Grosseto, la città vuole una risposta

  

IL MONDO GAY FA GUERRA AL CENTRODESTRA
Da “IL TIRRENO” di venerdì 3 gennaio 2003.
di Dario Remigi

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Provincia favorevole. Era stato il presidente della Provincia Lio Scheggi, in una lunga intervista apparsa sul trimestrale “Fare” all’inizio di dicembre, a dimostrare grandi aperture di credito verso il movimento GLBT (gay, lesbico, bisessuale, transessuale) della nostra città, a margine dei festeggiamenti per il primo anno di attività del circolo di cultura omosessuale “Leonardo da Vinci”. «Una società che si richiama a valori di civiltà — ha affermato Scheggi — è prima di tutto una società che rispetta e accetta la diversità: l’handicap, la razza, il colore della pelle, la sessualità. La fondazione del circolo “Leonardo” a Grosseto è un fatto di grande importanza per tutto il territorio e denota una crescita culturale oltre che una maturità sociale non sempre comuni nelle realtà cosiddette di provincia.» La politica maremmana, insomma, sembrava al fianco delle rivendicazioni dei gay.
Comune contrario. Arriviamo così a venerdì 27 dicembre 2002. Alle 9.30 il Consiglio comunale discute, in una tumultuosa riunione e dopo molti rinvii, la proposta di legge regionale contro le discriminazioni da orientamento sessuale e identità di genere presentata da Arcigay Toscana, Associazione “Ireos” di Firenze, AGEDO (Associazione di genitori, parenti ed amici di omosessuali) e MIT (Movimento identità transessuali). Con 17 voti contrari, 5 astenuti e 10 favorevoli, il Consiglio comunale nega il sostegno alla proposta regionale, bocciando la mozione avanzata dall’Arcigay di Grosseto e dal consigliere DS Chiara Daviddi.
L’ira dell’Arcigay. Le reazioni sono durissime ed immediate. Alle 12.30 una nota ufficiale del Presidente Arcigay di Grosseto Davide Buzzetti attacca frontalmente la giunta del sindaco Antichi: «Voi e la gente come voi infanga il nome dell’Italia repubblicana, della democrazia, della libertà, della stessa Costituzione che avete tanto nominato, della laicità delle istituzioni, dell’intelligenza oltre che del buon senso. Vi era stata offerta l’opportunità di far sentire orgogliosa la società maremmana: ci avete dato modo di continuare a sentirci cenerentola nella Toscana delle libertà e del progresso. Perché la Toscana è altro, perché tra poche settimane quella proposta diverrà legge della Regione, grazie a chi ha veramente a cuore la lotta contro le discriminazioni e le ingiustizie.» Sarcasticamente, Buzzetti ringrazia il sindaco Alessandro Antichi «che ha ritenuto bene assentarsi durante la discussione e la votazione, dimostrandosi attentissimo alle nostre richieste e alle da lui sempre sostenute istanze di libertà.»
A ventiquattro ore di distanza, anche il coordinatore regionale Arcigay Alessio De Giorgi commenta negativamente il voto comunale di Grosseto. «Era difficile — sostiene — dichiararsi contrari ad una simile proposta di legge, che sanciva il diritto per un paziente adulto di designare la persona a cui i medici devono riferirsi per il consenso ad un trattamento terapeutico in caso di sua incoscienza o incapacità prolungata. Essere contrari a questa legge significa essere fuori dall’Europa e fuori dalla cultura dei diritti civili. E’ ridicolo appellarsi all’articolo 3 della Costituzione per mettersi al riparo dai rischi di discriminazione che esistono nella società civile: è un po’ come dichiarare l’inutilità delle leggi sullo smaltimento dei rifiuti perché la costituzione prevede, all’articolo 9, la tutela del patrimonio naturale. Quello che più sorprende, però — conclude De Giorgi — è l’atteggiamento di codardia del sindaco Antichi, assente in aula al momento della votazione.»
I DS infuriati. Anche Chiara Daviddi, dopo averci pensato un po’ ieri ha rotto gli indugi: «Sono sbalordita — dichiara la consigliera dei DS — della votazione del consiglio comunale sulla proposta di legge regionale, tanto per i contenuti emersi, quanto per le modalità di discussione della seduta, nella quale si è sfiorata la rissa. Come sua abitudine, il sindaco Antichi ha offeso per primo e senza mezzi termini l’opposizione che chiedeva il rispetto delle regole, fra cui il diritto ad avere risposta sulle interrogazioni presentate molti mesi prima, o più in generale sul clima di rispetto per tutte le posizioni culturali e politiche che emergono nelle sedute pubbliche. Circa i contenuti: il mio gruppo e quello di Rifondazione pensano che la proposta di legge contro le discriminazioni per orientamento sessuale sia un esempio di intervento nella società che migliora la qualità di vita di tutti i cittadini della nostra provincia. Per questo hanno presentato e sostenuto la legge. I consiglieri della maggioranza — compresi quelli della Margherita che si sono astenuti — pensano invece che sussistano già tutti gli elementi necessari per garantire le pari opportunità a tutti coloro che manifestano diversi orientamenti sessuali. Noi non ne siamo affatto convinti. Il sindaco non si sa bene cosa pensi, dato che è scomparso dall’aula durante la votazione, dimostrando la sua irresponsabilità, giacché era in discussione una proposta che riguardava la qualità della vita di ognuno di noi.»
Antichi replica. Ma il sindaco di Grosseto Alessandro Antichi rispedisce al mittente ogni accusa. «Il tenore delle affermazioni e lo stile delle reazioni — dichiara Antichi — dimostrano ampiamente che gli autori della nota [dell’Arcigay] non possono essere considerati interlocutori di un confronto civile. Il mio gesto di astenermi dalla votazione si presta a molte possibile letture, una delle quali è senz’altro l’intenzione di mantenere l’Amministrazione su una posizione neutra rispetto alle questione di coscienza e dei diversi stili di vita. Le polemiche che ne sono seguite, tuttavia — conclude il sindaco — dimostrano da quale parte stiano i veri tratti dell’intolleranza. Altro infatti è esprimere posizioni di dissenso dall’operato della maggioranza, altro è dare seguito ad insulti gratuiti.»
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Comunicato Stampa
Circolo Arcigay Leonardo da Vinci
7.1.03

