Siamo ancora in piedi

  

Le elezioni sono alle porte, ma l’impressione è che sia tutto già visto, un teatrino provato e riprovato, così pateticamente immutabile da anni. Unico attore la politica, quella che non avremmo mai voluto scoprire, quella che conosce a menadito ogni singola battuta e movimento da interpretare sulla scena.

A noi, spettatori impotenti, sfiancati e ormai piegati all’immutabilità di questo copione, è rimasto un unico compito, quello di battere le mani al vincitore, sempre abilmente mascherato ma sempre lo stesso da decenni.

In questo melodramma magnificamente interpretato, i cittadini gay e le cittadine lesbiche di questo paese hanno una ragione in più per vederci nero. Una novità che, ahimè, non era poi così difficile prevedere ma della quale avremmo fatto volentieri a meno. L’enorme e definitiva delusione che tutta la popolazione omosessuale ha maturato in questi mesi di governo di centro sinistra. Delusione per un centro sinistra che aveva promesso, ottenendo ancora una volta fiducia che non ha saputo mantenere, facendo carta straccia anche di quel già misero programma che si era dato in tema di diritti civili. Questo è un limite che non andava passato e su questo confine inevitabilmente cade l’antico legame del movimento omosessuale con il centro sinistra di questo paese. Un tradimento annunciato, un’amara sconfitta.

Siamo diventati orfani. Orfani di questa sinistra che ha dimenticato le battaglie per i diritti civili, di questa sinistra che è riuscita a mettere in contrapposizione diritti sociali e diritti civili, in nome di assurde priorità. Come se la sicurezza di un lavoro valesse più della sicurezza di potersi costruire una famiglia, come se l’una non fosse il presupposto dell’altra e viceversa.

L’elettorato gay e lesbico di questo paese è orfano e sfiduciato e dura sarà la strada per riconquistarlo. Di sicuro c’è che non saranno questi partiti, ne questi leader a farci innamorare di nuovo della politica, a farci tornare la fiducia per un paese nel quale oggi non siamo degni neanche di essere tutelati con uno straccio di legge sull’omofobia. Non saranno queste elezioni patetiche e così drammaticamente monotone, a riportarci la voglia di contribuire a far crescere questa Italia.

La politica ci ha offeso, deriso e umiliato con promesse mai mantenute. E’ passata come un cingolato sopra le nostre storie e i nostri sentimenti, facendone merce di scambio nello squallido gioco dei ricatti e degli interessi di parte. Siamo stanchi, terribilmente stanchi ma siamo ancora in piedi, ancora più fieri dei nostri sentimenti, dei nostri amori, delle nostre libertà. Siamo in piedi ed in queste elezioni ve lo dimostreremo.


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