Aggressione omofoba in provincia di Brescia: ora basta!

  

Apprendiamo oggi dalle pagine del Corriere della Sera della vile aggressione omofoba (motivata dal'orientamento sessuale) subita da una coppia lesbica di Mazzano: alcuni teppisti hanno devastato la loro casa firmandosi con delle svastiche.

La violenza contro gli omosessuali non è una novità nella nostra realtà, ma un atto così grave, che lede la dignità e 'initimità di una coppia, deve essere denunciato con forza da chi lotta quotidianamente per 'uguaglianza e la promozione delle diversità.

Questo atto segna decisamente un salto di qualità nella strategia di odio promossa da chi rifiuta di riconosce e il valore delle differenze e combatte contro la libertà e la democrazia.

Tale episodio di intolleranza rende la nostra società più povera e ci fa guardare con preoccupazione alla vivibilità della nostra realtà per chi manifesta e vive con normalità la propria condizione di vita e il proprio amore.

Ringraziamo il coraggio e la determinazione di D.G. che ha voluto denunciare questa aggressione in nome della libertà di essere semplicemente se stessa, rompendo così una triste e rassegnata tendenza al'omertà da parte delle vittime di aggressioni omofobe.

Manifestiamo tutta la nostra solidarietà, il pieno sostegno e la nostra fraterna vicinanza alle vittime di questa violenza rilanciando la nostra ferma determinazione nel combattere ogni forma di discriminazione basata sul'orientamento sessuale.

Chiediamo al'amministrazione comunale di Mazzano un gesto di ferma condanna e di concreta solidarietà a queste vittime del'omofobia

Chiediamo alla società civile bresciana di ribellarsi al'odio e al'ignoranza, rompendo un silenzio che si fa sempre più intollerabile. I razzisti non devono trovare spazio fra le nostre case.

La comunità omosessuale di Brescia continuerà nella sua opera di visibilità e di promozione, convinta che episodi odiosi ed inqualificabili come questo siano i colpi di coda di una cultura ormai tramontata.

Luca Trentini, Presidente di Orlando, Comitato provinciale Arcigay di Brescia
Manuela Fazia Presidente di Pianeta Viola, Associazione lesbica bresciana


 

Da "Corriere della Sera" del 27 ottobre 2006, di Andrea Biglia

Brescia — Raid firmato con le svastiche nella casa di una ventisettenne alla periferia di Mazzano

«PERSEGUITATA DAI NAZISKIN PERCHÉ SONO DIVERSA»

BRESCIA – «Gay a bordo» diceva, stilizzato nel triangolo del segnale stradale di pericolo, 'adesivo applicato sul fronte interno della porta di casa. La «carta 'identità» della giovane donna condita con il sale del'ironia. Ma tra le villette alla periferia di Mazzano, la sola presenza di una persona «diversa» accende una minacciosa reazione d’intolleranza. Tutto porterebbe verso ambienti nazifascisti.

Lunedì sera verso mezzanotte, al rientro dal cinema nell’abitazione che divide con la sua compagna, lei, D.G., 27 anni, viso acqua e sapone, occhialini da intellettuale, u'omosessualità coltivata nella privacy domestica e mai sbandierata — ha trovato l’ingresso forzato e quella dicitura sporcata con una svastica. Dentro, 'abitazione tutta a soqquadro: indumenti intimi rovesciati per terra, alcuni oggetti, di modesto valore, spariti. Ma soprattutto un’altra croce uncinata e le lenzuola, per colmo di spregio, imbrattate di urina. Il furto non poteva essere il vero obiettivo del'incursione notturna, una manciata di euro lasciata proprio vicino al'ingresso nessuno l’ha toccata.
Bravata di pessimo gusto o un avvertimento al'insegna del razzismo sessuale? Per D.G., che ha presentato denuncia ai Carabinieri per vandalismo, nessun dubbio: «La svastica è una firma precisa e da queste parti il nazifascismo non lo scopriamo oggi. Quegli individui mi dovevano tenere 'occhio da tempo se si sono introdotti in casa proprio una delle rarissime volte che sono uscita di sera. Con la denuncia so di espormi ancora di più alla loro ritorsione, ma la dovevo fare: il silenzio della vittima, in questi casi, diventa complicità».
La giovane – buona famiglia borghese di Brescia, studi superiori, lavoro di responsabilità in u'azienda della zona – ha scoperto la sua «diversità» sui banchi delle medie finché, a 17 anni, la decisione di lasciare la famiglia per vivere la sua esperienza. Una brutta avventura, un p' di anni fa, al Carmine, allora il bronx di Brescia, («Sei una lesbica, ti devo punire»). Ma sembrava una storia passata.

A Mazzano, tra Brescia e il Lago di Garda, lei e la sua amica con i due cagnolini si sono trasferite da poco, in punta di piedi. Quella convivenza ha però subito disturbato alcuni vicini: il mese scorso una scenata a base d’insulti e parole pesanti che 'ha costretta a rivolgersi già allora già allora in caserma. «Ma questa volta è assai più grave – sottolinea la giovane, tormentata tra 'indignazione e la paura -. La svastica dice tutto e non credo che i vicini 'entrino più. Qualcuno vuole farmi pagare la colpa di essere lesbica».

'omosessualità per D.G. non è mai stata una tessera politica. Mai indossato lustrini e paillettes, mai partecipato al Gay Pride. Anzi, tiene a prendere bene le distanze da ogni forma di esibizionismo sessuale. Ma perchè hanno preso a bersaglio proprio lei? La svastica, i nazifascismi: fantasmi che la perseguitano e non la fanno dormire. Lei però è decisa a tener duro: «Non posso e non voglio essere nient’altro che ciò che sono».


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