L’Arcigay rilancia al Sindaco, “la città pretende una risposta”

Troviamo alquanto maldestro e irresponsabile da parte del Primo Cittadino di una città il continuare a glissare le risposte ad una situazione cosi grave. L’aggressione che la Vostra amministrazione ci ha scagliato in quel famigerato consiglio non trova giustificazioni, è evidente che non ci sono giustificazioni plausibili e tutto il centrodestra grossetano è adesso in una grave crisi di legittimità. Più che con Lei me la prendo con il Consiglio e i partiti che vi sono dietro, i veri colpevoli di ciò che è accaduto. Le risposte che pretendiamo non deve darle solamente alla popolazione omosessuale duramente colpita dal voto e soprattutto dalle parole dei Consiglieri del centrodestra, ma le deve a tutta la popolazione grossetana, a tutti coloro che credono in uno stato laico e libertario, democratico oltrechè difensore delle minoranze e della diversità come valore. La città di Grosseto tra i tanti suoi difetti ha anche molti pregi, primo quello di essere una città aperta e tollerante, ed ha per sua natura un particolare rispetto per la diversità; qualità che evidentemente non ha la sua classe dirigente.

Credo che con le parole potrete continuare a condire questa faccenda all’infinito, vedi le ultime dichiarazioni dell’UDC, noi vi chiediamo due semplici gesti, chiari quanto concreti:

Vi invitiamo ad un dibattito pubblico entro la metà del mese (per il quale abbiamo già avuto numerose richieste dalle emittenti televisive locali) nel quale ognuno possa spiegare le proprie ragioni di fronte alla cittadinanza. Ci sono molte domande alle quali non può sottrarsi dal rispondere; purtroppo la sua Amministrazione non si è mostrata neutrale, anche se dobbiamo ancora ben capire cosa significhi rimanere neutrali sulla discriminazione, ma ci ha votato contro. Perché? Perché è a favore delle discriminazioni? Perché non aveva letto la legge? Perché si sono distratti? Perché Lei è nelle mani di bigotti e estremisti conservatori, i veri burattinai della politica comunale?

Apprendiamo dai giornali che vi definite ispirati da valori di uguaglianza e rispetto, sarete felici di sapere che in occasione della Giornata della Memoria il 27 gennaio prossimo commemoreremo con due iniziative le vittime dell’olocausto nazifascista. Come certamente saprà in quei terribili anni le vittime di quella barbarie non furono solamente ebrei, zingari e prigionieri politici ma anche migliaia e migliaia di omosessuali. Noi sabato 25 proporremo presso il circolo ARCI Khorakhanè di via Ugo Bassi la presentazione di un libro che racconta dello sterminio degli omosessuali nell’Europa nazifascista. Domenica 26 invece con una delegazione di Arcigay Toscana ci recheremo presso il campo di concentramento di Roccatederighi per portare una corona di fiori in ricordo di tutti i morti. Purtroppo spesso le vittime gay vengono dimenticate e in pochi le nominano durante le commemorazioni, chiediamo quindi a Lei e alla Sua Amministrazione di Patrocinare gli eventi e di essere presenti.
Noi ci saremo, voi?

