Arcigay-D’Alema, nuovo round: stand sbarrato, poi il disgelo

  

Lo stand di Arcigay alla Festa dell’Unità è rimasto chiuso per tutto il giorno. La decisione di riaprirlo è stata presa solo in serata, dopo una lunga opera di mediazione ad opera soprattutto del capogruppo Pd in Comune Sergio Lo Giudice (che è anche presidente onorario di Arcigay). Nelle prossime ore la comunità Glbt potrebbe incontrare una delegazione del Pd per un chiarimento. Ma l’imporessione è che la frattura tra Pd e Arcigay stavolta sia stata parecchio profonda. «Il matrimonio è tra l’uomo e la donna, questo dice la Costituzione»: eccola la frase di Massimo D’Alema che ha fatto andare su tutte le furie Arcigay e Arcilesbica e lo stesso Sergio Lo Giudice. Due sere fa, a Bologna, l’ex ministro degli Esteri si è scusato con il presidente di Arcigay Paolo Patanè e con la numero uno di Arcilesbica Elisa Manici nel corso di un incontro privato in una saletta del Parco Nord. «C’è stato un equivoco», aveva detto sostanzialmente D’Alema. Ma Arcigay non l’ha presa bene e ha deciso che lo stand «Bologna Pride 2012» allestito al Parco Nord sarebbe rimasto chiuso. Nel pomeriggio di ieri Arcigay ha fatto sapere che la protesta sarebbe rientrata solo a patto di una presa di posizione del Pd a favore dei matrimoni tra omosessuali. «Il movimento Glbt oggi chiede il matrimonio, e la risposta che la politica deve dare è il matrimonio», ha detto Emiliano Zaino, presidente di Arcigay Bologna. Messaggio recapitato anche ai Democratici bolognesi, «che ci hanno chiesto i voti» ricorda Zaino. Le acque si sono calmate solo in serata, dopo una lunga trattativa. Prima una nota di Daniela Vannini, responsabile diritti del Pd bolognese: «Da parte del Pd cittadino c’è sempre stata, e c’è tuttora, particolare attenzione per i diritti civili, specie per quelli Lgbt. Siamo disponibili già da domani (oggi, ndr) ad incontrarne i rappresentanti per concordare come rafforzare questa storica collaborazione». Poi una nota durissima firmata da Sergio e Ivan Scalfarotto: «C’è l’esigenza non più procrastinabile che venga alla luce quella parte del Pd che allineato con i partiti progressisti, socialisti democratici e con la legislazioni più avanzate nel mondo è a favore al matrimonio gay. E che a sostegno di questi democratici si schierino le associazioni nazionali glbt e tutto il movimento gay e lesbico italiano».


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