La violenza antiomosessuale non è fantasia

  

Chi crede che questi tempi siano contrassegnati solo da una gravissima crisi economica e che questo sia l’unico problema che abbiamo, probabilmente non ha un lucido sguardo sull’intero. Ci sembra infatti che la crisi che stiamo attraversando, mai come ora, riguardi i valori, la morale, la giustizia ancor più dell’economia. L’Italia è scossa da un’agghiacciante ondata di violenza che colpisce particolarmente la comunità e le persone omosessuali. Come in un incubo, certi figuri si divertono ad aggredire persone indifese e inoffensive che sono colpevoli unicamente di essere omosessuali. Come se questa fosse una colpa…

Il Circolo Arcigay Arcilesbica Omphalos di Perugia guarda con particolare raccapriccio ai fatti accaduti a Roma nelle scorse settimane. Il 21 agosto, mentre molti erano ancora intorpiditi dai calori ferragostani, un signore il cui patetico soprannome sarebbe Svastichella si concedeva il piacere di aggredire in un parco romano una coppia di omosessuali, spedendone uno all’ospedale. Il sindaco Alemanno si precipitò a dire che non si doveva parlare di una escalation di violenza omofobica ma di un singolo caso isolato. Il primo cittadino di Roma fu profeta del nulla: meno di una settimana dopo si registrava il tentativo di dare alle fiamme la discoteca Qube, che ospita le serate del Muccassassina. Anche in questo caso nessuno si è premurato di mandare un segnale forte, chiaro, inequivocabile: si è detto che si trattava di una piccola cosa, un ordigno confezionato in casa, incapace di far male. Sarà, ma la comunità omosessuale ha incominciato a preoccuparsi davvero, a sentirsi come un granello di sabbia nell’occhio di qualcuno, a chiedersi se finalmente i tempi perché anche la politica si decidesse a guardare in faccia l’omofobia che esiste in questo Paese fossero maturi. Ma nella palude di fine estate, si sa, non si muove mai niente e così oggi registriamo la terza aggressione antiomosessuale che in pochi giorni ha avuto luogo nella capitale. Le cronache raccontano di un lancio di bombe carta, nella notte del 1 settembre, proprio in san Giovanni in Laterano che a Roma è in assoluto la via gay per eccellenza.

Questi non sono, lo capisce anche uno stupido, singoli fatti isolati e anche se non si trattasse di un’unica mente organizzatrice è possibile che la risposta delle autorità (che sostanzialmente è mancata in questi giorni) abbia aperto la porta ad un fenomeno eventualmente emulativo.

Il Circolo Arcigay Arcilesbica Ompahalos di Perugia fa notare che oltre agli episodi descritti, in questi primi otto mesi del 2009 l’Italia è stata teatro di almeno 8 omicidi, 46 aggressioni, 7 estorsioni, 4 atti di bullismo e 4 atti vandalici ai danni di omosessuali (https://www.arcigay.it/report-omofobia-italia-2008-2009). Tutti quelli non denunciati alle autorità competenti o non riferite dai media non compaiono in questo calcolo, segno che la realtà è ancora più grave di come queste cifre la dipingano.

Ma questi signori stupidamente abili nel minacciare, aggredire, emarginare e taglieggiare salvo poi nascondersi come i codardi è il caso che sappiano che la comunità omosessuale non ha intenzione di lasciarsi intimidire. Non abbiamo paura di essere quello che siamo, non siamo disposti a nasconderci nelle cantine come i sorci. Si vergognino i violenti figli di qualunque ideologia, si vergognino loro che sono malati di mancanza di pensiero, si vergognino tutti quelli che dovrebbero far sentire ad ogni minoranza il pieno diritto di appartenenza alla società ma non lo fanno. Si vergognino e non si illudano di spuntarla. Non smetteremo di essere quello che siamo, non smetteremo di vivere la nostra vita, non smetteremo di condire i nostri amori con le nostre fantasie solo perché qualche cretino con la testa rasata e con un nomignolo riprovevole non ama l’idea che noi esistiamo. Si rassegnino!

Ma d’altra parte questi pochi imbecilli che credono di poter aggredire qualcuno solo perché gay, trans o lesbica sono confortati da una situazione di fatto che supera abbondantemente i limiti del paradossale. In Italia non esiste una legge che consideri l’omofobia un’aggravante nelle situazioni di violenza come quelle capitate a Roma in queste settimane. Si è parlato di una legge contro l’omofobia ma poi, all’italiana, si è permesso che il dibattito politico affogasse in mille rivoli. Ci chiediamo che fine abbiano mai fatto le norme contro le discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere, di cui si parlava. Oggi la comunità omosessuale è costretta a non avere paura e a manifestare da sola contro i soliti noti anche se la soluzione a questo problema dai margini francamente medievali è che si legiferi subito a tutela della minoranza lesbica, gay e trans. Ci pensi lo Stato, ci pensi la Regione… se ne occupino gli organi che per mandato sono competenti e responsabili per la sicurezza di tutti. Garantire a ognuno la libertà di essere come si è, rappresenta una delle responsabilità di chi ha la pretesa di rappresentare tutti i cittadini. Ebbene lo sappiano: siamo cittadini anche noi!

Il Circolo Arcigay Arcilesbica Omphalos di Perugia aderisce e promuove tutte le iniziative antiomofobiche che gli amici delle associazioni di Roma proporranno e si riserva di tenere gli occhi aperti perché Perugia continui a rimanere la città vivibile che è. O che sembra essere.

Roberto Mauri
Comitato provinciale Arcigay
Circolo Arcigay Arcilesbica Omphalos
Perugia


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