Non abbiamo intenzione, né ora né in futuro di chiudere la porta a questa maggioranza, meno che mai per preconcette ragioni di appartenenza politica. Nel nostro operato c’è solo l’intento di migliorare la convivenza civile in questa città. Chiunque, attraverso gli strumenti della politica, voglia collaborare con noi è bene accetto. Non ce la prendiamo ideologicamente con il centrodestra piuttosto che con il centro ma condanniamo fortemente l’omofobia e il pregiudizio, ovunque queste si annidino. Qualora Lei avesse una posizione diversa da quella dei Consiglieri della maggioranza le chiedo di renderla pubblica, è un suo dovere oltrechè un nostro diritto, in tal caso si aprirebbero enormi nuovi spazi di dialogo ma deve dircelo, non possiamo immaginare come la pensa il Sindaco della nostra città. Sappiamo che la posizone del Consiglio non è quella di tutto il centrodestra, le stiamo chiedendo di avere un po più di coraggio e di difendere i valori democratici e di tolleranza delle stesse istituzioni oltrechè di isolare la parte più conservatrice del suo schieramento. Il nostro appoggio sarebbe totale.

Davide Buzzetti
Presidente Arcigay Leonardo Da Vinci


COSA SI CHIEDE ALLA REGIONE — Scheda
La proposta di legge regionale contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere è un disegno di innovazione normativa nelle materie di competenza regionale, avanzata dall’Arcigay, l’Associazione “Ireos” di Firenze, L’AGEDO e il MIT della Toscana. Ispirandosi all’art. 3 della Costituzione italiana, all’art. 22 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e ai punti 1 e 2 della Dichiarazione ONU dei diritti universali, la proposta di legge — che a livello regionale conta sull’appoggio di DS, Verdi e Rifondazione Comunista — vuole impegnare il Parlamento della Toscana ad intervenenire nelle quattro direttrici di competenza regionale:
a) Formazione: la Regione individuerebbe come suo compito permanente le attività di aggiornamento e qualificazione del proprio personale per “l’adozione di modalità linguistiche e comportamentali ispirate alla considerazione e al rispetto per ogni orientamento e identità sessuale, etnica religiosa”. I dipendenti degli uffici pubblici sarebbero quindi tenuti ad osservare adeguati “canonici linguistici e comportamentali tanto nei rapporti esterni all’amministrazione, quanto tra loro stessi”.
b) Media: la proposta di legge prevede l’accesso pluralistico ai mezzi di informazione “dei vari orientamenti e identità sessuali compresenti nel contesto sociale, ai loro modelli e riferimenti culturali ed alle problematiche psicologiche e relazionali generate dalle diversità”. Alla Regione spetterebbe la funzione di monitoraggio e controllo.
c) Sanità: il disegno di legge prevede la creazione di un apposito tesserino sanitario per “designare la persona a cui i medici e sanitari devono riferirsi per ricevere il consenso a un determinato trattamento terapeutico qualora il diretto interessato versi in condizione di incapacità naturale e il pericolo di un grave pregiudizio alla sua salute e/o integrità fisica giustifichi l’urgenza e indifferibilità della decisione”. Si prevede anche il diritto per la persona designata “di accedere con flessibilità di orario alla stanza del malato, di permanervi oltre i tempi istituzionali di visita per prestare assistenza e sostegno psicologico, di seguirne ogni fase della degenza”.
d) Lavoro: la proposta di legge prevede che i servizi per l’impiego della Regione operino di concerto “per garantire l’effettività del diritto al lavoro ad alla sua libera scelta a tutte le persone il cui orientamento o identità sessuale rappresentino una condizione di debolezza occupazionale”. Anche “mappando” la realtà territoriale per verificare se e dove esistano condizioni di svantaggio determinate dall’orientamento sessuale.
Interessante per la realtà maremmana è anche l’articolato che prevede, per le aziende del settore turistico, incentivi alla differenziazione dell’offerta e la penalizzazione per quelle imprese che rifiutano le loro prestazioni a soggetti portatori di un diverso “orientamento o identità sessuale, disabilità fisica o psichica, età, razza, casta, religione, appartenenza politica o sindacale”.


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