Europride: “Cari neosindaci, ora confrontiamoci sui diritti”

  
Conferenza stampa Europride Roma 2011

Cari Piero, Luigi, Giuliano, Virginio e Gianni,

Queste ultime elezioni amministrative, in particolare la grande partecipazione e attenzione dei media e dei cittadini, dimostrano come i ruoli dei Sindaci delle grandi e piccole città italiane sia fondamentale per rinnovare la politica e affrontare le grandi sfide che ci pone l’essere uno dei paesi fondatori dell’Unione europea.

Già nel ’93 quello che venne definito “il Movimento dei Sindaci”, rappresentò la voglia e il bisogno di cambiamento nel nostro Paese. Un desiderio di cambiamento che l’incrudirsi successivo dello scontro sul piano nazionale, fece scivolare fuori dall’agenda delle priorità del Paese. Ci troviamo oggi davanti a un’Italia che fin troppo spesso si pone come fanalino di coda nella trasformazione in atto nella società europea. A partire dai diritti di cittadinanza di tutti. E della comunità LGBT in particolare.

Questo arretramento della società e della politica italiana può e deve essere affrontato proprio a partire da voi, dai sindaci delle grandi città italiane. Da Roma dove si svolge, anche grazie alla collaborazione con la Giunta, l’Europride 2011. Da Napoli, Milano, Torino e Bologna che rappresentano oggi una novità politica e culturale che innesca nuove speranze e nuove aspettative. A partire propria da una società fondata sui diritti di tutti i cittadini.

Cari Sindaci, vi invitiamo a confrontarvi con noi. A incontrarci e ad ascoltarci come noi ascolteremo voi. Qui, durante i giorni dell’Europride. Il più grande e importante evento del movimento LGBT europeo. Davanti a cittadini italiani e di tutto il continente che stanno guardando come attuerete le politiche di rinnovamento che sono oggi al centro del dibattito politico non solo nazionale.

Questo è l’anno del centocinquantesimo anniversario dell’Unità di Italia. Facciamo in modo, insieme, che sia il primo di un percorso di unità reale di cittadini, di popolo. Uguali diritti, uguali tutele.

Il nostro non è un invito rituale. Il nostro è un appello affinché questa volta non sia un’altra occasione persa.


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