Diego ed Enzo «coppia certificata» Primo caso a Pavia

  

di Anna Ghezzi
PAVIA Stanno insieme dal 1969 e per vedersi riconosciuti come famiglia hanno provato persino a fare le pubblicazioni di matrimonio, nella speranza di ottenere una sentenza della Corte costituzionale che sancisse la loro esistenza giuridica come coppia. Niente da fare. Ieri, però, all’ufficio anagrafe del Comune, sono riusciti a realizzare un piccolo passo: Vincenzo Ceraolo, 54 anni, e Diego Geroldi, medico di 63, hanno richiesto il certificato di famiglia anagrafica. E tra un paio di settimane, dopo la verifica da parte dei vigili del fatto che abitano insieme, saranno finalmente sullo stesso stato di famiglia. «E’ un primo passo, ed è la prima volta che accade a Pavia – spiega Giuseppe Polizzi, socio fondatore di Arcigay Pavia –. Si tratta di un riconoscimento formale del fatto che loro vivono insieme perché “uniti da un rapporto di affettività”, come scritto sul modulo». Al momento l’unico diritto acquisito è di avere due loculi attigui al cimitero. «Ora bisogna pensare ai vivi – spiega Polizzi – Chiediamo che la famiglia anagrafica non sia discriminata negli atti amministrativi, di accedere a politiche di protezione familiare e alle graduatorie per le case popolari». «Non festeggeremo, il cammino è ancora lungo – racconta Vincenzo Ceraolo –. E noi non ci arrendiamo». Richiedere il certificato anagrafico per loro è soprattutto un gesto simbolico, per far conoscere uno strumento che può risolvere qualche problema pratico: «Noi siamo fortunati, abbiamo intorno un ambiente molto tollerante. Ma abbiamo visto amici malati in ospedale i cui compagni erano tenuti fuori, certi diritti valgono solo per il coniuge e i parenti, per gli altri decide il medico. Questo certificato potrà aiutare». All’anagrafe gli impiegati erano sorpresi: «Ci hanno detto che siamo i primi a Pavia», racconta Ceraolo. Ceraolo è siciliano, quando ha conosciuto il suo compagno aveva 22 anni e studiava a Pavia. Geroldi era già medico. Da allora non si sono mai lasciati, e hanno sempre vissuto alla luce del sole il loro rapporto. Sul riconoscimento delle coppie gay interviene l’Unione dei giuristi cattolici Contardo Ferrini: «Il diritto non può e non deve riconoscere la cosiddetta “famiglia omosessuale” perché è strutturalmente inidonea a generare una famiglia, per la sua essenziale incapacità a donare la vita. Il motivo per cui il diritto riconosce l’amore tra uomo e donna non è tutelare sentimenti, il fatto di garantire l’ordine delle generazioni, con l’accoglienza e la cura di nuove vite umane».


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