Il governo riconosce il vitalizio “Bacchelli” ad Aldo Braibanti

  
Aldo Braibanti

Aldo Braibanti

“Una notizia che ape il cuore: il riconoscimento del vitalizio ad Aldo Braibanti rappresenta il giusto riconoscimento dello Stato repubblicano a un uomo che lo Stato aveva privato della dignità e della libertà nel contesto oppressivo degli anni Sessanta fondato sulla repressione culturale e dei costumi.”

Sergio Lo Giudice, presidente nazionale di Arcigay, esprime così la soddisfazione dell’associazione per la decisione assunta questo pomeriggio dal Consiglio dei Ministri di concedere un vitalizio, ai sensi della “legge Bacchelli”, ad Aldo Braibanti, studioso, regista e sceneggiatore.

“In un periodo in cui si assiste ad un rifiorire di integralismi e di atteggiamenti censori, come quelli che hanno accompagnato la recente polemica sul film tv con Lino Banfi, il riconoscimento a Braibanti rappresenta un bel segnale di laicità e modernità da parte della Repubblica.

L’intellettuale di Fiorenzuola d’Arda, omosessuale dichiarato, fu l’unico italiano mai condannato sulla base della legge fascista sul plagio, cancellata nel 1981 dalla Corte Costituzionale. Pagò con due anni di carcere la colpa di avere avuto una relazione omosessuale con un diciottenne nell’Italia bigotta e clericale di quegli anni. Al suo fianco si schierarono i principali intellettuali italiani, da Alberto Moravia a Pier Paolo Pasolini, da Elsa Morante a Umberto Eco.

La legge Bacchelli si applica ai cittadini che si sono distinti nella cultura, nell’arte, nello spettacolo e nello sport e rappresenta pertanto il riconoscimento del contributo sociale dato al Paese dai beneficiari. Arcigay attendeva da tempo questa decisione, per la quale si era speso molto in Parlamento l’on. Franco Grillini.


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