Omosessualità una variante naturale della sessualità

  

La presa di posizione dell’Ordine Nazionale degli Psicologi, che con chiarezza dichiara che uno psicologo non può prestarsi ad alcuna "terapia riparativa" dell’orientamento sessuale di una persona, segna finalmente un punto a favore del buon senso e del ripristino delle regole deontologiche e scientifiche. Ce n’era un gran bisogno in un paese dove l’aggressione fanatica del cattolicesimo integralista si fa sentire con sempre più grande virulenza, accreditando convinzioni religiose come pratiche terapeutiche.

Il richiamo del presidente dell’Ordine, Giuseppe Luigi Palma al Codice Deontologico che non può essere derogato in base a principi e convinzioni personali dello psicologico, pone ora questioni di tipo politico e sociale di grande importanza. Per esempio com’è possibile che circolino indisturbate sui mass media opinioni di psicologi e psichiatri che sostengono la possibile guarigione dall’omosessualità senza che alcun organismo di controllo, anche d’altri ordini professionali, intervenga? Perché solamente dopo il bel reportage di Davide Varzì su Liberazione è stato possibile scoperchiare una realtà fatta di gruppi e confraternite che tentano di indurre le persone a percepire la propria sessualità come sbagliata, portatrice di conflitti, sofferenze, deviazioni?

Da qualche anno denunciamo come associazioni lgbt la diffusione di una campagna di propaganda portata avanti da diversi medici e psicologi come con la fede, la disciplina, la volontà sia possibile redimere i fratelli e le sorelle omosessuali e lesbiche. La letteratura scientifica sul tema è vasta e ben argomentata anche in Italia, dove psichiatri come Paolo Rigliano e Vittorio Lingiardi o psicologi come Margherita Graglia e Luca Pietrantoni da tempo pubblicano testi tradotti anche in varie lingue, guidano corsi di formazione e d’informazione in tutto il paese.

Ora, con più forza, vogliamo sapere. Chiediamo a chi sa, a chi ha coperto, a chi ha subito, di parlare, di denunciare attività che sono illecite, che vanno contro le direttive degli ordini professionali, perché come afferma giustamente Palma: "i principi del Codice sono intimamente e inestricabilmente connessi con la cultura, il sapere e il saper fare dello psicologo. Lo psicologo è consapevole della responsabilità sociale derivante dal fatto che, nell'esercizio professionale, può intervenire significativamente nella vita degli altri…." e quindi "nell'esercizio della professione, lo psicologo rispetta la dignità, il diritto alla riservatezza, all'autodeterminazione ed all'autonomia di coloro che si avvalgono delle sue prestazioni; ne rispetta opinioni e credenze, astenendosi dall'imporre il suo sistema di valori; non opera discriminazioni in base a religione, etnia, nazionalità, estrazione sociale, stato socio/economico, sesso d’appartenenza, orientamento sessuale, disabilità".

Non ci interessano scontri frontali, feroci polemiche, il nostro primo compito è quello di tutelare la dignità e l’integrità psico fisica delle persone lgbt, per questo siamo alla ricerca di risposte concrete. Alcune mancano ancora. Per esempio cosa attende l’Ordine dei Medici a pronunciarsi così come ha fatto quello degli Psicologi? Tanti di questi fanatici mediconi che si aggirano indisturbati nelle riparate e silenziose stanze delle associazioni cattoliche, parrocchie, studi professionali privati (chissà se anche in quelli pubblici?) sono psichiatri, medici generici, immunologi, e così via. Non c’è nulla da dire? Come mai questo silenzio? E il ministro alla Salute non ha nulla da eccepire?

Oggi registriamo questo primo evidente successo del nostro paziente lavoro culturale e sociale, cui Davide Varì con il suo reportage ha dato una decisiva mano. Il professor Cantelmi, su questo giornale e anche in successive dichiarazioni pubbliche ha invitato tutti noi ad un confronto pacato, a conoscere meglio e senza pregiudizi il suo lavoro. In una nota mi ha persino personalmente invitato a visitare il suo studio e a rendermi conto di persona delle attività che svolge il suo staff. Io pongo una domanda definitiva sono disposti Cantelmi, i suoi collaboratori, tutti gli altri psicologi e psichiatri cattolici sparsi in Italia che operano facendo riferimento alle teorie del fanatico americano Nicolosi, a dire con chiarezza che l’omosessualità è una variante naturale della sessualità e, che quindi, non deve essere curata?

Tutto il resto sono disgustosi giri di parole, che non ci interessano!

Aurelio Mancuso

Presidente nazionale Arcigay


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