Come spiegare ai bambini l’amore gay

  

In Francia, la questione agita l’agenda politica. In Italia, si preferisce rimuoverla: non si parla di omosessualità a scuola, tanto meno alle elementari.

Christine Boulin, presidente dei cristianodemocratici francesi, ha chiesto al ministro dell’educazione del governo Sarkozy, Luc Chatel, di non sostenere la diffusione nelle scuole elementari di un cortometraggio di animazione, "Le baiser de la lune", che attraverso una storia poetica si proponeva di avvicinare anche i più piccoli al tema della differenza amorosa. Per ora, ci si è limitati a rimuovere il logo del ministero dal sito del film (ancora in lavorazione), mentre una petizione sostenuta dalle principali associazioni gay di Francia chiede a Chatel di «resistere alle pressioni» e consentire comunque la diffusione del cartone.

In Italia, invece, niente corsi né lezioni sul tema fino alla scuola media superiore, dove l’argomento è comunque affidato all’iniziativa dei singoli insegnanti o delle direzioni scolastiche. E non molto gettonato, se è vero che i filmati sul tema vengono scelti e proiettati nell’orario scolastico soltanto nel 2% delle classi, nonostante gli appelli di associazioni come Arcigay Giovani e Famiglie Arcobaleno, il gruppo nato su iniziativa di alcuni genitori omosessuali milanesi.

Il problema investe anche i pediatri, gli educatori, e in generale chiunque lavora con i bambini. «I mediciei genitori non sono preparati a "vedere" e ad accogliere tutti quei comportamenti infantili che, se riconosciuti in tempo, potrebbero portare a una maggiore accettazione dei propri orientamenti sessuali nell’adolescenza, evitando così molte sofferenze personali e altrettante discriminazioni sociali», dice Piero Bini, pediatra, promotore di un gruppo di lavoro italiano che si dedica al riconoscimento precoce delle preferenze sessuali.

«Molti piccoli e piccolissimi, fin dai tre anni, si riconoscono con difficoltà nel proprio sesso e assumono atteggiamenti che potrebbero portarli, più tardi, alla transessualità. Se questi segnali non vengono interpretati e accolti, ma trascurati per l’impreparazione degli adulti, o peggio repressi, il risultato sarà spesso un dramma personale e familiare». "Diseducati" alla differenza sessuale, i bambini possono trasformarsi in adolescenti intolleranti.

«I ragazzi sono individualmente aperti ma in gruppo sono portati a tollerare anche la violenza – commenta Fabio Saccà (Giovani Arcigay) commentando una ricerca Eurispes secondo la quale in un caso su 5 sono i gay a essere vittime del bullismo scolastico e soltanto l’11% dei compagni è disposto a intervenire per difenderli – Il risultato è che i giovani omosessuali si sentono totalmente soli, a scuola e spesso anche in famiglia».

E sulla necessità di introdurre a scuola, fin dagli anni dell’obbligo, il tema della differenza insistono anche i vertici di Agedo, l’associazione dei genitori di omosessuali guidata da Rita De Santis. «Siamo il 10% della popolazione italiana – dice – chiediamo che la presenza delle nostre famiglie e dei nostri figli non sia rimossa né oscurata, con i risultati di violenza che ogni giorno leggiamo e che ormai coinvolgono ragazzi sempre più giovani».

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Lo psichiatra Vittorio Lingiardi – L’intervista
"Parlarne presto aiuta a prevenire l’omofobia"

«I bambini
non sono né ciechi né sordi.E poiché la realtà omosessuale oggi è più visibile di un tempo, anche loro la incontrano, dalla vita di tutti i giorni alla tv, ed è logico che si interroghino e che ricevano risposte». È il giudizio di Vittorio Lingiardi, psichiatra e psicoanalista, autore di "Citizen gay" e docente alla Sapienza di Roma.

Con quali parole si può parlare di omosessualità ai bambini?

«Col linguaggio adatto alle diverse età. Così come si racconta che esistono specie diverse, religioni e etnie differenti, è giusto raccontare che esistono diversi modi di amare. Se poi il bambino è direttamente coinvolto, ad esempio perché lui stesso è figlio di una coppia omosessuale o vive in una famiglia ricomposta con un genitore gay, l’esigenza di informarlo si può presentare anche prima, e al tempo stesso tutto sarà più facile e più diretto».

Chi si oppone a un’educazione precoce sull’omosessualità sostiene tra l’altro che, parlandone, si possano indurre i bambini a imitarei gay…

«È una sciocchezza. Ancora oggi non sappiamo quale complesso insieme di ragioni genetichee ambientali induca le persone a un orientamento piuttosto che a un altro. Viceversa, sappiamo per certo che chi ha genitori gay non ha più possibilità di chi li ha eterosessuali di diventare gay a sua volta».

Qual è l’utilità di parlare di omosessualità già alle elementari?

«Quella di creare nei ragazzi una cultura non omofoba, qualunque sia il percorso personale che faranno in futuro».


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