Emilia-Romagna, coppie gay verso l’accesso ai servizi

  

REGIONE EMILIA-ROMAGNA
COPPIE OMOSESSUALI VERSO L’ACCESSO AI SERVIZI
INEFFICACE IL PRESSING DI CAFFARRA
LA SODDISFAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI LGBT

Nonostante gli anatemi dal Cardinale Carlo Caffarra, la Regione Emilia Romagna si appresta a votare nella prossima Finanziaria l’allargamento dell’accesso al welfare anche per le unioni omosessuali.

La postilla – l’articolo 42 bis – che oggi la stampa descrive come esito dell’incontro tra il Presidente Errani e l’Arcivescovo non raccoglie fortunatamente l’input discriminatorio della curia bolognese, bensì si limita a ribadire ciò che è già costituzionalmente dettato, ovvero la necessità di un’ attenzione alla numerosità dei nuclei familiari nella definizione del trattamento – e non dell’accesso – relativo ai servizi erogati dall’ente. L’articolo 42, quello che invece regola l’accesso anche per le coppie omosessuali, di fatto non crea alcuna rivoluzione nel sistema del welfare regionale che già in molti ambiti sperimentava questo allargamento. La scelta di Errani oggi è quella di mettere a regime quelle esperienze virtuose, istituzionalizzandole e rendendole da un lato paradigma di riferimento per gli enti locali sottoposti, dall’altro modello verso cui le altre regioni possono tendere.

Perciò la rete di associazioni lgbt dell’Emilia Romagna – Arcigay, ArciLesbica, Agedo, Mit – esprime la propria soddisfazione sull’attuale stesura della Finanziaria regionale.

Di seguito le dichiarazioni dei rappresentanti delle associazioni:
 
"La famiglia è importante e va aiutata  – dichiara il presidente di Arcigay Emilia-Romagna, Flavio Romani – É giusto che il welfare regionale sia particolarmente attento ad intervenire laddove si configurano maggiori bisogni, e una maggiore tutela alle famiglie numerose nulla toglie all’accesso ai servizi della Regione da parte di tutte le coppie, etero o omosessuali, sposate o non sposate che siano, come prefigurato dall’articolo 42. Errani e la Regione Emilia Romagna in questo modo allargano le protezioni sociali che vanno applicate senza esclusione alcuna, in special modo quando si tratta di famiglie, comunque siano composte e qualunque sia lo status dei suoi componenti."

“Del sinistro dibattito sollevato dal Cardinale Caffarra – dice Emiliano Zaino, presidente del Comitato provinciale Arcigay Il Cassero – resta soltanto il retrogusto amaro di religiosi che si travestono da mercanti e abbattono il sacro discrimine tra le cose di Cesare e quelle di Dio. La Regione, fortunatamente, ha preservato nonostante gli anatemi il carattere di civiltà e democrazia contenuto nell’articolo 42 della legge e già sperimentato in questo territorio. Di questo ci diciamo soddisfatti”

"Bene la norma che dà un aiuto maggiore a chi ha molti figli – dice Flavia Madaschi, presidente di Agedo Bologna – però noi genitori con figli omosessuali apprezziamo in particolar modo che l’articolo 42 non ci costringa più pensare di avere dei figli di serie A e dei figli di serie B. I nostri figli, eterosessuali od omosessuali, devono avere pari trattamento in tutti i campi, e quello che si appresta a fare la Regione Emilia Romagna è un bel passo avanti."

"Quando si tratta di famiglia – sottolinea Marcella Di Folco, presidente del Mit –  compito dell’Ente pubblico è tutelare tutte le famiglie senza esclusione alcuna".

“Registriamo con soddisfazione il non recedere del governatore Errani di fronte al richiamo intimidatorio del cardinale Caffarra – dice infine Elisa Manici di ArciLesbica – Grazie all’articolo 42 della finanziaria regionale, le cittadine e i cittadini LGBT emiliano-romagnoli saranno meno discriminati, anche se la parità effettiva è ancora lontana, almeno finchè continuerà a mancare una legge nazionale. Riteniamo inoltre eticamente indispensabile, e pertanto doveroso, garantire alle famiglie numerose e disagiate le facilitazioni nell’accesso ai servizi che la regione offre. Errani aveva già fatto dichiarazioni in tal senso prima che Caffarra sferrasse il suo ennesimo attacco omofobico. D’altronde estendere i diritti a un maggior numero di persone allarga ‘orizzonte democratico, non toglie i diritti a chi già ne gode: la democrazia, così come l’amore, non è un bilancio a somma zero”.


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