Poetè, giovedì 11 aprile: i bambini del maestrale di e con Antonella Ossorio.

  

Giovedì 11 Aprile 2024

ore 18:30

POETÈ@Antinoo Arcigay Napoli

I BAMBINI DEL MAESTRALE

di Antonella Ossorio

(Neri Pozza)

 

Dialogherà con l’autrice Claudio Finelli, delegato cultura Antinoo Arcigay Napoli

Giovedì 11 Aprile, alle ore 18,30, presso la storica sede dell’associazione Antinoo Arcigay Napoli, in vico San Geronimo 17, la rassegna letteraria Poetè, ideata e diretta da Claudio Finelli, ospita I BAMBINI DEL MAESTRALE di Antonella Ossorio, 

romanzo edito dalla casa editrice Neri Pozza.

1913, porto di Napoli. Attraccata all’imbarcadero, come se a trattenerla non fossero cavi o ancore, ma profonde radici abbarbicate al fondale, la Caracciolo, con i suoi tre alberi a vele quadre, simili a vestigia di un bosco sacro, incute timore e rispetto. Non tutte le navi possono vantare, come quel veliero, memorabili imprese e avventurose circumnavigazioni del globo. Il tempo delle battaglie cruente è, però, finito. La nave è in disarmo, destinata a una ultima, nobile battaglia: diventare una nave asilo per quei bambini, orfani o abbandonati dagli adulti, che vivono di furti ed elemosine per le strade di Napoli, dormendo sui marciapiedi, negli androni dei palazzi, nei sagrati delle chiese; ovunque vi sia un angolo buono per rincantucciarsi. Tredici di loro sono già a bordo, li chiamano i caracciolini e godono di un benessere superiore a ogni loro piú rosea aspettativa, con un letto e il mangiare garantiti ogni santo giorno. Sono affiorati da sottocoperta per venire a studiare l’intrusa, la donna nominata dal rappresentante del Ministero della Marina direttrice della nave asilo. Si chiama Giulia Civita Franceschi ed è pronta a raccogliere la sfida rappresentata da quel veliero, e a capovolgere una volta per tutte il destino di quel popolo infantile piegato dalla povertà e dall’abbandono. Destino che sembra, invece, inemendabile per Felice, il bambino che cerca ogni sera un angolo il piú possibile riparato dove dormire con gli occhi spalancati sul buio e il nome della madre sulla bocca. Storia di un esperimento educativo unico al mondo, durato quindici entusiasmanti anni e bruscamente interrotto dal regime fascista nel 1928, questo romanzo costituisce una splendida conferma del talento di Antonella Ossorio nel narrare di miseria e riscatto, crudeltà e amore nel paesaggio dell’infanzia abbandonata.

«C’era una volta, c’è e ci sarà, un legame profondo, un senso di appartenenza, un patto del cuore. C’era un popolo bambino e disperso. C’è e ci sarà, oltre gli anni e le distanze, una sola grande famiglia».

Ingresso Libero

Info: [email protected]

 

Articolo tratto da https://www.arcigaynapoli.org/


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