese.

Tocca a voi, a noi, dare un segnale forte e questo segnale si chiama soggettività politica e sociale dirette ed autogestite!
Costruire in tutto il paese, in ogni città, in ogni posto di lavoro, in ogni scuola, in ogni dove, gruppi, cooperative, reti, servizi, quartieri, lesbici, trans e gay.
Deve scendere in campo un nuovo forte potere sociale: noi!

Solo noi, insieme alle donne, ai movimenti di liberazione, di solidarietà, possiamo abbattere il muro dell’odio! E noi questo muro lo vogliamo e lo dobbiamo abbattere, come ricorda una stupenda canzone dei Pink Floyd.

Perché noi vinceremo, otterremo i nostri diritti, la nostra dignità sociale e cambieremo questo paese, solamente quando tutte e tutti i gay, le lesbiche, i/le trans si assumeranno la responsabilità diretta, personale di cambiare la loro!
Quindi la lamentazione è finita; siamo qui per stringere un patto fra noi: torneremo nelle nostre città e daremo battaglia, parleremo a chi è sfiduciato e lontano e gli diremo: sveglia è giunta l’ora che ti occupi di te, di tutti e tutte noi, perché la nostra vita non sia costretta alla rinuncia, alla clandestinità, all’incertezza!

Ascolteremo le parole delle istituzioni, del parlamento, del governo, quando mai arriveranno, ma è cambiata la musica anche per noi: nessuna concessione, nessun ripiegamento, nessun timore reverenziale: noi siamo milioni di cittadine e di cittadini italiani pretendiamo dignità, rispetto, parità di diritti e di doveri!

Perché se non si esce dal tunnel, allora conviene arredarlo!

Le offese e le stupidaggini della Carfagna, di altri ministri, dei tanti politici che per avere un po’ di visibilità ci insultano ogni giorno, ci lasciano indifferenti. Ora abbiamo un compito da portare avanti, e non ci facciamo distrarre dal teatrino, dai salotti televisivi, dagli opinionisti. Una corte vomitevole di persone, tra cui tanti omosessuali repressi e servitori dei potenti, con cui non vogliamo confonderci!

Solo se saremo tante e tanti, solo se ci vedranno in ogni dove, saranno costretti a darci i diritti che ci spettano da secoli!

E, infine, daremo presto segni tangibili che la festa per gli omofobi italiani è finita. Vi chiedo come primo appuntamento di dare vita alla più grande celebrazione di matrimoni lgbt mai vista in Italia, il 18 e il 19 ottobre in tutte le città migliaia di coppie si uniscano e diano vita al Registro nazionale dei matrimoni gay. Quando saremo decine di migliaia nessuno potrà più ignorarci! Nessuno potrà più dire che non esistiamo!

Popolo lgbt ti chiedo di sollevarti, di prendere in mano la bandiera della libertà e di far sentire dalle Alpi alla Sicilia il tuo potente e tuonante messaggio d’amore. Dammi la forza, diamoci la forza per cambiare questo stupendo e disperato paese.

Abbattete il Muro!!!

Bologna, 28 giugno 2008
Aurelio Mancuso – Presidente nazionale Arcigay


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