Alzati e democraticamente cammina

  

Nell’immagine che vedete qui a fianco riconoscerete, inconfondibile, la sagoma di Superman. Quale filo eccentrico lega il supereroe per eccellenza ai nuovi traguardi della ricerca medica?

Il caso – più cinico del consueto – ha voluto che nel 1995 Christopher Reeve, l’attore che al cinema ha dato vita a Superman, rimanesse paralizzato dopo una brutta caduta da cavallo. Presto Reeve è diventato il volto più riconoscibile, insieme a Nancy Reagan (moglie del presidente, morto qualche settimana fa dopo lunghi anni di Alzheimer) e all’attore Michael J. Fox (malato di Parkinson dal 1991), di una battaglia scientifica e civile intrapresa da migliaia di studiosi, operatori, malati, cittadini: il sostegno alla ricerca sulle cellule staminali. Dai superpoteri dunque, dalla magica possibilità di risolvere i problemi dell’umanità grazie a muscoli d’acciaio ed altre mirabili facoltà extra-terrestri, ai poteri delle donne e degli uomini che pure, nelle loro miserie e nelle loro paure, anche nelle loro malattie, sanno offrire più concretezza e coraggio di mille supereroi.

È necessario un breve panorama su queste cellule, rifiutandosi di scoraggiarsi rispetto alla complessità dell’argomento. Le cellule staminali sono quelle cellule indifferenziate presenti nel nostro corpo (ad esempio nella cute o nel sangue del cordone ombelicale) che mantengono una fondamentale capacità: quella di proliferare, dando vita a nuove cellule che si possono specializzare, andando a sostituire o a “riparare” i tessuti malati. Possiamo immaginarle come mattoncini forniti dall’organismo, pronti ad autorigenerarsi e soccorrere il nostro corpo in caso di pericolo.

A livello terapeutico l’esempio forse più noto è l’autotrapianto delle staminali del midollo o del sangue, impiegato da anni in casi di leucemia e neoplasie varie. Proprio ai rivoluzionari traguardi terapeutici sottesi allo studio delle staminali guarda la comunità scientifica internazionale: è notizia recente l’investimento di 25 milioni di euro voluto dal governo inglese per ricerche in questo campo, dopo la creazione di una prima banca di cellule staminali. Il numero delle patologie potenzialmente interessate è davvero ampio, considerato — purtroppo — la quantità delle forme degenerative dell’organismo: la sclerosi laterale amiotrofica, il morbo di Alzheimer, il morbo di Parkinson, il diabete, la displasia ossea, le lesioni del midollo spinale, l’ictus, l’insufficienza cardiaca cronica, le malattie degenerative della retina, il lupus…

Le ricerche sperimentali indicano la particolare utilità delle cellule staminali embrionali. Tali cellule sono presenti nei primissimi giorni dello sviluppo dell’embrione (lo stadio di blastocisti nella fase preembrionale, prima che inizi il processo di differenziazione) e vengono chiamate totipotenziarie: questo perché, a differenza delle staminali adulte, possono dare vita a tutti i tipi di cellule del nostro organismo, rigenerare ogni tessuto. Ciò spiega il forte interesse per simili unità e, al tempo stesso, la delicatezza del processo: quando, entro i primi 14 giorni, vengono estratte le staminali, l’embrione – non ancora giunto a uno stadio di individualità — muore. Non si tratta, ovviamente, di “produrre” figli destinati alla ricerca, ma di impiegare gli embrioni sovrannumerari generati nelle fecondazioni assistite. Infatti, quando si ricorre alla fecondazione artificiale (necessità sempre più presente, considerato l’aumento della sterilità: ogni anno circa 9.000 bambini nascono con procreazione assistita), comunemente vengono fecondati più embrioni: quelli non impiantati sono congelati. Proprio su questi embrioni soprannumerari (che non potranno più essere impiantati né evolversi) va condotta la ricerca medica, come indicava nel 2000 la Commissione ministeriale guidata dal Nobel Renato Dulbecco, la medesima che ha stimato in 10 milioni il numero di malati italiani che possono sperare in questi studi.

Un nuovo avversario, oggi, è comparso di fronte a Superman. La recente legge sulla procreazione medicalmente assistita (legge n. 40/2004), oltre ad ostacolare molto le coppie che devono accedere alla fecondazione assistita ed obbligare i medici a trattamenti pericolosi per la donna, blocca la ricerca sulle cellule staminali embrionali. Una scelta in contrasto con il panorama internazionale, che costringe ad un’amara constatazione: le migliaia di embrioni cliorefrigerati nei centri di fecondazione finiranno dimenticati, o peggio nei rifiuti, quando — solo in nome del principio di beneficialità — potrebbero aiutare il progresso medico e, un domani, la vita di milioni di individui.

“Non resta che essere d’accordo con il referendum abrogativo di una legge ingiusta e giuridicamente non in linea con lo statuto di un Paese democratico”, così si è espresso Umberto Veronesi, uno dei molti scienziati — fra tutti, Rita Levi Montalcini — che ha preso posizione rispetto al descritto provvedimento. È infatti in atto una raccolta delle firme per un referendum abrogativo della legge 40, promosso dall’Associazione Luca Coscioni e dai Radicali Italiani insieme a tante realtà associative (ad es. l’ARCI; la Federazione Associazioni Italiane Para-tetraplegici; l’Unione italiana per la lotta alla distrofia muscolare; l’Associazione ligure diabetici). La raccolta scade a settembre: si può firmare in ogni comune di residenza, ma la pubblica opinione non è molto informata, né su questi argomenti né su questo strumento.

Certo sulla via referendaria è lecito avere diverse riserve, tuttavia è uno strumento concreto per imporre, in un paese sempre più distratto, la discussione di temi — la genetica, la libertà di ricerca, la condizione dei malati, l’informazione — davvero trascurati. Tutto ciò nel pieno rispetto delle legittime opinioni personali.

Difficile dire se, una volta ancora, Superman saprà superare questa sfida. Il migliore auspicio proviene da un sintetizzatore vocale, collegato a un computer. È la voce di Luca Coscioni, docente di economia immobilizzato dal 1996 dalla sclerosi laterale amiotrofica, corpo esemplare di questa battaglia. Quella caratteristica voce metallica sollecita la responsabilità di ciascuno, così da permettere un domani in cui, grazie alla scienza e non attraverso la mera speranza o il miracolo, si potrà dire, come suggerisce Coscioni: alzati e — liberamente, democraticamente — cammina. Un risveglio e un cammino, direi, di tutte le coscienze, al di là di ogni carrozzella e di ogni scoraggiante riluttanza.

Gabriele Mina


Note

Per una prima introduzione a questi temi cfr. fra i molti DEMETRIO NERI, La bioetica in laboratorio. Cellule staminali, clonazione e salute umana, Roma-Bari, Laterza, 2001; GIOVANNI SABATO, L’officina della vita. Cellule staminali, medicina rigenerativa, trapianti, Milano, Garzanti, 2002 e il libro di LUCA COSCIONI, Il maratoneta per Stampa Alternativa. Un ottimo aggiornamento è fornito dal Notiziario sulle cellule staminali dell’ADUC (Associazione per i diritti degli Utenti e Consumatori) al sito http://staminali.aduc.it

L’adesione di Arcigay al Referendum contro la Legge n. 40/2004 sulla PMA


  •