Pride a Genova e dibattiti a Savona

  

SAVONA. La notizia dei primi bagni gay del Mare Hotel è rimbalzata fino alla sede nazionale di Arcigay che l’ha ripresa sul suo sito web definendo l’iniziativa come "una trovata promozionale di un ristorante che fa confusione tra genere e orientamento sessuale».

«Non conosco questo locale – dice il segretario nazionale di Arcigay, il genovese Riccardo Gottardi – e leggendo l’articolo uscito sul vostro giornale è chiaro che si tratta di una provocazione. Ma il disegno che indica questo bagno crea confusione tra l’identità di genere e l’orientamento sessuale delle persone. Due cose ben diverse».

I bagni gay dei Mare Hotel sono forse una trovata pubblicitaria che non tiene conto della sensibilità delle persone? «Non ci scandalizziamo di certo se un locale vuole farsi pubblicità e che lo faccia "scherzando" con i gay – continua Gottardi – ma nei limiti del buon gusto e della sensibilità . Ho letto che in quei bagni uno schermo trasmette a ripetizione "Il vizietto"; un film importante ma datato 1978, che riporta uno stereotipo dell’uomo gay di quegli anni facendone una macchietta. Tra l’altro quella dei bagni non è una novità. Chi non ricorda la polemica sollevata dalla parlamentare Elisabetta Gardini quando Vide Vladimir Luxuria entrare nei bagni delle signore? Pochi sanno che una persona che cambia sesso deve affrontare dei passaggi molto dolorosi sia dal punto d i vista psicologico sia fisico e quella figura, mezza bambina e mezzo bambino del bagno è molto forte. Ma, come ho detto prima, credo che sia solo una provocazione e considero Savona una realtà più aperta rispetto ad altre della stessa Liguria ».

Una regione, la Liguria, di importanza fondamentale per il movimento omosessuale che ha scelto Genova come sede del prossimo Gay Pride e non esclude di avvicinarsi anche ad altre città liguri.

«Il nostro comitato genovese ha preso contatti con l’amministrazione savonese ma – conclude Gottardi – non posso dire che ci sia di sicuro un interesse a fare qualcosa con noi. Ci piacerebbe, comunque, che tutte le maggiori città liguri durante il gay Pride diventassero luoghi di dibattito e di confronto. Un dialogo è stato avviato si tratta solo di riprenderlo ma, più che gli amministratori savonesi è da avviare con il resto della città. Potrebbe essere interessante per Savona sviluppare questo discorso e farla entrare nel giro di informazione e pubblicità che suscita il Gay Pride».


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