Scuola, in Fvg la Regione verso l’abrogazione della legge a sostegno dei progetti contro il bullismo.

  

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ARCIGAY: “SERVE UNA MOBILITAZIONE TRASVERSALE IN TUTTO IL PAESE”

Bologna, 24 luglio 2018 – “L’annunciata abrogazione dei commi della legge regionale del Friuli Venezia Giulia che da dieci anni sostengono i progetti di prevenzione e contrasto del bullismo omofobico nelle scuole è uno degli esiti prevedibili di questa ondata nera, razzista e omofoba, che sta avvolgendo il nostro Paese. Ma non per questo reagiamo a questa prospettiva con rassegnazione”: così Gabriele Piazzoni, segretario nazionale Arcigay. Che prosegue: “Laddove la destra ha conquistato ruoli di governo, si sta giocando una partita a colpi di propaganda che usa l’odio come ingrediente principale. In questo senso, sono proprio gli anticorpi alla cultura dell’odio i primi a dover saltare. In Friuli Venezia Giulia, da dieci anni, una rete di soggetti composta da scuole, associazioni e istituzione mette in campo laboratori di contrasto al bullismo omotransfobico che rappresentano un’eccellenza su tutto il territorio nazionale. Questo patrimonio non può e non deve diventare bottino di una guerra ideologica ma oggi più che  mai deve rappresentare un’esperienza indispensabile e resistente, ancor più utile proprio  in virtù del furore che la vorrebbe eliminare. Innanzitutto, quindi, pieno sostegno a tutte le realtà che, nonostante i venti ostili, porteranno nelle scuole anche quest’anno questi progetti di educazione alla diversità. Ma non basta: facciamo appello affinché gli ambienti accademici, culturali, pedagogici si mobilitino assieme a noi in ogni parte del Paese per contrastare questo progressivo arretramento, che nemmeno le forze politiche progressiste sembrano essere in grado di tutelare con parole e azioni chiare. Serve una resistenza dal basso, che non deleghi ma che si faccia carico in prima persona di difendere in primo luogo il diritto di studenti e studentesse di frequentare scuole accoglienti e inclusive, e in  secondo luogo la possibilità di educare una generazione di nuovi cittadini e cittadine in grado di riconoscere e respingere le parole e gli atti carichi di odio.”, conclude.

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