Un termine omofobo

  

Pubblichiamo una mail pervenutaci da un nostro lettore brasiliano, che ci dimostra come sia importante cominciare una rivoluzione culturale per l’inclusività a partire dal linguaggio giornalistico.

Gentili Signori,
Vorrei irformarvi circa la pubblicazione di un articolo del quotidiano italiano Il Giornale sulla transessuale brasiliana Brenda.

L’articolo contiene il termine viado ed altri termini estremamente offensivi e frequentemente utilizzati da persone omofobe per abusare verbalmente degli omosessuali e transessuali.
In qualità di omosessuale e cittadino brasiliano, mi sono sentito molto offeso e sentito il dovere di informarvi sul caso.

C’è un’imminente necessità di promuovere agli organi di Stampa Italiana la consapevolezza che il termine viado ha una connotazione omofobica e dispregiativa. Perciò, non dovrebbe mai essere utilizzato nel linguaggio quotidiano. A causa di questa disinformazione che si è propagato in generale negli ultimi anni, molti italiani usano il termine viado, come uno qualsiasi aggettivo per descrivere non solo i lavoratori del sesso, ma le persone transessuali brasiliane in generale.

Ho scritto alla Segreteria Speciale per i diritti umani della Presidenza della Repubblica del Brasile, agli organi di stampa brasiliana e al Ministero degli Esteri Brasiliano e ad altri soggetti legati al tema.

Non so nemmeno se questo termine faccia davvero parte dal Vocabolario Italiano. Tradotto in Italiano ha questo significato:
”un finocchio o culattone” di origine brasiliana.
Questo è l’intendimento che un cittadino Brasiliano ha leggendo l’articolo.

Ancora una volta, Il Giornale non si è smentito con i suoi articoli omofobici.
Grazie e Cordiali Saluti


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