Pordenone. Registro unioni civili, Arcigay in pressing

  

In campagna elettorale il sindaco Pedrotti, così come gli altri candidati, ha assicurato il registro delle unioni civili. «E’ un provvedimento che ha un valore più che altro simbolico, ma che mostra un segno importante di cambiamento per cui chiederemo alla nuova amministrazione di mantenere quell’impegno. Ma non ho difficoltà a credere che così sarà – dice il vicepresidente di Arcigay Giacomo Deperu – perché ci è sembrato aperto». Mentre New York ammette i matrimoni omosessuali e l’Europa legifera per ridurre le discriminazioni legate alle inclinazioni sessuali, l’Italia è al palo e così anche le amministrazioni locali possono fare poco. «Pordenone, così come Udine, è già tra i Comuni italiani più aperti – dice Deperu – in quanto interpreta la legge anagrafica su base affettiva». Un esempio? «Una coppia di lesbische che chiede un contributo per la propria figlia che va all’asilo viene considerata già come una famiglia». Ma i passi da fare sono ancora molti, non solo da parte del Comune. «Nell’assegnazione delle case popolari – spiega Deperu – non rientriamo in graduatoria come coppia, per fare un esempio». Una questione che sta particolarmente a cuore ad Arcigay è la lotta all’omofobia che deve partire dalle scuole. «Lo scorso anno – ricorda Deperu – il progetto di Arcigay, che ha ottenuto anche la medaglia d’oro dal presidente della Repubblica, ha coinvolto 1200 studenti, ma nessuno di Pordenone». Il Comune, contrariamente alla Provincia, ha conferito il patrocinio «ma quello che chiediamo all’amministrazione, anche se non ha compiti specifici in materia, è di aiutarci a entrare nelle scuole, a vincere le resistenze di presidi e famiglie». Arcigay riconosce comunque che «Pordenone e Udine sono all’avanguardia. Se anche Trieste prenderà questa direzione, come sembra, il Friuli Venezia Giulia potrebbe davvero essere il fiore all’occhiello in Italia per quanto riguarda di diritti civili». (m.mi.)


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