Gay in Comune per le nozze ma nessuno li riceve

  

Circondati da parenti e amici, si sono scambiati un bacio seduti nella Sala Rossa di Palazzo D’Accursio, proprio dove vengono celebrati i matrimoni in rito civile del Comune di Bologna. Ottavio Marzocchi e Joaquin Nogueroles Garcia, entrambi funzionari dell’Ue, si sono sposati in Spagna il 20 agosto. Ieri, simbolicamente, hanno simulato le nozze anche nella città natale di Ottavio. I neoconiugi, con un corteo organizzato dall’associazione radicale «Certi Diritti», volevano incontrare il sindaco Virginio Merola per chiedere la trascrizione dell’atto sul registro comunale, così come avviene per le nozze all’estero. Ma, assente il primo cittadino, impegnato con l’Anci a Milano, i due non sono stati ricevuti.
«Questa amministrazione non ha avuto la decenza di ricevere gli sposi. Ci hanno detto che una risposta arriverá a mezzo stampa», ha protestato Sergio Rovasio, presidente di «Certi Diritti». Prima di andare all’anagrafe, per consegnare la documentazione, sono entrati così nella sala dei matrimoni. Ad abbozzare scherzosamente il rito, la capogruppo di Sel in consiglio comunale, Cathy La Torre, vicepresidente del Mit (Movimento identità transessuale) e l’assessore di Polinyà de Xuquer, fratello di Joaquin, che aveva già unito i due in Spagna. Nell’occasione Emiliano Zaino, presidente del Cassero, ha auspicato che il Gay Pride 2012 si tenga a Bologna per festeggiare il trentennale dall’inaugurazione dello storico circolo Arcigay cittadino. Zaino ha spiegato che al momento è ancora un’ipotesi, ma che dall’associazione nazionale è già stato dato un parere favorevole. Il 28 giugno 1982, ha ricordato Zaino, fu il sindaco Renato Zangheri ad inaugurare il circolo. E venerdì l’associazione attende nella propria sede l’attuale primo cittadino Virginio Merola, invitato ad una riproposizione delle nozze del capogruppo del Pd in consiglio comunale, Sergio Lo Giudice, che sabato si è sposato a Oslo con Michele Giarratano. «Continueremo ad incalzare Merola dice Monica Mischiatti dei Radicali perché Bologna sia la prima cittá in Italia a riconoscere i matrimoni gay celebrati in altri Stati». Un altro anniversario ricorrerà il 7 settembre: un anno fa moriva a Bologna Marcella Di Folco, storico leader del Mit (Movimento per l’identità transessuale), già consigliere comunale nella città delle Due Torri. Per ricordarla Cathy La Torre, vicepresidente Mit e capogruppo di Sel a Palazzo d’Accursio, ha annunciato che proporrà un odg con la richiesta di intitolarle una via.


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