Testing HUB HIV

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Progetto Testing HUB HIV

finanziato con fondi dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese

 Codice progetto: OPM/2023/43949 –  Bando Ordinario 2023

 

Il progetto “Testing Hub HIV” si pone l’obiettivo di mettere a sistema le esperienze acquisite negli anni, coordinando le attività di programmazione, formazione, supervisione e verifica dei servizi di testing HIV community-based, rendendo scalabili le buone prassi costruite nel tempo, per sostenere la gestione dei servizi community-based in almeno 10 città italiane utilizzando risorse, strumenti e output già prodotti. 

 

La necessità di aumentare l’offerta attiva del test, abbattendo le barriere all’accesso, nasce dall’evidenza dell’elevato numero di diagnosi tardive riscontrate ogni anno. In Italia, secondo i dati disponibili dell’Istituto Superiore di Sanità – Centro operativo AIDS (COA) dal 2015 è in aumento la quota di persone a cui viene diagnosticata tardivamente l’infezione da HIV. Nel 2021, il 63,2% delle persone con una nuova diagnosi di infezione da HIV ha un numero di CD4 inferiore a 350 cell/μL.

l test HIV, insieme ai controlli per le altre infezioni sessualmente trasmissibili (IST), sono un nodo chiave delle strategie di prevenzione e di riduzione del danno. D’altra parte però l’accessibilità al test HIV non è sempre facile. Da una parte c’è una strutturale disomogeneità dell’offerta del test sul territorio, dall’altra i dati dello studio europeo EMIS sugli uomini che fanno sesso con uomini (MSM) fanno comunque pensare che il counselling pre- e post-test sia un tema chiave per le persone LGBT, che trovano difficile parlare di pratiche sessuali in contesti clinici formali durante il counselling, mentre trovano più semplice farlo in contesti community-based.

E’ proprio la strategia community-based che viene raccomandata dall’OMS per tutte le popolazioni chiave, incluse le persone MSM: si riferisce alla promozione e offerta attiva del test HIV, collegata ad un referral immediato per il trattamento in caso di esito positivo, ma gestita direttamente da operatori alla pari provenienti dalla comunità, anche operatori non clinici ma appositamente formati.

Testing Hub HIV” intende ampliare l’attivazione di test community-based, in grado di favorire l’accesso alla diagnosi precoce dell’HIV per le popolazioni chiave più vulnerabili, come MSM, che hanno difficoltà a cercare attivamente i servizi di test e counselling HIV all’interno di contesti territoriali in cui il sistema di assistenza sanitaria pubblico è carente nella gestione del servizio.

 

L’obiettivo è pertanto strutturare una rete capillare di servizi dedicati alla prevenzione dell’HIV e altre IST, ampliando l’offerta di test rapidi community based in Italia. Il progetto si pone in continuità a quelli già svolti nel 2014-2018 grazie al contributo dell’OPM Chiesa Evangelica Valdese.

 

L’attività CBVCT ha lo scopo di proporre il test in contesti non clinici e in orari non convenzionali con l’obiettivo di favorire l’accesso al test e di supportare le persone nella presa di contatto dei servizi territoriali in caso di positività. L’attività di testing ha quindi un duplice scopo: a livello individuale favorisce l’instaurarsi di un’abitudine al test per la popolazione MSM con lo scopo di ridurre il danno e favorire l’avvio delle terapie; a livello collettivo l’attività di testing ha lo scopo di dare informazioni corrette e dettagliate ad ampie fette della comunità e operare allo scopo di ridurre lo stigma e la porzione di late-presenter soprattutto nei contesti in cui i servizi pubblici sono carenti.

 

Sul piano della gestione globale del rischio di comunità il test è un tema chiave di prevenzione. La comunità scientifica è ormai concorde sul fatto che la stragrande maggioranza di nuove infezioni è determinata probabilmente dalla minoranza di coloro che hanno l’HIV e non sanno di averlo. 

Prima una persona sa di essere sieropositiva e prima può essere indirizzata verso l’avvio delle terapie e ridurre la diffusione del virus nelle reti sociali della stessa. Azione chiave in questo senso lo svolge la TasP (Treatment as Prevention) e le evidenze scientifiche degli ultimi anni dimostrano che la persona con viremia azzerata da più di sei mesi non può trasmettere il virus.

 

Oltre a monitorare l’offerta del test HIV, negoziare con le istituzioni un accesso facilitato e assicurarsi che sul territorio le persone che vogliono fare il test gratuito e anonimo sappiano dove andare e siano ben accolti, parte di una strategia vincente sul testing è l’assunzione in proprio del servizio di offerta del test HIV (ma in prospettiva anche di altre IST) in un’ottica community-based: questo è un punto chiave che segna il lavoro politico-istituzionale di Arcigay sull’accesso al test HIV.

 

Inoltre, il test HIV deve essere inserito in una strategia globale di prevenzione che includa anche l’offerta degli altri tipi di test: sifilide, innanzitutto, ma anche gonorrea, clamidia, HPV, o altre infezioni quali epatite B e C. Questo è un elemento centrale: la coinfezione HIV-sifilide o altre (gonorrea, condilomi, ecc) facilita la trasmissione dell’HIV e riduce anche l’efficacia della TasP. Tuttavia oggi i test diversi dall’HIV sono spesso scarsamente offerti dalle istituzioni sanitarie, o l’offerta quando c’è segue canali, modalità e costi disparati su tutta la penisola.

 

Elaboreremo attività di ricerca-azione e advocacy interna, per disseminare e fare proprie le le buone pratiche acquisite, condividendo nei prossimi mesi i risultati con tutti i territori associati, individuando i 20 territori in cui è carente l’offerta attiva del test rapido HIV community based in cui investire,uniformando le prassi con le realtà già strutturate e avviate.

Ci proponiamo quindi di mettere a sistema tutte le risorse formative già disponibili, output e strumenti operativi per replicare l’avvio di nuovi servizi community based, formare e aggiornare i comitati già operativi, sostenere l’acquisto di nuovi test rapidi in quei territori e realtà che non beneficiano di altri contributi per sostenere l’attività, per coordinare la gestione dell’attività di testing in tutta Italia.

Valuteremo la fattibilità e sostenibilità di percorsi di collaborazione strutturale tra l’associazione, i territori e le strutture sanitarie in un’ottica fortemente community-based, orientata a:

1) spostare l’offerta di test in setting non clinici e in orari non convenzionali, più consoni alla comunità;

2) coinvolgere operatori alla pari – possibilmente anche HIVpositivi – nell’offerta attiva del test (financo nella effettuazione del test, oltre che nel counselling); 3) introdurre l’offerta del test rapido HIV/sifilide dove non esistente.

 

Verranno realizzati n. 10 formazioni suddivise in 10 percorsi formativi in FAD e n. 10 weekend in presenza, ciascuno da n. 12 ore, per fornire gli strumenti e le conoscenze necessaria a strutturare l’attività di testing HIV/Sifilide e l’implementazione, gestione e monitoraggio di servizi di testing CBVCT in 10 territori associati ad Arcigay, con l’offerta del test rapido HIV/Sifilide.

 

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OPUSCOLO INFORMATIVO SU HIV E ALTRE IST (Infezioni Sessualmente Trasmesse)

 

Referente: Ilenia Pennini

Contatti: [email protected]