La scuola non è sicura per chi è omosessuale

  

VILLADOSSOLA – Stop alle discriminazioni di ogni genere». E’ questo l’obbiettivo del progetto «Nessuno è uguale a me», realizzato da Agedo, l’associazione dei genitori, parenti e amici di omosessuali, che insieme ad Arcigay del Verbano Cusio Ossola sta portando nelle scuole superiori del territorio con il sostegno di Regione, Provincia e Comune di Verbania. «Negli ultimi tre anni abbiamo incontrato numerosi studenti della provincia per cercare di abbattere i pregiudizi» ha spiegato Paola Dell’Orto, presidentessa e fondatrice di Agedo.

«Siamo andati in quasi tutti gli undici istituti superiori della provincia e abbiamo incontrato quasi 500 ragazzi, in prevalenza delle terze superiori» aggiunge Marco Coppola presidente di Arcigay Verbania e responsabile nazionale per la scuola dell’associazione. «I dati raccolti sono tanti, e si capisce come sia più difficile vivere la propria omosessualità in un territorio così piccolo rispetto a realtà come Milano, Bologna o altre grandi città» continua .

Agli studenti in ogni incontro è stato fornito un questionario, fatto visionare un video-documentario dal titolo: «Nessuno uguale. Adolescenti e omosessualità» patrocinato dalla Provincia di Milano, e al termine degli incontri si sono tenuti confronti diretti così che fossero proprio i ragazzi ad esprimere le proprie sensazioni, esperienze e opinioni. «Lo stimolo al confronto diretto tra studentesse e studenti è un punto importante del progetto» dice Coppola. «I dati raccolti hanno portato a risultati decisamente interessanti» sottolinea Coppola.

Nei casi di bullismo all’interno degli istituti solo il 3,11% dei ragazzi che vi assistono interviene in difesa della persona vittima degli insulti. Il 35 per cento sostiene di non essere mai intervenuto. «Fa riflettere il dato emerso alla domanda: “Pensi che un ragazzo o ragazzo omosessuale si senta sicuro all’interno della tua scuola?”, il 62,7% ha risposto di no» rileva ancora il presidente di Arcigay.

Dai dati raccolti emerge che il pregiudizio e la discriminazione avvengono sempre di più a causa della scorretta informazione che gli adolescenti reperiscono dalle più svariate fonti. «La credenza che la persona differente sia anche inferiore parte proprio da una scorretta percezione della diversità oltre che ad una insufficiente dose di abitudine alla comprensione e all’empatia» spiega Coppola. Agedo e Arcigay ritengono importante qualunque lavoro teso alla comprensione delle più svariate differenze come quelle di genere, di orientamento sessuale, di provenienza geografica, di diversa abilità, di religione, di lingua. «La valenza riscontrata attraverso il progetto è la necessità di fornire una corretta informazione quale base per suscitare opinioni autonome e critiche, e fondamento per la reciproca comprensione e civile convivenza. I ragazzi in diversi casi ci scrivono mail dopo aver assistito agli incontri a scuola e ci ringraziano di aver parlato dell’argomento» spiega Coppola.

Dopo le prime due fasi del progetto, quella nelle scuole e la messa in scena dello spettacolo «Comuni marziani», a ottobre verrà presentata la terza parte. «Se io fossi tu», sarà il titolo di una pubblicazione nella quale saranno inseriti alcuni racconti inventati o realmente accaduti che avranno come unico denominatore la discriminazione di ogni sorta e che saranno realizzati dagli studenti.


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