«E’ un metodo Boffo all’incontrario»

  

di ALBERTO CELATA «LA LISTA NERA apparsa su Facebook, per stigmatizzare chi non aveva votato, o addirittura aveva votato contro la mozione per il registro delle Unioni civili? Una cosa che preferirei non commentare. La definirei un metodo Boffo all’incontrario». Così, senza tanti giri di parole e ulteriori commenti, Spartaco Betti della presidenza provinciale dell’Arci, stigmatizza la scelta del consigliere comunale di Sel, già presidente provinciale dell’Arcigay, Davide Buzzetti, di mettere sul proprio profilo Facebook la mappa di tutti i suoi colleghi consiglieri con accanto il modo con cui hanno, o non hanno votato, la mozione. Insomma la polemica sulle mozione per il registro delle Unioni civili è lungi dal volersi spegnere, anche se la scelta della presidenza provinciale dell’Arci, guidata da Cristian Sensi, è consigliere comunale, è quella del basso profilo. «LA POSIZIONE dell’Arci è chiara e cioè è quella di pieno sostegno alla mozione, e non averla votata noi la consideriamo un’occasione persa e soprattutto la spia di una sinistra in evidente difficoltà afferma Sensi . Non c’è dubbio che, almeno su certi temi, esiste un evidente spaccatura tra il centrosinistra e la sinistra radicale, un deficit di dialogo. Per questo motivo l’Arci da me presieduta si offre già da ora come lo strumento, il luogo per ripristinare questo dialogo». Però qualcuno, ovvero l’onnipresente Buzzetti, ha parlato di una spaccatura anche all’interno dell’Arci, se è è vero che il consigliere comunale del Pd, Simone Bartolini, che è anche membro della presidenza di questa associazione, ha votato contro la mozione. «L’Arci replica Cristian Sensi è rappresentata dal suo presidente e non da Simone Bartolini che non è lì in consiglio per rappresentare l’Arci ma in quanto eletto dai cittadini. Certo lui ha avuto un comportamento che mal si concilia con quanta afferma l’associazione di cui è un dirigente». Per Giorgio Nucci quella commessa da Bartolini «è stata un’ingenuità forse complice anche il suo noviziato in Consiglio comunale, certo in altri tempi non sarebbe stato lasciato solo e non avrebbe commesso questo errore».


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