40 anni in Movimento

  

Sono andata via di casa a 10 anni, era il 1961. Bazzicavo la 42esima. I primi anni Sessanta non erano un buon periodo per le drag queen, i ragazzi effemminati o quei ragazzi che come noi si truccavano.

A quei tempi noi eravamo pestate dalla polizia, da tutti. E quando le drag queen venivano arrestate era un vero schifo! Ricordo la prima volta che sono stata arrestata, non ero nemmeno del tutto travestita. Camminavo per la strada e i poliziotti mi hanno semplicemente caricato in macchina.

Abbiamo sempre pensato che la polizia fosse il vero nemico. Non ci aspettavamo nulla più che essere trattati come animali, ed era proprio così.

Eravamo sbattute in cella come una manica di sbandate. Non ci rispettavano. Molte di noi venivano picchiate e stuprate.

Quando finii in prigione per 90 giorni cercarono di struprarmi. Ricordo che pestai uno di quei tizi a sangue.

Ho passato di tutto.

Nel 1969, la notte della rivolta dello Stonewall era una notte molto calda, afosa. Eravamo dentro il locale quando le luci si accesero. Smettemmo di danzare e la polizia entrò.

Ci trascinarono fuori dal locale e ci ammassarono contro i cellulari. I poliziotti ci spinsero contro le grate e le inferriate. La gente cominciò a lanciare nichelini e quarti di dollaro contro i poliziotti.

E poi partirono le bottiglie. Finché tutto lo squadrone di polizia si barricò dentro lo Stonewall, perché avevano davvero paura di noi stavolta. Non si aspettavano che reagissimo in questa maniera.

Non avremmo più accettato questa merda. Avevamo già fatto qualcosa per altri movimenti. Era il nostro momento.

C’erano per strada i gay del Village, i senzatetto che abitavano nel parco di Sheridan Square, e dietro di loro le drag queen e dietro di noi tutti quanti. Tagliammo le linee del telefono dello Stonewall e li lasciammo al buio.

Un reporter del Village Voice era rimasto dentro al bar. E secondo gli archivi del giornale, l’Ispettore Pine gli passò una pistola e disse: “dobbiamo farci strada fuori di qui”.

E questo fu dopo che un cocktail fu lanciato nel locale come un Molotov, mentre noi cercavamo di sfondare le porte dello Stonewall usando un parchimetro come un ariete. Loro erano pronti a fare fuoco.

Alla fine le squadre anti sommossa si fecero vive, dopo circa 45 minuti. Molti dimenticano che per ben 45 minuti li abbiamo tenuti in trappola.

A quei tempi tutti noi lavoravamo per molti movimenti: da quello delle donne, a quello per la pace, al movimento per i diritti civili. Eravamo tutti radicali. Credo sia questo che ci ha portato a farlo.

A un certo punto non ne puoi più di farti sottomettere.


  •