LGBTI verso le urne: appunti per la campagna elettorale

  

Nella Legislatura che ci lasciamo alle spalle la comunità LGBTI ha tagliato il traguardo della legge sulle unioni civili, una legge che non ci ha consegnato la piena uguaglianza che da sempre chiediamo, ma ha segnato il primo riconoscimento istituzionale dell’esistenza delle nostre famiglie, riconoscendo diritti e tutele fondamentali, e innescato al contempo un cambiamento culturale ampio nella nostra società, tuttora in corso. Tuttavia, al fianco di questa vittoria legislativa e di tutti i suoi corollari istituzionali, non possiamo non registrare come le altre istanze di carattere legislativo su cui abbiamo focalizzato in via privilegiata la nostra attenzione siano rimaste inevase, dalla implementazione di leggi e politiche efficaci a contrasto e prevenzione di ogni forma di discriminazione basata su orientamento sessuale e identità di genere, al riconoscimento della capacità genitoriale per le persone LGBTI e i conseguenti diritti dei nostri figli.

Diversi fattori negativi rischiano di sbarrare la strada al proseguo della nostra azione. È evidente – e preoccupante – innanzitutto lo spostamento di parte dell’opinione pubblica verso posizioni più conservatrici, nel migliore dei casi, se non addirittura illiberali, populiste e reazionarie, che strizzano l’occhio ai movimenti neofascisti e neonazisti, in Italia come in Europa, e recentemente anche negli Stati Uniti. Questo clima di arretramento culturale dal quale pochi Paesi europei sono immuni, è caratterizzato da un fenomeno per noi ancora più inquietante: la saldatura d’intenti e di azione tra le forze neofasciste e il movimento anti-gender. Un’alleanza che abbiamo visto all’opera nell’ultimo anno con azioni combinate contro gli interventi di prevenzione al bullismo nelle scuole, contro iniziative culturali e in generale nell’ostinata intenzione di diffondere una paranoia collettiva legata alla fantomatica “ideologia gender”. Dopo il tema “migranti”, è evidente come il tema “LGBTI” e in generale tutti i diritti e le libertà sessuali, siano in cima all’agenda politica di questa coalizione reazionaria. In questo contesto, la questione dei bambini viene usata come muro tra le persone LGBTI e la società, venduta come ultima frontiera della resistenza contro la dissoluzione della società e della nazione. E infatti la paura irrazionale su come le persone LGBTI possano corrompere o minacciare i bambini è stata usata per spazzare via la stepchild adoption dalla legge sulle unioni civili, ostacolare il nostro lavoro nel mondo della scuola e bloccare ogni ragionamento attorno ad una riforma inclusiva della legge sulle adozioni.

Per rilanciare la nostra narrazione di società aperta e inclusiva delle diversità e dare una risposta efficace all’erosione culturale in corso con l’avanzata reazionaria. è necessario puntare senza ambiguità sui valori della libertà e della diversità, imprescindibili per lo sviluppo sano della società, delle famiglie e dei singoli individui . Consci di questo gravoso compito, però, dobbiamo anche sapere che è fondamentale e urgente giocare un ruolo attivo ed efficace nell’imminente passaggio elettorale, stimolando i candidati e le forze politiche sulle istanze per noi centrali, cooperando nel dare evidenza pubblica a quei candidati che danno supporto alle nostre istanze e mettendo l’opinione pubblica – LGBTI e non – nelle condizioni di sapere con certezza a chi sta consegnando il proprio voto. Dobbiamo perciò necessariamente concentrarci su alcuni punti sui quali chiedere un impegno diretto alla politica. Quello che proponiamo è un programma che non esaurisce lo spettro di rivendicazioni e di impegno di Arcigay, ma che ci permette di ingaggiare con efficacia il processo elettorale e coinvolgere l’opinione pubblica su cinque punti specifici:

  • Legislazione per la creazione di un istituto matrimoniale unico per le coppie a prescindere dal sesso dei coniugi.
  • Provvedimenti legislativi a contrasto e prevenzione dei crimini d’odio, delle violenze e discriminazioni legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere.
  • Legislazione che allinei la nostra normativa a quella dei paesi più avanzati, che riconoscono il percorso verso la depatologizzazione della condizione trans attraverso l’assunzione del principio di libertà di autodeterminazione della persona.
  • Possibilità di adozione per le coppie dello stesso sesso e per i singoli.
  • Possibilità di accesso alle pratiche di procreazione medicalmente assistita per le coppie omosessuali tramite modifica alla legge 40, riconoscimento della genitorialità alla nascita e risoluzione delle problematiche di riconoscimento del rapporto genitori figli per le famiglie omogenitoriali già esistenti.

Questa sintesi è l’esito del documento politico discusso e votato nel Consiglio nazionale Arcigay del 25/26 novembre scorsi.