In gara contro il pregiudizio i campioni delle Olimpiadi Gay

  

COPENAGHEN- Trentotto discipline, oltre ottomila sportivi provenienti da circa cento paesi e uno spirito che mai come in questo caso si potrebbe definire più"decubertiniano": entra nel vivo a Copenaghen la seconda edizione dei Word Outgames, le Olimpiadi dedicate alla comunità omosessuale. Una manifestazione internazionale che promuove il benessere fisico, mentale espirituale di uomini e donne omosessuali, bisessuali e transgender che fino al prossimo 2 agosto si affronteranno nelle classiche specialità olimpiche -dall’aerobica al ciclismo, dal nuoto al curling – con qualche eccezione come ladanza o le corse sui pattini a rotelle.

Al motto di "veri sport, vera cultura e un vero divertimento" l’Olimpiade, che nel 2006 si era tenuta per la prima volta nella città canadese di Montreal, accetta iscritti proveniente da ogni parte del mondo e di qualsiasi livello: dall’amatoriale all’agonistico. Quello che conta è gareggiare contro il pregiudizio, in un settore come quello dello sport nel quale l’omosessualità rappresenta ancora un forte tabù. Così forte che secondo OutSport, la piùautorevole webzine di cultura sportiva omosessuale, alle Olimpiadi di Pechino dello scorso anno solo dieci atleti si sono dichiarati apertamente gay, contro una stima di circa mille. Inoltre il portavoce del Portnoy Group, un’importanteazienda di consulenza sportiva, dichiarò che in fatto di branding essere gay comporta ancora oggi un danno di immagine all’atleta.

Oltre all’immagine e al denaro rimane però lo spirito di questi atleti coraggiosi. Egrazie alla loro massiccia partecipazione i giochi possono prendere il via per il secondo anno. Inaugurati lo scorso venerdì con una grande cerimonia diapertura, è solo a partire da oggi che gli sportivi inizieranno ad affrontarsi nelle varie specialità. Tra gli atleti che cercheranno di portare in alto i colori italiani ci sono anche i calciatori della KingKickers Italia, la squadra che ha sede a Milano allenata dal giornalista sportivo Paolo Giordano che dalla sua pagina di Facebook informa in tempo reale sull’andamento del difficile girone che vede la nazionale confrontarsi con squadre favorite come laDanimarca, gli Stati Uniti e il Messico. Nei prossimi giorni seguiranno le competizioni di basket, bowling, bridge, hockey sul prato, nuoto, fino alla conclusione dei giochi con il triathlon previsto per sabato 1 agosto.

A completare un programma sportivo decisamente ricco, l’amministrazione comunale di Copenaghen e la Glisa, l’associazione sportiva internazionale di gay e lesbicheche dal 2003 si contende con la Gay Games Federation la gestione degli eventi sportivi della comunità omosessuale, hanno organizzato mostre, dibattiti einstallazioni ispirate al tema di genere, identità e diversità. E se la prima immagine che vi viene in mente pensando a questo evento è quella di sportivi inabiti frivoli che ancheggiano effeminati o di donne corpulente che ballano abbracciate, potete anche accantonare il pregiudizio. Quella di Copenaghen altro non è che una manifestazione sportiva nella quale i partecipanti possono esprimere le loro preferenze sessuali in totale libertà. Poi, una volta smesse le scarpe sportive, c’è spazio anche per un fitto calendario di party che animeranno le notti dei partecipanti.

Ma nonostante il clima di festa che ha accompagnato i primi giorni dei giochi, anche nella civilissima Danimarca – qui dal 1989 le unioni civili traomosessuali sono riconosciute e nello scorso marzo è stata approvata l’adozionedi figli anche per coppie gay – tre atleti sono stati aggrediti in una delle piazze principali della capitale durante la ceremonia di apertura. Fredda d’altronde era stata anche la reazione da parte dei media e del governo danese, che non ha partecipato all’inaugurazione. E mentre gli atleti, sportivamente, continuano a gareggiare, Uffe Elbaek, direttore dell’evento, ci tiene a ricordare che l’aggressione ai tre atleti, uno svedese, un norvegese e uninglese, deve far riflettere ma non sporcare in alcun modo l’immagine di una città come Copenaghen nota come una delle capitale più tolleranti e progressiste.


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