Unioni civili, un anno fa un milione in piazza per #Svegliatitalia

  
ARCIGAY: “QUELLA MOBILITAZIONE È ANCORA VIVA E CHIEDE DIRITTI”

Bologna, 23 gennaio 2017 – “Un anno fa un milione di persone, in oltre cento città  italiane e in alcune capitali straniere, scendevano in piazza al grido “Svegliati Italia!”, per indicare al Parlamento, impegnato in quelle settimane nella discussione della legge sulle unioni civili, il traguardo dell’uguaglianza  per  tutte e tutti”: lo ricorda Gabriele Piazzoni, Segretario nazionale di Arcigay. Che prosegue: “Quella mobilitazione, lanciata da una coalizione ampia di associazioni lgbti, ci ha consegnato la testimonianza di un Paese che non vuole rimanere indietro, che è convinto che un diritto in più sia una ricchezza per tutte e tutti.  Da Aosta a Ragusa da Cagliari a Venezia e da Londra,  da Copenhagen, da Berlino, da Boston, ci è giunto il segnale evidente di  una presa di parola collettiva  e straordinaria, che non si è esaurita in quella giornata né si è data sconfitta, nelle settimane successive,  dinanzi agli stralci e alle approssimazioni che la legge sulle unioni civili ha subito in sede di approvazione. Oggi vogliamo celebrare questo anniversario, vogliamo festeggiare ogni diritto che lottando abbiamo conquistato e viverci fino in fondo la soddisfazione di tutte quelle persone che grazie a quella battaglia oggi possono avere una vita diversa, migliore. Ma soprattutto vogliamo celebrare quella mobilitazione perché è ancora viva, perché si è posta come meta ogni diritto che ancora manca. Chiediamo quindi che si proceda alla riforma delle legge sulle adozioni, com’era stato garantito. E che si apra la discussione sul matrimonio egualitario. Allo stesso modo è urgente che si legiferi contro omofobia e transfobia e più in generale che si rendano efficaci le norme  volte a contrastare crimini e parole d’odio, in un Paese che di odio si sta ammalando. Ed è proprio su questo fronte che l’Italia deve rimanere sveglia, pronta a mobiltarsi e a portare in piazza il prorio rifiuto verso un modello che emargina e opprime non solo le persone lgbti, ma anche le donne, le persone migranti, le minoranze etniche e religiose, le persone diversamente abili, le persone povere, gli anziani. Ogni occasione è utile e va colta per ribadire l’orizzonte dei diritti, a partire dal prossimo 8 marzo in occasione dello sciopero nazionale delle donne, ennesimo atto di ribellione contro una violenza di genere dilagante che aggiorna quasi quotidianamente l’elenco dei femminicidi. E ancora torneremo nelle piazze per la stagione dei Pride, quest’anno ancora più ricca e necessaria. C’è una parte di Paese, ampia e battagliera, che ha sete di diritti e che la politica ha il dovere di ascoltare”, concude Piazzoni.