La scuola non affronti da sola la piaga dell’omofo

  

Ancora una volta siamo costretti ad assistere impotenti ad un caso di bullismo omofobico. E ancora una volta a Torino. Così come accaduto a Matteo è 'omosessualità, presunta o reale, ad essere utilizzata come clava contro i fragili corpi degli studenti più deboli. Cui unico errore è mostrare un atteggiamento leggermente diverso dai modelli di questa società, ancora fortemente maschilista e omofoba.

Se la scuola pensa di far fronte a questa emergenza sociale da sola si sbaglia. Farlo sarebbe un grave errore di presunzione e rischierebbe di danneggiare principalmente gli stessi studenti. La scuola ha bisogno di coinvolgere chi 'omofobia la conosce, chi la combatte da anni e da anni raccoglie centinaia di richieste di aiuto provenienti proprio dal mondo della scuola.

Arcigay ha da tempo dato la propria disponibilità al ministero del'istruzione per lavorare alla prevenzione del fenomeno del bullismo, in particolare quello omofobico, presentando progetti che mirano a stimolare la conoscenza delle diversità e il rispetto reciproco. Da tempo Arcigay ha richiesto allo stesso Fioroni un incontro per valutare assieme un piano contro il bullismo omofobico. Siamo ancora in attesa di una risposta.

La necessità di mettere in campo azioni di prevenzione che permettano ai nostri giovani di conoscersi e di non avere più paura gli uni degli altri è urgente. 'assenza del ministro su questo tema sta diventando pesante per noi e per le troppe coscienze che inerti assistono al susseguirsi di questi fatti.

Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay
Stefano Bucaioni, responsabile scuola Arcigay [email protected]
Antonio Soggia, presidente Arcigay Torino


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