Di Pietro parla di due uomini a letto e la comunità gay si infuria

  

La metafora del leader Idv scatena la critiche di Arcigay, Equality Italia, circolo Mario Mieli, Gay Center: “Appena il clima politico si surriscalda emergono i pensieri più triviali e arcaici”. Poi arrivano le scuse del deputato

di MARCO PASQUA

ROMA – Una convergenza tra Pd e Pdl per sostenere un esecutivo tecnico guidato da Mario Monti? Impossibile, perché Pd e Pdl dopo uno o due mesi “si accorgeranno che non possono stare insieme, visto che due maschi in camera da letto non fanno figli”. Antonio di Pietro boccia l’ipotesi di un governo Monti e lo fa servendosi di una metafora che fa arrabbiare – e non poco – i gay. Un’uscita certamente poco elegante che spiazza la comunità e le associazioni Glbt, anche perché l’IdV, sul tema delle unioni civili e della legge contro l’omofobia, ha sempre portato avanti delle posizioni che hanno riscosso ampi consensi tra gli omosessuali italiani. Fino alle scuse ufficiali dell’ex pm.

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Stavolta lo scivolone di Di Pietro, intervistato da Maurizio Belpietro su Canale 5, ha fatto infuriare quelle stesse persone che, in passato, avevano apprezzato la sua linea sui diritti civili. Anche perché arriva a distanza di poche ore da un altro paragone omofobo. Paolo Patané, presidente di Arcigay e Aurelio Mancuso, leader di Equality Italia fanno, infatti, notare come ieri sera, durante la puntata di Porta a Porta, “Di Pietro nella foga oratoria, rivolgendosi alla Bindi e La Russa abbia definito l’accordo come ‘un matrimonio tra uomini’, sottolineando l’assurdità della nascita di un governo tecnico”. “Nel giro di nemmeno dodici ore, il leader dell’IdV Antonio Di Pietro per scagliarsi contro il possibile sostegno di Pd e Pdl a un governo presieduto da Mario Monti, riesce ad insultare le persone omosessuali – attacca Mancuso – il messaggio lanciato dal leader politico sembra assai chiaro: l’accordo tra le più importanti forze politiche è innaturale come l’unione tra due uomini. Non c’è molto da dire, se non che appena il clima politico si surriscalda emergono i pensieri più triviali e arcaici di leader, che hanno bisogno di offendere a turno i gay, gli ebrei, i neri, gli zingari, i disabili e così via, incapaci di rispettare le cittadine e i cittadini italiani”.

Duro il giudizio di Patané, che pure, in passato, aveva riconosciuto il merito delle posizioni di Idv sui temi cari alla comunità Glbt: “Questa affermazione – ha detto, riferendosi alle dichiarazioni fatte nello studio di Bruno Vespa – identifica uno di quei casi in cui la comunicazione pubblica determina conseguenze, comporta responsabilità e pone interrogativi sulla sincerità ed autenticità di un percorso politico sul tema dei diritti civili ed in particolare delle persone gay, lesbiche e transessuali. Penso che sia davvero molto spiacevole e preoccupante l’affermazione dell’onorevole Di Pietro, perché allunga un’ombra sul suo pensiero profondo. Su questi temi non è possibile sbagliare. Che cosa avremmo detto se qualcuno avesse pubblicamente dato un’accezione negativa al matrimonio tra un bianco o un nero, ovvero tra un ebreo ed un cattolico?”.

Arcigay si attende “più che una rettifica” e chiede “un incontro urgente a Di Pietro”: “Chiediamo che con la massima serietà si eviti di ricorrere all’immagine dell’incidente di linguaggio perché chi ha ruolo pubblico deve confermare un impegno al miglioramento della società e del rispetto delle persone e delle loro affettività, a partire dalle immagini e dalle parole che utilizza”. C’è anche chi osserva come le frasi pronunciate da Di Pietro siano l’espressione “di una cultura omofoba di cui è impregnato il Paese”: a dirlo è Paola Concia, deputata del Pd, che rivendica l’impegno del suo partito su alcune questioni chiavi per i gay. “Sono stata io a presentare in Parlamento la proposta di matrimonio gay – dice l’esponente lesbica del partito di Bersani – mentre l’Idv si è fermata ai Pacs. Allo stesso modo, la proposta di legge sulle famiglie omogenitoriali (sul riconoscimento della figura del cogenitore) porta la firma di diversi parlamentari Democratici. Mi inquieta il fatto che un grande dirigente di partito usi metafore del genere e dica, sostanzialmente, che il matrimonio tra gay è innaturale, come lo sarebbe un’alleanza tra Pd e Pdl. Questa è un’immagine omofoba e, a questo punto, mi chiedo cosa pensi realmente Di Pietro”.

Anche Rossana Praitano, presidente del Mario Mieli, fa notare come non sia la prima volta che al politico “sfuggano dalla bocca parole che amareggiano la comunità glbt”: “Crediamo che Di Pietro debba scusarsi con tanti cittadini gay, lesbiche e trans per sue parole inappropriate che non possiamo giustificare in nessun modo, nonostante le boutades folcloristiche dipietriste”, dice la Praitano. Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center, punta sull’ironia: “Per Di Pietro il governo Monti di larghe intese sarebbe un governo gay. Magari, diremmo noi. Vuol dire che farebbe qualcosa anche sui diritti civili, visto che anche su quelli l’Italia è fuori tempo massimo. Con questa metafora non certamente riuscita, sembra candidarsi a un’opposizione non solo più a sinistra del Pd, ma forse un po’ più a destra di Berlusconi, rubandogli la scena dell’eterosessimo berlusconiano della gnocca”. I commenti critici arrivano anche sulla pagina Facebook dell’ex magistrato: “Iniziate un po’ a contare quanti voti avete perso con questa bella metaforetta”, scrive un utente, mentre un altro osserva: “Berlusconi non avrebbe saputo dire di meglio. L’omofobia è uno dei valori nell’Italia dei Valori?”.

Le scuse di Di Pietro. Dopo qualche ora il leader Idv si corregge e si scusa. “Chiedo pubblicamente profondamente scusa – dice – alla comunità gay e transgender per la mia battuta assolutamente infelice ma involontaria” da loro considerata denigratoria. Ed “è mia intenzione incontrare l’Arcigay al più presto”.

(10 novembre 2011)


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