LEGGE GIOVANARDI SULLE DISCOTECHE: ECCO COSA SERVE AVERE UN DEPUTATO GAY
Il lavoro di Franco Grillini ha reso evidente il progetto bigotto e reazionario del governo e impedito il restringimento delle libertà individuali e collettive
di Aurelio Mancuso, segretario nazionale Arcigay
Il Cassero, uno dei Circoli Arcigay
Il lavoro di Franco Grillini in Parlamento è sotto gli occhi di tutti. Da quando si è insediato a Montecitorio, ha presentato leggi, interrogazioni, emendamenti, tutti tesi a difendere e promuovere le libertà e volti a contrastare la lunga sfilza di provvedimenti proibizionisti di una Casa delle Libertà, che da subito ha rivelato il suo vero volto di Castello dei Divieti.
Quando, come compagni gay iscritti ai DS, nel 2001 ingaggiammo una battaglia di alcuni mesi, dentro e fuori il partito, perché Franco fosse candidato ed eletto, riuscimmo a coinvolgere tutto il movimento glbt italiano, che al di là delle posizioni personali dei singoli, si rese conto che in gioco c’era la possibilità di avere finalmente lì, nei Palazzi romani della politica, un rappresentante diretto e autorevole. Questa battaglia pagò e, ci regalò inoltre l’elezione anche di Titti De Simone nelle liste di Rifondazione Comunista.
Se ve ne fosse stato ancora bisogno, alla luce di ciò che è avvenuto martedì sera, possiamo ribadire che avevamo ragione!
Il nostro deputato per mesi, in splendida solitudine finché il provvedimento non è arrivato in aula, ha seguito personalmente l’iter della proposta di legge Giovanardi, ha partecipato a tutte le commissioni competenti, spronato i suoi colleghi dell’Ulivo a comprendere la pericolosità di una proposta, che tratta il divertimento dei giovani come un problema di pubblica sicurezza, che vuole togliere la libertà di associazione, spegnere la musica, intervenire sui comportamenti individuali, vietare la mescita degli alcolici in ogni dove, mettendo a rischio persino le sagre di paese.
Ecco in questa vicenda la nostra esperienza politica, il nostro vissuto concreto, la nostra cultura libertaria e antiproibizionista hanno rivelato la loro portata generale, la loro necessità di essere un elemento costitutivo della sinistra sociale.
Le posizioni del ministro Giovanardi, sono state sbeffeggiate da Franco, raccogliendo consensi plateali a destra, al centro e a manca, perché oltre una certa soglia non si può più spingersi.
La battaglia non è naturalmente ancora vinta. I passaggi parlamentari saranno ancora molti, ma quella seduta di martedì sera segna due novità importanti: il riconoscimento che il nostro patrimonio ha uguale dignità rispetto ad altre culture e, che sui temi delle libertà è possibile costruire alleanze trasversali.
Molti di noi lo sapevano già, ma sarebbe bene che ogni tanto, anche all’interno del movimento glbt, si fosse più consapevoli delle nostre possibilità e, soprattutto della nostra potenziale forza.
Da "Il Manifesto" del 07.04.04 di MATTEO BARTOCCI
La destra balla con l’Ulivo
Discoteche, Forza Italia vota contro il governo: battuto
Franco Grillini
Quarantatre sconfitte in parlamento. Numeri da brivido per la maggioranza più ampia della storia repubblicana. L’ultima batosta il centrodestra la raccoglie nell’aula della camera su un emendamento identico presentato da Ds e Fi alla nuova legge sulle discoteche. Un provvedimento che vorrebbe far smettere le danze e tacere la musica alle 4 del mattino in tutta Italia. E già alle 3 scatterebbe il divieto di vendere alcolici, con l’obbligo di impiegare luci «non violente» e musica soft. Più che una legge una sorta di manifesto elettorale per l’Udc, come dimostra la spavalda presenza in aula dei ministri Rocco Buttiglione e Carlo Giovanardi. Assente la Lega, ritiratasi in solitaria protesta dopo l’occupazione di Montecitorio e la successiva espulsione del suo capogruppo, stavolta sono stati 14 deputati azzurri a impallinare il provvedimento sulle discoteche.
L’emendamento contro il governo è stato quindi approvato con 223 sì, 198 voti contrari e 14 astenuti. Rispetto al testo originario abolisce le restrizioni che i centristi volevano allargare anche ai «circoli privati e alle associazioni di qualsiasi tipo». Al voto si è giunti dopo uno scambio di battute tra il diessino Franco Grillini e il ministro Giovanardi. Il deputato della Quercia ha prima scherzato un po’: «Giovanardi rompe le scatole anche a 25 milioni di italiani iscritti ad associazioni e circoli di qualsiasi tipo», e poi provocato: «Se li immagina gli iscritti alle Acli strafatti e ubriachi di notte?». Il ministro ha reagito ostentando furente indignazione.
«Giovanardi – ha commentato in seguito Grillini – tenta di fare il proibizionista per raggranellare qualche voto. Io cerco di ostacolarlo perché rappresento migliaia di cittadini che dopo una settimana di lavoro vogliono divertirsi almeno il sabato sera». Le critiche del centrosinistra si concentrano soprattutto su due punti della legge, che ha come obiettivo limitare le stragi del fine settimana: il primo è che invece di imporre la chiusura ai locali lo stato dovrebbe aumentare i controlli per le strade, il secondo è che la legge è a costo zero: non è previsto infatti nessun finanziamento per il controllo, la prevenzione, l’acquisto di etilometri o alcunché. E’ una legge a zero euro.
«L’intervento in aula del ministro Giovanardi ha convinto anche gli indecisi – commenta dopo il voto il Ds Piero Ruzzante – molti deputati della maggioranza, votando con l’opposizione, hanno mostrato di cogliere l’aspetto strumentale della proposta». E Carlo Leoni ribadisce: «Imporre un orario di chiusura ai locali da ballo è una sciocchezza che serve solo per fare campagna elettorale. Giovanardi se ne renda conto…».
Durissima con la legge centrista anche l’altra ruota portante del triciclo. Il capogruppo della Margherita Pierluigi Castagnetti non ha risparmiato parole di fuoco: «E’ la strada che uccide, non la musica. Non ci interessano i manifesti, men che meno quelli elettorali, il problema è il controllo delle strade dopo le quattro del mattino».
A questo proposito il gruppo della Margherita ha ricordato un’indagine condotta in Veneto qualche tempo fa secondo cui un aumento dei controlli su strada per un lasso di tempo prolungato ha diminuito i morti del sabato sera del 35%. Strumenti che insieme alla prevenzione e alla sensibilizzazione gioverebbero certo di più di un coprifuoco governativo imposto alle 4 del mattino.