«Certificato anagrafico di famiglia per le coppie omosessuali a Pavia»

  

Lo chiedono Pd, Fli, Idv e Insieme per Pavia con Arcigay: «Previsto per legge»
PAVIA. Arcigay chiede che il Comune, con l’approvazione di un ordine del giorno in consiglio comunale e la predisposizione dei moduli, applichi il regolamento relativo alla famiglia anagrafica. Ovvero l’istituzione del certificato anagrafico di famiglia, quella attestazione basata su vincoli «di matrimonio, parentela, affinità, adozioni, tutela o vincoli affettivi». Che sia lo strumento per certificare giuridicamente l’esistenza di coppie omosessuali conviventi. L’ordine del giorno è stato firmato dai consiglieri Paolo Ferloni (Insieme per Pavia), Niccolò Fraschini (Fli), Guido Giuliani (Pd) e Vincenzo Vigna (Idv). «Sarà presentato nel primo Consiglio utile», afferma Giuliani, anche se la mole di documenti ancora da discutere fanno pensare che la data del 9 giugno sia poco plausibile. «Siamo coppie di fatto, ma non per scelta – ha affermato Giuseppe Polizzi, socio fondatore Arcigay Pavia -. Non possiamo esserlo di diritto. I nostri 1500 soci residenti in Provincia chiedono che il riconoscimento delle famiglie omosessuali parta dagli enti locali in assenza di una norma nazionale». «Non è giusto che queste coppie debbano fare una scrittura privata dal notaio per far valere un loro diritto», afferma Ferloni. Il diritto di esistere per lo Stato, per gli ospedali che, mancando la parentela, possono impedire al compagno di entrare nella stanza dell’amato. (a.gh.)


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