I colori di Catania

  

La manifestazione del Sicilia Pride 2009, svoltasi il 4 luglio 2009, ha registrato un sensibile aumento della partecipazione sia di militanti e attivisti, sia della cittadinanza accalcatasi come mai sul percorso della parata. Le stime dell’affluenza parlano di circa 5000 partecipanti attivi al corteo che in certi punti del percorso ha raggiunto anche 8000 presenze oltre quelle non numerabili riferentesi alla popolazione.

Possiamo affermare che il Pride a Catania è diventato un evento atteso da tutti e costituente un patrimonio per tutta la città. Al comizio finale, tenutosi in Piazza Duomo, erano presenti oltre 2500 persone che hanno seguito e applaudito gli interventi degli esponenti.

Ricordiamo che l’organizzazione è stata realizzata dal Comitato Sicilia Pride, composto da Agedo, Arcigay, Codipec Pegaso, Kalon glbt, Stonewall, Kecatania, Certi Diritti.

La dimensione regionale assegnata quest’anno al Pride è risultata una scelta ottima e coinvolgente. Un sentito ringraziamento ai ragazzi di Arcigay, Codipec e Stonewall per il grande lavoro svolto.

Una considerazione finale: tutto e’ stato finanziato con soli Euro 2000 messi a disposizione da Banca BHV, Gruppo Pegaso e CG Management, nonche’ da NF Light che ha concesso il palco e il sistema audio-luci.

Foto e video si trovano su Facebook – [email protected][email protected] e su youtube.

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IL DISCORSO DAL PALCO DELLA SCRITTRICE ELVIRA SEMINARA

Mi chiamo Elvira Seminara. Faccio lo scrittore. O la scrittrice. Lo dico sempre in modo diverso. Perché questo è il bello, gli scrittori non hanno sesso, sono più liberi degli altri.
Io vi ringrazio di avermi invitato qui a concludere questo incontro così importante, sul piano reale e simbolico: il primo gay pride regionale. Oggi Catania è più vicina agli omosessuali del mondo, ma è soprattutto più vicina all’Europa.
Oggi sono io a chiedere a voi di sostenere i nostri diritti di italiani, tutti, a vivere in una società democratica.

Io rivendico e professo il mio diritto di Eterosessuale a vivere in una società di eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, orientamento sessuale, fede e ideali politici, come previsto dalla Costituzione.

Rivendico e affermo i miei diritti di cittadina eterosessuale a vivere in una società democratica, dove i diritti civili negati agli omosessuali sono diritti negati a tutta la cittadinanza, perché i diritti degli omosessuali non sono un problema loro ma di tutti, se auspichiamo e vogliamo una società giusta e serena, libera e plurale, eclettica nelle sue istanze, voci e contributi.

Rivendico e affermo i miei diritti di cittadina eterosessuale a vivere in una società profondamente etica, non lacerata da conflitti e pregiudizi di natura politica, razziale e sessuale. Dove non esistono Noi e gli Altri, e dove gli Altri non sono i Diversi, da cui difendersi e distinguersi : gli extracomunitari o gli extrasessuali. Una società che sappia coniugare in senso davvero cristiano il Noi.

Rivendico il mio diritto di cittadina eterosessuale del mondo ad avere amici omosessuali che si amano e si sposano e fanno una vita normale, serenamente integrati, senza doversi nascondere, mimetizzare , senza doversi esibire ed esporre per conquistare attenzione e visibilità, a beneficio di un circo mediatico che li strumentalizza a fini di spettacolo e non per fare cronaca seria e informazione.
Aspetto e sollecito il momento in cui non ci sarà bisogno di cortei e di gay pride per dire tutto questo. Per scuotere i media, la classe politica e la popolazione dall’indifferenza e dall’inedia. Per ricordare che ancora oggi la società è ferita dall’omofobia e dall’intolleranza.
Sostengo il diritto e il bisogno dei cittadini omosessuali a stare dentro le istituzioni, con i doveri, le responsabilità e la tutela conseguenti; e a fare vincolo, famiglia e a essere riconosciuti come parte integrante e attiva della società tutta . Aspirazioni affettive e bisogno di progettualità e sicurezza che in una società sempre più anaffettiva e lacerata come la nostra andrebbero non rimossi o derisi, ma al contrario incoraggiati e sostenuti.
Aspetto e sollecito il momento in cui il diritto alla felicità degli omosessuali sia universalmente riconosciuto ed esercitato nel quotidiano, nella vita ordinaria fra pubblico e privato, fra lavoro e relazioni, unioni e separazioni, e vita e morte, figli e eredità, memoria di affetti e di valori, insomma la rotta dell’esistenza che tutti navighiamo, tra le sue alterne onde di sogno e di paura, chiamandola dentro di noi: Vita. Chiamandola fuori di noi Progetto. Civiltà.

Perché ogni offesa o limitazione, abuso o violazione compiuta su una persona in quanto omosessuale è un’offesa e una violazione inferta a me in quanto persona cristiana e cittadina italiana .
Per tutto questo, oggi rivolgo questo appello a tutti gli scrittori. Perché possiedono l’arma più forte e sublime che esista, la parola. Perché gli scrittori più degli altri sono liberi, non hanno sesso, né patria né geografia.

Per tutto questo, quando suona la campana, non mandare a chiedere per chi suona.
Essa suona per te.

Elvira Seminara


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