Quella di martedì 13 ottobre rischia di essere ricordata come una delle giornate più buie della storia del movimento lesbico, gay, bisessuale e transgender nel nostro Paese. Il voto sulla pregiudiziale di costituzionalità sulla “Proposta di modifica all’articolo 61 del codice penale, concernente l’introduzione della circostanza aggravante relativa all’orientamento o alla discriminazione sessuale”, trascina con sè una serie di conseguenze di gravità inaudita. La comunità LGBT ha assistito con sgomento ad una seduta parlamentare vergognosa in cui l’orientamento sessuale è stato accomunato a concetti quali incesto, pedofilia, zoofilia, sadismo, necrofilia, masochismo ed è evidente che tutto ciò non sia accettabile! Con questo voto, si finge che il concetto di orientamento sessuale, definito addirittura contrario all’art 3 della nostra Costituzione, non sia contemplato dal nostro Ordinamento quando, in realtà, è già previsto dal DLGS 216/2003 e dal DLGS 276/2003.
Con questo voto l’Italia ha di fatto dichiarato anche la sua non appartenenza all’Unione Europea: sulla base del Trattato di Lisbona, ratificato nel 2008 dal Parlamento italiano, la Carta di Nizza, il cui articolo 21 sul principio di non discriminazione contiene già al suo interno la nozione di orientamento sessuale, ha lo stesso valore giuridico dei trattati istitutivi della Comunità ed Unione europea, così come sancito dall’articolo 117, comma 1 della Costituzione Italiana, modificato nel 2001, in cui di fatto si costituzionalizzano i
trattati comunitari.
Ancora una volta il Parlamento italiano, discutendo una proposta di legge di cui non avevamo esitato a criticare gravi esclusioni – in primis quella ai danni delle persone transgender – ha deciso di umiliare ulteriormente la dignità di tutta la popolazione LGBT del nostro paese rendendola ancor più facile bersaglio di aggressioni e prevaricazioni, legittimando così atteggiamenti omotransfobici.
La comunità lesbica, gay, bisessuale e transgender è già mobilitata e crede ancora più fermamente che la nostra battagila per una società più equa, solidale e inclusiva sia indispensabile per contribuire al cambiamento di un Paese già sufficientemente avvilito dalla maggiornaza di una classe politica lontana da ogni reale volontà di giustizia. Pertanto chiediamo ai cittadini, ai sindacati, alle associazioni, alle istituzioni e alle amministrazioni toscane, anche questa volta, di prendere una posizione di netta condanna nei confronti di questi gravissimi eventi che di fatto sembrano legittimare violenze e
aggressioni ai danni della comunità LGBT e di impegnarsi in azioni politiche mirate ad attività di sensibilizzazione in tutto il territorio regionale.
Per questo organizziamo a Firenze sabato 24 ottobre alle ore 17.30 un sit-in di protesta in via Cavour di fronte alla Prefettura, per denunciare quanto di vergognoso si è consumato in palamento e per ribadire quei principi di integrazione, equità, inclusione, non discriminazione e non violenza che sono la base culturale su cui sia possibile la fondazione di una società moderna, più civile e più attenta al confronto, al riconoscimento e al rispetto di ogni forma di diversità. Dovremo tutti mettere in campo un coraggio e una determinazione senza precedenti, perchè oggi nei fatti ci hanno detto che non esistiamo!
Arcigay Toscana
Arcigay Il Giglio Rosa – Firenze
Arcigay Il Faro – Livorno
Arcigay Leonardo da Vinci – Grosseto
Arcigay Pisa
Arcigay La Giraffa – Pistoia
ArciLesbica
Ireos Centro Servizi Comunità Queer Firenze
Famiglie Arcobaleno
Per Un’Altra Città