“Maledetti Froci”, la presentazione di Carrara

  

CARRARA «MALEDETTI froci è l’urlo rozzo, troglodita, che deve farci vacillare, che vuole svegliarci dall’immobilismo, è un’eco viscerale e di coscienza che ci scongiura di sollevarci dalla genuflessione cui la prepotenza di un pregiudizio primitivo ci ha costretti». Sintetizza così, Maura Chiulli, con la forza espressiva che le appartiene, il senso del suo libro che è stato presentato nel corso di una manifestazione organizzata da Alessandro Bandoni, presidente dell’associazione per la difesa dei diritti della comunità Lgbt, con il giornalista David De Filippi. Titolo per esteso: «Maledetti froci & maledette lesbiche». «E’ STATA un’idea del mio editore (Castelvecchi) spiega l’autrice ma lui voleva semplicemente Maledetti froci’: ho insistito per inserire la parola lesbiche’, purtroppo ancora più colpita dal pregiudizio: viene usata come fosse un’offesa e non lo è. Il libro è nato da un’urgenza personale ed emotiva precisa la Chiulli Lavoro all’Arcigay e ricevo continue richieste di aiuto». Il libro racconta proprio le storie di chi non ne può più, come L: «Mi faccio schifo. Sento di essere gay, ma io non sono frocio. I froci sono effeminati, io sono un uomoNon dirmi di andare da uno psicologo, non ci andrò, non ho soldi e non ho voglia». C’è Serena: «Sentivo di non poter abbracciare una donna, poi ho capito che mi dava fastidio stringere e sentire i seni. Non so se era fastido o piacere. Mi faceva schifo, io mi facevo schifo». […] di Stefania Grassi


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