Il governo boccia le coppie gay nello Statuto dell’Umbria

  

Il governo illiberale ed antieuropeista di Berlusconi va di nuovo lancia in resta contro il principio di uguaglianza fra i cittadini e prosegue la sua crociata contro le coppie di fatto impugnando, dopo lo Statuto della Regione Toscana, quello della Regione Umbria.

Umbria

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Anche stavolta fra i punti contestati c’è il riconoscimento di “altre forme di convivenza”, cioè dei diritti delle coppie non sposate, fra cui quelle omosessuali. Si tratta di un nuovo attacco sferrato dal governo di centrodestra contro la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, proclamata a Nizza nel 2000, che entrerà presto a far parte della nuova Costituzione Europea, è già stata recepita dal Parlamento italiano e da quasi tutte le bozze di Statuto in discussione nelle Regioni italiane.

Lo Statuto dell’Umbria, come quello della Toscana (e, fra quelli in via di approvazione, di Emilia Romagna, Marche, Campania ed altre ancora) si limita, infatti, a recepire il principio stabilito all’art. 9 della Carta di Nizza che distingue il diritto di sposarsi da quello di costituire una famiglia. Ancora una volta, il governo rifiuta di mettere in pratica principi di libertà su cui l’Italia si è impegnata in sede europea, cedendo a quella commistione fra istituzioni repubblicane e confessionalismo religioso che rappresenta un tratto specifico dell’Italia.

Un riconoscimento di forme di convivenza non fondate sul matrimonio, inoltre, è già presente nella Costituzione italiana che sottolinea, accanto ad un particolare riconoscimento dei diritti delle coppie sposate, la funzione delle altre formazioni sociali e stabilisce un criterio generale di non discriminazione.

Siamo di fronte ad una nuova pagina nera dello scontro, tutto italiano, fra un Paese laicamente aperto all’Europa e alle sue più recenti elaborazioni in tema di diritti e un Governo che considera più importanti delle libertà civili l’affermazione di alcuni principi confessionali e la subordinazione ai poteri vaticani.

Sergio Lo Giudice
Presidente nazionale Arcigay


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