Quattro giorni a Sasso Marconi…

  

Da sabato 5 dicembre a martedì 8 si sono tenuti a Sasso Marconi, nei pressi di Bologna, due incontri; il primo riguardante il Progetto Bullismo, il secondo altri non era che l’ultimo incontro della Rete Giovani prima del XIII Congresso Nazionale del febbraio 2010.

Eravamo davvero in tanti e in tante, con tanta voglia di fare, di raccontarsi, di discutere e confrontarsi in modo molto costruttivo.

Obiettivo del workshop del Progetto Bullismo era lavorare allo sviluppo di nuove "Campagne di Comunicazione" sul tema. E così è stato. Si comincia con un’ottima attività non–formale per ripassare le definizioni e scoprire buone prassi da applicare nell’ambiente scuola per prevenire fenomeni di bullismo di matrice omofobica; si entra poi nel vivo del laboratorio con quattro ore interamente dedicate al tema della comunicazione sociale: parliamo di concept, slogan, parole chiave, format della comunicazione commerciale, processo di brainstorming. E al di là della tecnica cominciamo ad utilizzare un linguaggio comune, per far prendere vita alle nostre idee e renderle reali.

Tentiamo un esperimento: dividendoci in tre gruppi lavoriamo a una campagna anti-bullismo ognuna delle quali si focalizzi su un diverso attore/destinatario: il bullo, il bersaglio, l’osservatore. Lavoriamo in modo veramente intenso facendo tesoro dei concetti elaborati e discussi precedentemente e dopo la presentazione in plenaria delle tre bozze si chiude il primo giorno di attività.

Arriva la domenica e per avvicinarci meglio al contesto in cui queste campagne di comunicazione opereranno, ospitiamo un intervento della Rete degli Studenti Medi, sindacato studentesco nazionale che si occupa della tutela dei diritti degli studenti nelle scuole medie superiori, col quale abbiamo avuto modo di lavorare negli ultimi anni. Credo che questo incontro sia stato molto utile: la collaborazione come, del resto, anche il semplice scambio di informazioni tra noi e i sindacati studenteschi è necessario sia per renderci più consapevoli delle dinamiche interne dell’ambiente scuola sia per agevolare, e non è cosa da poco, il nostro reale e concreto impegno all’interno delle classi. Il dibattito è molto acceso e partecipato, sono in molti a chiedere informazioni sui diritti degli studenti, come sui modi di convocazione di un’assemblea o sulle tutele che le scuole offrono per prevenire dinamiche discriminatorie e di esclusione.  

La giornata prosegue con due focus group molto importanti. Nel 2007 Arcigay ha realizzato un progetto di dimensione europea sul tema del bullismo omofobico, chiamato "Schoolmates". E tra i materiali prodotti vi era un ‘manuale di sopravvivenza per studenti e studentesse’ con indicazioni sulla discriminazione, sugli stereotipi, sui pregiudizi, la violenza.

Ci siamo posti l’obiettivo di migliorare questo strumento, dopo due anni di azioni sulla Scuola in Arcigay e in un contesto sociale in cui alla parola bullismo vengono ormai associati tanti/troppi significati. Ci dividiamo in due gruppi: uno lavora sui contenuti e io mi occupo del lavoro di revisione grafica. Personalmente sono rimasto colpito nel vedere tutte e tutti molto attivi e solleciti nell’utilizzare nella maniera migliore e più funzionale gli strumenti e le terminologie di lavoro che abbiamo condiviso poco prima. Il risultato è di un ottimo lavoro in termini di contenuti e di stuttura che, come di consueto, viene presentato e discusso in plenaria.

 Contenti ed esausti salutiamo un pezzo del gruppo e ci prendiamo una pausa.

Il tempo di una doccia e siamo di nuovo pronti a inaugurare ufficialmente l’incontro della Rete Giovani.

Nelle ultime riunioni via skype ci siamo posti degli obiettivi ambiziosi, col risultato che l’agenda è molto piena. Per questo proviamo a vederci anche dopocena; e ne viene fuori una bellissima serata di racconto e di scoperta: delle attività svolte dai Gruppi Giovani di Arcigay e dai loro Comitati Provinciali. Ognuno di noi si presenta con materiali, foto, video, powerpoint. Viaggiamo da Catania a Bolzano, da Torino a Modena, da Milano a Mantova, da Livorno a Pisa, da Napoli a Perugia. E nessuno crede all’orologio quando si fanno le una del mattino…

Il lunedì, dopo il consueto "riscaldamento", iniziamo un nuovo percorso. Discutiamo cosa intendiamo per “giovani” e “generazione”. Parliamo di giovani gay e di giovani in Arcigay. Delle cose in comune, delle differenze. Ciascuna di queste parole ha un peso molto importante nel nostro lavoro, ma su di loro non è facile trovare dentro e fuori l’associazione una comune comprensione. Ne parliamo per provocazione ma anche con l’intento di imparare a raccontare meglio chi siamo e perchè ci impegnamo.

