Bologna si candida per il pride 2012

  

Pubblichiamo il discorso di candidatura di Bologna a sede del prossimo pride di Emiliano Zaino, presidente Arcigay Cassero Bologna.

Quattro anni fa ho avuto l’onore di darvi il benvenuto a Bologna in occasione del lancio del bolognapride 2008.

Allora facemmo una riflessione sulle imminenti elezioni politiche e sul fatto che quella precipitosa chiamata alle urne stava determinando l’esclusione dei nostri temi da tutte le piattaforme programmatiche, in quanto ritenuti “eticamente sensibili”, per usare uno sgradevole termine con cui si volle accorpare tutte le questioni ritenute scottanti dai bigotti nostrani.

La politica, fatta da quei personaggi, decideva così di farsi “generalista”, eliminando le nostre tematiche dal dibattito politico, azzerando completamente i rapporti con il movimento LGBT determinandone l’esclusione da ogni tavolo di discussione o di scrittura delle proposte di legge riguardanti i nostri temi e le nostre rivendicazioni.

Quali sono i motivi di questa estromissione?

Non siamo stati ritenuti interlocutori affidabili o è un’altra la ragione che ha determinato questa presa di posizione nei nostri confronti?

Una chiave di lettura ci viene dal concetto di “Politica del disgusto”, così come espresso da Martha Nussbaum, secondo la quale la repulsione nei confronti delle persone LGBT, viene sintetizzata in un’unica significativa parola “disgusto”. vi cito testualmente le parole della Nussbaum.

“Per lungo tempo la nostra società, come molte altre, ha affrontato gli orientamenti e i comportamenti omosessuali in base a una politica del disgusto, nella misura in cui molti individui hanno reagito alla scomoda presenza di gay e lesbiche con un’avversione profonda simile a quella suscitata dagli escrementi, dagli insetti viscidi e dal cibo avariato, e poi citato questa stessa reazione per giustificare una gamma di retrizioni giuridiche, dalle leggi antisodomia al divieto dei matrimoni gay” … “Benchè l’influenza di queste rivendicazioni abbia forse raggiunto il culmine negli anni ottanta e novanta, e da allora sia in declino, la politica del disgusto continua a esercitare la propria influenza, spesso in modi più sottili e impliciti. è nostro compito quindi comprendere perchè non costituisce un buon approccio alla politica e al diritto in una società democratica”… “la politica del disgusto è in profonda contradizione con l’idea astratta di una società fondata sull’uguaglianza di tutti i cittadini, nella quale tutti hanno diritto a un’eguale protezione da parte della legge.”

Ovviamente il contesto a cui si riferisce la Nussbaum è quello statunitense, ma noi, comunque periferia di quell’impero, non siamo certo estranei a quel processo culturale e vale la pena ricordare la dichiarazione di Michele Vietti (Udc), oggi vicepresidente del Consiglio superiore della Magistratura, quando nel 2009, da deputato, sollevò la prima pregiudiziale di incostituzionalità sulla legge contro l’omofobia presentata dal Pd.

Vietti affermò che nell’orientamento sessuale rientrerebbero anche «pedofilia, zoofilia, sadismo, necrofilia», di conseguenza non si può approvare un’aggravante per reati che hanno queste finalità. Parole gravissime che accomunano una «variante naturale del comportamento umano» – definizione dell’Organizzazione mondiale della sanità – a patologiche perversioni che, se messe in atto, costituiscono reato.

Sullo sfondo, e fare da guida a questo rigurgito di intolleranza, il peccato, quell’enorme contenitore in cui cade tutto ciò che è bandito dalla morale cattolica.

Di fronte a questi comportamenti dobbiamo rispondere con la nostra profonda indignazione, proprio come è accaduto ieri in numerose città di tutto il mondo.

Anche se nel nostro Paese l’indignazione va ben oltre i temi della crisi economica globale e della necessità di un nuovo protagonismo della cittadinanza attiva.

Qui si vive una crisi profonda, un imbarbarimento culturale che ha la sua manifestazione più evidente nei comportamenti neofascisti e da tardo impero del nostro presidente del consiglio e che pervade ogni ambito del vivere civile.

Prima di iniziare il percorso verso il pride 2012 è necessario fare anche una riflessione sul nostro movimento, sulla nostra produzione politica negli ultimi quattro anni e dobbiamo farlo insieme.

Dobbiamo trovare la modalità per tornare ad esprimere con forza tutto il potenziale del nostro movimento e delle nostre istanze.

Siamo di fronte ad un interlocutore pressochè sordo e del tutto disinteressato sia alle nostre tematiche sia a tutto ciò che appartiene ad una società civile e democratica.

Dobbiamo cambiare linguaggio ma soprattutto devono cambiare le nostre intenzioni.

Bologna si propone come il luogo in cui questo processo vedrà la sua realizzazione, se accetterete con il vostro voto di candidare Bologna quale sede del prossimo Pride alla prossima assemblea di movimento.

Bologna è la città in cui vive una delle più forti e longeve comunità organizzate omosessuali e transessuali italiane, il Cassero compirà 30 anni l’anno prossimo.

In questa città vogliamo riprendere la riflessione e ridare vita all’azione di tutto il movimento lgbt italiano e i destinatari del nostro agire dovranno essere soprattutto le donne, gli uomini le persone che camminano per strada quelli con cui condividiamo spazi e tempi comuni, quelli con cui possiamo realmente costruire la via del cambiamento.

Riprendiamo il dialogo con ogni parte del movimento diamo voce alle istanze che spesso vengono anche da noi dimenticate.

l’anno prossimo ricorrerà il trentennale della legge 164/82 sulla riattribuzione del sesso biologico. questo anniversario sarà occasione per portare all’attenzione dei più il tema dell’identità di genere nel momento in cui internazionalmente si propone la depatologizzazione della transessualità.

E come dimenticare che la più agguerrita battaglia si combatte sul corpo delle donne, questa è ancora la madre di tutte le battaglie, sintomatica del comportamento di uno Stato che si infila nei nostri letti, nelle nostre mutande fra le nostre libertà e che giuridicamente ci stupra.

Non dimentichiamoci neppure che il nostro Paese è cronicamente il Paese delle molte velocità e che qualunque riflessione può essere buona per tutti solo in un contesto in cui giungano analisi di territori dei diversi sud e dei diversi nord.

Il Cassero, Arcilesbica Bologna, Agedo Bologna, Famiglie

Arcobaleno Bologna, il MIT sono pronti ad assumersi la responsabilità di divenire catalizzatori della rinascita di un dibattito positivo e in grado di produrre elaborazioni politiche che trovino una ampia condivisione e multiformi espressioni.

E’ arrivato il momento di riprenderci la scena e di far rinascere quello spirito di rivalsa civile che si è presentato la prima volta 40 anni fa dall’iniziativa di Mario Mieli, era il 1972 ed era stata organizzata una protesta davanti alla sede del “Congresso internazionale sulle devianza sessuali” organizzato dal Centro italiano di sessuologia, di ispirazione cattolica, svoltosi a san remo.

Questo spirito di sfrenata sfacciata e spudorata rivalsa deve rinascere.

La palude del disgusto dentro alla quale ci hanno immerso ci ha resi apatici, è arrivato il momento di dire basta.

Prendiamoci le piazza parliamo alla società civile tutta che cavalcherà insieme a noi l’onda dell’indignazione.

Emiliano Zaino, presidente Arcigay Bologna