1 vittima di bullismo su 5 è gay

  

La lettura odierna del Rapporto Eurispes-Telefono Azzurro sulla condizione di vita dei ragazzi e ragazze di età compresa tra i 12 e i 19 anni, non offre un panorama rassicurante per gli adolescenti omosessuali.

L’atteggiamento nei confronti dell’omosessualità va migliorando: un adolescente su 5 (20%) ha affermato di considerarla una forma d’amore come l’eterosessualità e solo l’11% la considera una condizione contro natura mentre il 47,6% del campione ritiene che abbia diritto di sposarsi.

Ma a questo non corrisponde un senso di sicurezza maggiore degli adolescenti omosessuali, che invece restano a rischio di violenza ed emarginazione.

BULLISMO
Una vittima su cinque è omosessuale e i compagni non intervengono

Omosessuali, stranieri e "secchioni": le vittime predilette dei bulli. Secondo il Rapporto, infatti, il 18,1% dei ragazzi esposti agli episodi di bullismo sono omosessuali, il 15,3% appartiene ad un’altra cultura, l’8,4% è diversamente abile, il 5,7% quelli che vanno benissimo a scuola e in generale tutti coloro che "non sanno difendersi" (28,9%).

E nonostante un atteggiamento inclusivo nei confronti dell’omosessualità, pochi adolescenti sono disposti a dimostrarlo di fronte alla violenza, se solo l’11,4% interviene per aiutare il coetaneo vittima di bullismo, mentre il 21,4% si diverte, il 15,5% disapprova senza intervenire, il 12,1% resta indifferente, il 7,7% si allontana per non essere coinvolto.

MOLESTIE ONLINE

Ancora più agghiacciante il dato del Rapporto che rivela come tra le vittime predilette dei molestatori online vi siano i ragazzi omosessuali che, interrogandosi sul loro orientamento sessuale, condividono on-line con sconosciuti i propri dubbi interiori.

Commenta Fabio Saccà, Responsabile Giovani Arcigay: "I dati dell’Eurispes dicono cose che sappiamo già. Gli adolescenti sono individualmente aperti alla diversità, ma in branco sono portati a tollerare anche la violenza. Questo riflette una mancanza di educazione all’alterità, che non può continuare ad essere ignorata dalle istituzioni stesse, dalla scuola, come dalla famiglia. Il risultato è che i giovani omosessuali sono soli, vittime di violenze a scuola, e talmente soli da preferire di confidarsi con sconosciuti online piuttosto che con i propri amici, genitori o insegnanti".

Aurelio Mancuso, Presidente Nazionale Arcigay, richiama le istituzioni al loro dovere: "Nella nostra associazione abbiamo assistito per anni migliaia di giovanissimi omosessuali soli, depressi, vittime del bullismo, dei molestatori online, costretti ad abbandonare la propria casa o la scuola, fino a tentare il suicidio. Questo paese non avrà futuro, se non si assume la responsabilità di crescere una nuova generazione nei valori del rispetto e dell’integrazione delle diversità".

Aurelio Mancuso, Presidente Nazionale Arcigay
Fabio Saccà, responsabile Rete Giovani Arcigay


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