Continuiamo con un momento di formazione "europea". Fabio (Saccà) ci racconta come i giovani e le persone lgbt siano inseriti nella cornice delle politiche per la piena inclusione sociale dei cittadini nell’Unione Europea. Sembrava un corso di scienze politiche, e invece ci ritroviamo in un laboratorio di lobbying! Acquisiamo punti di riferimento comuni rispetto alle leggi e alle politiche sociali, l’Europa lavora da anni sulla popolazione giovanile, ma in base a precisi presupposti e sulla base di precise definizioni. Vediamo come i giovani sono visti dalle istituzioni, quali i loro fabbisogni, quali sono i fattori che le istituzioni ritengono "escludenti" per i giovani rispetto alla società e le strategie in campo per superarli. Infine ci siamo dati una definizione di "come stanno i giovani lgbt" al giorno d’oggi ricorrendo al Report sull’esclusione sociale dei giovani lgbt di IGLYO. Questa parte ci ha permesso di avere degli strumenti per "spiegare" dentro e fuori Arcigay il perchè della partecipazione giovanile e il perchè i giovani dovrebbero beneficiare di servizi specifici.

Ci siamo trovati con un sacco di strumenti in mano. E devo dire che ci sarebbero serviti molto nel laboratorio seguente, il più importante: quello sul nostro futuro. Immaginare i prossimi tre anni in associazione significa impegno, responsabilità, significa anche bisogni. Con l’uso di tantissimi post-it abbiamo cercato di evidenziare ciò di cui la Rete Giovani vuole continuare ad occuparsi nei prossimi anni, raccogliendo idee, proposte, suggerimenti. Al tempo stesso evidenziando anche quelle necessità di cui vorremmo l’associazione si facesse carica, in termini di formazione e di sostegno. Le progettualità sono tante, ma a costruirle assieme, sembra davvero tutto molto più vicino e molto più possibile.

Arriva l’8 dicembre, l’ultimo giorno. E’ una giornata interamente dedicata al Congresso e la affrontiamo iniziando da ciò che accomuna tutte e tutti noi soci: lo statuto. Abbiamo visto cos’è oggi Arcigay, come funziona, quali sono i suoi obiettivi, come i suoi meccanismi, come funzionerà il prossimo congresso e come sarà possibile partecipare.

E finalmente riceviamo un’ultima visita: ci raggiungono Giovanni Caponetto e Paolo Patanè quali rappresentanti delle due mozioni in discussione durante il XIII Congresso Nazionale di Arcigay. Le intenzioni dell’incontro erano molto semplici: permetterci di raccontare chi siamo, cosa facciamo e cosa abbiamo fatto; al tempo stesso capire meglio cosa in Associazione è oggetto di discussione in questi mesi e come possiamo migliorare Arcigay tutte e tutti insieme. Devo dire che l’incontro è stato molto interessante. Nonostante avessimo veramente poco tempo a disposizione credo che illustrare loro il nostro operato sia stato molto utile per metterli di fronte alla nostra grande determinazione, motivazione e, soprattutto, a quella professionalità che credo abbiamo dimostrato e continueremo a dimostrare in futuro qualunque sia l’esito congressuale.

Dopo l’incontro, ci prendiamo un’ultima ora per scambiarci un po’ di impressioni: su com’è andata, su cosa ne pensiamo del Congresso. Abbiamo provato a mettere a confronto le posizioni in gioco, ci siamo presi l’impegno a studiare meglio tutti i documenti, ma soprattutto abbiamo rinnovato l’intenzione di produrre un nostro contributo, un documento da presentare ai Comitati Provinciali per il Congresso. Un documento al quale stiamo lavorando anche in questi giorni.

Personalmente mi sono portato a casa un sacco di cose e perdonate se non ne ho saputo raccontare meglio lo spirito e i dettagli di questa quattro giorni a Sasso Marconi. Molti sono tornati a casa ma per me l’avventura non finisce qui.

Il tempo di rifare le valige e si riparte alla volta della Scozia, a Edimburgo per la General Assembly della Rete Giovanile LGBTQ internazionale IGLYO. Restate in ascolto. Vi racconteremo presto anche questa. Un caro saluto a tutte e tutti.

 


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