Si salvi chi può

  

Napoli, una simpatica coppia diversa, Roberto Iodice e Salvatore Imbuto, decide di andare a vivere insieme trasferendosi nell’appartamento in cui anni prima, si è consumato l’omicidio di Monella, ex moglie di Roberto, caduta per mano di un noto maniaco criminale.

Presto i due dovranno vedersela con l’apparizione del fantasma della coniuge defunta, ricomparso dopo cinque anni con un misterioso proposito. Tra vicine ingombranti, madre dell’uno e padre dell’altro che si contendono il primato della follia, il proposito di convivenza col trascorrere delle ore prende sempre più le sembianze di un incubo che trova il suo culmine nell’arrivo dell’ennesimo carico pendente portatore, ovviamente, di nuove immeritate sventure… tutte da ridere.

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“SI SALVI CHI PUO’!’”… E’ questa alfine la soluzione? In un tempo senza maestri, né nobili ideali abbiamo le tristi motivazioni per crederlo necessario. Io non ho ricette, né rinuncio alla tentazione di fregare il destino con qualche genialata ma è certo che senza quella godereccia sensazione chiamata AMORE non riuscirei a fare due passi insieme.

Questa commedia è un tributo a questo sentimento perché credo sia davvero, ancora, il materassino salva culo che ci è stato concesso, l’unica vera polizza contro gli infortuni che si moltiplicano; anche quando va tutto male, anche quando abbiamo perso ogni cosa e le prospettive sembrano davvero catastrofiche  mi piace pensare che in fondo alla tasca qualche spicciolo di amore fa sempre la differenza.

Conosciamo il nostro mondo: uno spazio confuso, governato da tecnologie infide e poteri cialtroni. E’ questo il terreno su cui si muovono i protagonisti della commedia, Salvatore Imbuto e Roberto Iodice, incasinati irrimediabilmente, tormentati da mille dubbi e sostenuti da quattro speranze, inquinati dalla disillusione di genitori-figli e dai fantasmi del passato, avviliti da una società sorda e maniacale, predatori sanguinari e pensatori randagi, zavorrati da un carattere sessuale diverso in una ordinaria giornata di trasloco che rappresenta la nostra condizione transitoria perenne.

A chi si chiede perchè una coppia gay? io dico che si è scelto un punto di vista estremo per valorizzare certi traguardi che oggi, nel consumismo delirante mi sembrano pericolosamente sottostimati: la vita in comune, la condivisione, il matrimonio. Come se la caveranno i nostri amici? A chi chiederanno aiuto? Avranno spalle sufficientemente robuste  per resistere  in questa continua prima linea?

Loro conoscono la tragedia ma sanno che è solo la fase triste della commedia e si faranno bastare quegli spiccioli d’amore che comunque, trasformeranno la materia e garantiranno in barba a tutto, il lieto fine.


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