L´urlo di Lady Gaga al Circo Massimo “Un mondo uguale per tutti, adesso”

  

Allo show tantissimi ragazzi etero: i gay ci hanno fatto un enorme regalo
“Mi chiedono se sono lesbica. Non è una domanda: sento solo l´obbligo di migliorare le cose”
Elegantissima e per una volta non trasgressiva, arringa la folla per 15 minuti
di MARIA NOVELLA DE LUCA
ROMA – Sono le 21.20 di ieri sera quando la grande festa dell´orgoglio gay si trasforma in un evento pop, dove musica e politica si fondono, e Lady Gaga, caschetto blu elettrico e gonna a ruota optical firmata Donatella Versace “thank you Donatella”, fa impazzire il Circo Massimo. Entra sulle note di “Born this way”, ma poi parla per oltre un quarto d´ora Joanne Angelina Germanotta, elegantissima e per nulla trasgressiva, nemmeno quando tra un brano e l´altro fa scivolare via la gonna a ruota per restare in un lungo total black a sirena. «Vogliamo piena uguaglianza adesso, alzate le mani, questa non è solo una festa, è veramente l´essenza dei diritti fondamentali», sul prato un milione di persone applaudono, ci sono le fiaccole, gli accendini accesi, e non c´è solo il vasto, variegato popolo Glbt, ci sono anche migliaia di ragazzi e ragazze che per ore ieri sotto il sole hanno atteso l´arrivo di Lady Gaga. Oltre le transenne, con il timbro sulla mano ci sono fan arrivati da tutta Italia, tutto si mescola, etero, lesbiche, trans, “i gay ci hanno fatto un gran regalo invitando Lady Gaga”, dicono nella folla, il Circo Massimo è tappezzato degli stendardi “No Vat”, Vaticano al bando dell´Europride, ovunque le ragazzine indossano parrucche luminescenti e occhiali “Gaga”. Il discorso della nuova e planetaria icona dei diritti gay dura più del suo concerto, due brani in tutto, il secondo è The age of glory, poi per salutare il pubbllico (niente bis), Lady Gaga si avvolge di nuovo nella sua gonna mantello bianca e nera.
«Siamo qui oggi per difendere l´amore, facciamo la rivoluzione dell´amore. Sono figlia della diversità e ogni volta che affronto questi argomenti mi chiedono se sono lesbica. Non è una domanda: io sono una che sente l´obbligo morale di fare del mondo un posto migliore…». Dice anche “grazie” al sindaco Alemanno Lady Gaga, e moderati fischi accolgono le sue parole, e poi “ciao Roma”, ma poi torna a conquistare il milione del Circo Massimo quando afferma: «Sono arrabbiata, come molti di voi qui, ma possiamo trasformare questa piazza in un movimento elettrico». E non c´è bisogno di dirlo perché tutti qui ballano da ore, e nessuno sembra stanco, un pubblico trasversale, un po´ come la manifestazione di questo Europride 2011, il primo raduno gay internazionale così massiccio a Roma dopo quello, ancor più famoso e mondiale del 2000, l´anno del Giubileo. Lady Gaga, per il cui arrivo si è speso anche l´ambasciatore americano, parla ancora di diritti umani: «Molti governi nel mondo non consentono ai cittadini di avere i loro diritti ma noi dobbiamo abbattere queste barriere che esistono in Lituania, Russia, Polonia, Ungheria, Libano e nei Paesi mediorientali». Lady Gaga canta, incanta ma non stupisce: nella città del Papa non usa la trasgressione religiosa di brani come Alejandro, dove la pop star italo americana vestita da suora ingoia rosari e fustiga ballerini.
“Habemus Gaga, be proud”: da tempo il movimento gay mondiale cercavau n nuovo simbolo, e Lady Gaga adesso l´incarna. «Certo sarebbe stato meglio avere una cantante italiana» dice Lea che sfila con il camioncino viola delle “Lesbiche trasversali”, «noi ci siamo fermati a Raffaella Carrà». E se sul prato del Circo Massimo i fan nonostante la “toccata e fuga” dell´esibizione di Lady Gaga, sorridono contenti per questo sabato sera gratuito e con una regina del pop, tra il popolo dell´Europride non tutti la pensano allo stesso modo. «Lady Gaga? Chissene… Questo evento – ragiona Alfdo che sfila con Arcigay – rischia di puntare i riflettori su un elemento glamour e non sulla sostanza dei nostri problemi, e cioè l´omofobia, la mancanza dei diritti civili, le persecuzioni contro di noi». “Amarsi è un diritto umano”: è questo lo slogan che il milione di donne, uomini, ragazzi, ragazze e bambini portano tatuato dappertutto, e in fondo, aggiunge Marisa, del Cassero di Bologna «è proprio quello che ha detto Lady Gaga, da sempre noi gay, lesbiche e trans abbiamo anticipato la società, abbiamo reso celebri artisti, stilisti, lei sa parlare di discriminazione e il mondo l´ascolta perché vende milioni di dischi, va bene così». Andrea e Mauro, giovanissimi, poche ore prima, con le facce cotte dal sole per ore di attesa avevano raccontato: «Per noi è una grande giornata: abbiamo scoperto da poco di essere gay, Lady Gaga è la nostra colonna sonora».
Dieci minuti che moltiplicano la sua fama già globale, poi Lady Gaga saluta e se ne va.


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