Matrimonio egualitario, ok anche dall’Australia. Arcigay: “In Italia sia tema centrale della prossima campagna elettorale”

  

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Bologna, 7 dicembre 2017 –  “Germania, Australia e Austria in modo differente ma nel giro di una manciata di giorni hanno imboccato la strada del matrimonio egualitario: un fatto che  in Italia, alla vigilia della  campagna elettorale, dovrebbe interrogare i  futuri candidati e le forze politiche sul perenne ritardo che nel campo dei diritti il nostro Paese continua a scontare”: lo dichiara Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay. Che prosegue. “Il caso australiano, seppur perseguendo la via referendaria che noi non condividiamo, ha sancito la volontà popolare di riconoscere la piena uguaglianza in ambito matrimoniale a tutti i cittadini e le cittadine: il Parlamento ha quindi dovuto eseguire in tempi rapidissimi e porre fine alla discriminazione  delle relazioni omosessuali. Il caso austriaco  per l’Italia è ancora più interessante: l’Austria è un Paese che aveva una legislazione simile alla nostra, cioè una legge sulle unioni civili che riconosceva la quasi totalità dei diritti matrimoniali, proprio come la nostra legge Cirinnà. Qui è stata la Corte costituzionale a dire che il voler chiamare con un nome diverso diritti eguali è sintomo di una volontà discriminatoria che non può essere accettata e ha chiesto al Parlamento di provvedere entro il 2019 a rimuovere questa incongruenza, garantendo la parità dei diritti e del loro nome a tutti i cittadini e le cittadine. L’Italia insomma, che con la legge sulle unioni civili aveva recuperato un ritardo di 15-20 anni, dopo le decisioni di Germania, Austria e Australia si trova nuovamente in coda. Le forze politiche farebbero bene ad interrogarsi su quanto sarebbe facile risolvere una volta per tutte la questione con l’estensione del matrimonio egualitario anche in Italia: in campagna elettorale saremo noi, con ostinazione, a ricordaglielo”, conclude Piazzoni.