Povera chiesa, troppi gay!

  

Può darsi che questo continuo richiamo al fatto che è vietato diventare preti se si è omosessuali, sia un tentativo di arginare il dilagare della presenza gay dentro la gerarchia.

Le nuove disposizioni emanate il 30 ottobre dal dicastero vaticano che si occupa dei seminari hanno un sapore tragi-comico di chi ha bisogno d’affermazioni di principio per far credere all’opinione pubblica che castità ed astinenza siano davvero pratiche diffuse dentro il clero.

Insomma gli omosessuali praticanti non devono essere consacrati, la caccia alle streghe vive una nuova fase. Ma se questo è vero per i seminari lo sarà, quindi, anche per chi è già consacrato?

Se la risposta sarà affermativa, ci offriamo come consulenti delle gerarchie cattoliche italiane per aiutarle ad individuare tutti gli omosessuali che si rifugiano in Vaticano, nel collegio cardinalizio, nelle diocesi, nelle parrocchie, nei monasteri, e così via. Tanti sono già conosciuti, altri si potrà, attraverso accurati esami, cui lo stesso dicastero si richiama, individuarli con facilità.

Certo alla fine, il bottino potrebbe far tremare i sacri palazzi, anche perché la riduzione numerica di cui già soffre il clero, potrebbe esser a quel punto drammatica.

Aurelio Mancuso
Presidente Nazionale Arcigay

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COMUNICATO STAMPA AGEDO

L’AGEDO associazione genitori amici e parenti di omosessuali apprende con indignazione e sgomento la decisione presa dal vaticano sullo scrining a carattere sessuale imposto agli aspiranti seminaristi.

Prescindendo dalla bizzarra idea di mettere sullo stesso piano identità virile e capacità di relazionarsi in un modo maturo con altre persone ed inserire tra gli impedimenti di relazione completa e complessa: "identità incerta, tendenze omosessuali…….."

L’AGEDO chiede che venga messa fine a questa barbara campagna di diffamazione a carico dei propri figli,amici e congiunti,ribadiscono che questi proclami creano imbarazzo a tutti ma soprattuto alla comunità omosessuale cristiana.

Sottolineiamo la tendenza del vaticano a una reiterata posizione omofoba e razzista che mal si addice a chi dovrebbe attenersi al carattere ecumenico della religione che pretende di rappresentare.

Rita De Santis presidente nazionale AGEDO


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Da "La Repubblica" 30.10.08


Il Vaticano: Omosessuali non possono diventare preti

La Santa Sede lo ribadisce in un nuovo documento. Tonaca negata anche a chi vive la castità con difficoltà


CITTA’ DEL VATICANO – Niente sacerdozio per chi è omosessuale o vive il celibato con difficoltà. Lo ribadisce in modo netto il Vaticano in un nuovo documento in cui si sostiene che coloro che manifestano "tendenze omosessuali fortemente radicate" o un’identità sessuale "incerta" non posso entrare in seminario e diventare preti. La Santa Sede suggerisce anche l’uso di psicologi per valutare eventuali patologie e "ferite" psichiche dei candidati al sacerdozio. E la tonaca deve essere negata anche a chi – spiega il testo – trova difficoltà "a vivere la castità del sacerdozio".

A tre anni da un documento della Congregazione per l’educazione cattolica (2005), lo stesso dicastero della Santa Sede pubblica un testo di più ampio raggio, "orientamenti per l’utilizzo delle competenze psicologiche nell’ammissione e nella formazione dei candidati al sacerdozio", che torna anche sul tema dell’omosessualità in seminario.

"Il cammino formativo – si legge nel documento – dovrà essere interrotto nel caso in cui il candidato, nonostante il suo impegno, il sostegno dello psicologo o la psicoterapia, continuasse a manifestare incapacità ad affrontare realisticamente, sia pure con la gradualità di ogni crescita umana, le proprie gravi immaturità (forti dipendenze affettive, notevole mancanza di libertà nelle relazioni, eccessiva rigidità di carattere, mancanza di lealtà, identità sessuale incerta, tendenze omosessuali fortemente radicate, etc). Lo stesso – aggiunge il documento – deve valere anche nel caso in cui risultasse evidente la difficoltà a vivere nel celibato, vissuto come un obbligo così pesante da compromettere l’equilibrio affettivo e relazionale".

Più specificamente, "nella valutazione della possibilità di vivere, in fedeltà e gioia, il carisma del celibato, quale dono totale della propria vita ad immagine di Cristo capo e pastore della Chiesa, si tenga presente che non basta accertarsi della capacità di astenersi dall’esercizio della genitalità, ma è necessario anche valutare l’orientamento sessuale, secondo le indicazioni emanate da questa congregazione".

Nel 2005 la Congregazione vaticana responsabile dell’educazione pubblicò una "Istruzione circa i criteri di discernimento vocazionale riguardo alle persone con tendenze omosessuali in vista della loro ammissione al seminario e agli ordini sacri". L’iniziativa venne assunta sulla scia dello scandalo pedofilia negli Stati Uniti, anche se, all’interno della stessa Chiesa cattolica, diverse voci si levarono contro una connessione tra pedofilia e omosessualità. "La castità per il regno – scrive oggi il dicastero vaticano – è molto di più della semplice mancanza di relazioni sessuali".


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