Vendola: la Lega fomenta paure e odio

  

di Stefano Polzot
Come si riconosce l’attrazione verso un leader? Dal pubblico che riempie la sala oltre ogni ordine di posti; dall’attesa senza esasperazione all’arrivo dopo un’ora di ritardo; dai fischi nei confronti dei dirigenti locali che non si sbrigavano a dargli la parola. E’ quanto successo ieri sera in Fiera con il comizio del leader di Sel, Nichi Vendola, che ha richiamato circa 700 persone, quasi quante erano accorse qualche giorno fa per ascoltare Pierluigi Bersani. E Vendola non ha deluso il suo popolo, partendo dal terremoto, richiamato in un video iniziale. «La storia dei terremoti – ha affermato – è lo specchio d’Italia e voi friulani siete testimoni di una ricostruzione esemplare non ha nulla a che fare con le new town che un venditore di tappeti ha coniato per l’Abruzzo. Abbiamo imparato da voi che le emergenze vanno prevenute prima che affrontate». Quindi, in terra padana, l’affondo nei confronti della Lega nord. «Dobbiamo elaborare un patriottismo – ha sostenuto – legato al genere umano non alle piccole identità. Le bandiere non vanno usate come una clava e non hanno alcun richiamo con l’identità folclorica e rancorosa della Padania che alimenta le paure per mettere in contrapposizione i più deboli». Vendola ha anche rilanciato la necessità di un accordo nel centro-sinistra. «E’ giunto il tempo – ha affermato – di costruire un’agenda comune. Non è sufficiente la varietà e la qualità che abbiamo in giro per l’Italia in queste amministrative. Il centro-sinistra deve diventare una bandiera nel cervello e nella testa di milioni di persone che sono a disagio, a volte nauseate, altre disperate. C’è un’Italia migliore che ha bisogno di toccare con mano il profumo dell’alternativa». Un nuovo patto che non può partire dai veti, conseguenti agli inviti al Pd «a rompere con Di Pietro e Vendola». E al leader dell’Udc, Pierferdinando Casini che si trovava a pochi chilometri di distanza, ha aperto le porte al dialogo. «Si può discutere – gli ha chiesto – dell’Italia piuttosto che dei balletti del potere? Delle famiglie? Possibile che nel ciclo berlusconiano proprio le famiglie del Family day siano ridotte allo stremo? E se lo sono questo dipende dall’Arcigay o dalle politiche sociali ed economiche del ministro Tremonti?». Fuori dalla Fiera Vendola è stato accolta da alcuni militanti di Rifondazione comunista, in primis Michele Negro, che hanno distribuito un volantino denunciando il fatto che Sel ha escluso il partito dall’alleanza per il Comune. Una scelta che, prima che arrivasse, ha creato qualche dissapore con i simpatizzanti di Sel che hanno contestato il metodo usato. Ad aprire i lavori il candidato sindaco, Giovanni Del Ben, seguito da Angela Chiddemi e Pierantonio Rigo.


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